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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
10.02.2006 L'odio religioso in rete
un sito che denuncia il popolo ebraico come

Testata:
Autore: Maurizio Blondet - Domenico Savino
Titolo: «Articoli su Israele e gli ebrei»

Recensire il giornale on-line effedieffe, emanazione dell'ononima casa editrice, non è facile. La produzione di lunghi articoli ricolmi di un'"erudizione stravagante e fantastica"  è incessante, gli aggiornamenti si succedono quotidianiamente. Il giornale è diretto da Maurizio Blondet, giornalista cattolico che fa aperta professione del suo antigiudaismo religioso. La casa editrice, che ristampa classici dell'antisemitismo cari alla propaganda nazista come "I segreti della dottrina rabbinica" di Pranaitis, è diretta da Fabio de Fina. Il sito, ci informano i suoi curatori, vanta  "250.000 visitatori al mese - molto fidelizzati - e il trend è in continua crescita; gli articoli fanno tendenza, sono oggetto di animati dibattiti (pensiamo per esempio a quelli di economia) e molti siti aspettano che venga inserito un nostro pezzo per copiarlo tempestivamente e fare di esso la punta di diamante delle rispettive news". 
Cercheremo di rendere chiaro ai lettori a che cosa ci si trovi di fronte con alcuni esempi. Proponiamo di seguito una nostra sintesi critica di alcuni articoli, . Per ognuno dei testi riportiamo anche il realtivo link 

Gli Stati Uniti, o, meglio, la lobby ebraica neocon che li controlla e che è il vero mandante dell'11 settembre, preparano un mega attentato non convenzionale in Europa. La prova sta nel fatto che a Berlino, il 31 gennaio scorso durante una
riunione dell'Associazione germanica per i rapporti con l'estero, DGAP, gli americani del «Center for Transatlantic Studies» della John Hopkins University, Daniel Hamilton, Heiko Borchart e Gerd Foehrendbach, hanno detto che gli abitanti del Vecchi continente "vivono nella «devastante convinzione che l'Europa sia in qualche modo immune da grandi attacchi terroristici».
Un atteggiamento, hanno aggiunto, che cambierà di colpo quando gli europei si troveranno di fronte a un «mega-attentato».
Che «non è questione di se, ma di quando»." Ovvero, poiché gli americani ci avertono del fatto che il terrorismo internazionale minaccia l'Europa quanto l'America, sono loro a preparare gli attentati: "Il nostro nemico è il nostro alleato". Ispiratrice segreta di questa strategia è però "la setta ebraica dei Lubavicther"
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=940

Daniel Pipes è l'ispiratore della "provocazione" delle vignette danesi E' un "anti-islamico" (In realtà, Pipes è ostile al movimento islamista, non all'Islam, per leggere direttamente gli articoli di Pipes, assolutamente non razzisti, si veda: http://it.danielpipes.org/). Le stesse vignette sono divenute note nel mondo arabo dopo la pubblicazione sul New York Times, appartenente alla famiglia ebraica "Mayer" (in realtà Sulzberger). Ovviamente il tour del predicatore danese Laban in tutto il Medio Oriente, le prediche di Qaradawi, i vertici degli stati islamici non c'entrano nulla. Il New York Times e Pipes, apparentemente molto lontani ideologicamente, sono in realtà sicuramente solidali, essendo entrambi "ebrei" . Il direttore di France Soir, giornale che ha ripubblicato le vignette, si chiama   "Arnaud Levy" , tuttavia,  "non è stato lui che l'editore del giornale, il magnate franco-egiziano (ma cristiano, non islamico) Raymond Lakah ha licenziato: ad essere licenziato è stato Jacques Lefranc, direttore esecutivo, di fatto il redattore-capo.Levy, intoccabile, resta al suo posto". Irrilevante che lo stesso Lefranc abbia chiarito che ha decidere la pubblicazione delle vignette è stata una riunione di redazione, con voto a maggioranza. Il vero responsabile è ovviamente chi si chiama "Levy". 
 http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=936
A questo link  link si trova la risposta di Pipes alle illazioni sul suo ruolo nella vicenda delle vignette:
http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=40&id=832&aa=2006

L'aereoporto di Malpensa è in pericolo, perché la security è israeliana:
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=774
Così la metropolitana di Roma
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=608
Ovvero: individuati due obiettivi sensibili, se ne affida la sicurezza a società private israeliane. Ma, ovviamente, queste potrebbero fallire il loro compito (accade del resto anche in Israele). Se ne dovrebbe dedurre (poiché il terrorismo islamista non esiste) che sia la stessa Israele a organizzare gli attentati. Logico , no?

Karol Wojtyla era ebreo "lo ha scoperto con gioia Yaakov Wise, uno studioso di genealogie ebraiche che abita a Manchester.
Da esperto del problema, Wise ha fatto ricerche sull'ascendenza del lato femminile della famiglia Wojtyla: per decreto rabbinico sono le madri, non i padri, a trasmettere l'ebraicità.
La mamma di Karol, che morì quando lui era lattante, aveva sposato un polacco cattolico; ma il suo nome, Emilia Kaczorowska è apparso a Wise un adattamento polacco di un nome ebraico molto comune nel mondo yiddish: Katz.
La nonna si chiamava Marianna Scholz, altro nome ebraico (Schulze, Schultz).
E la bisnonna, Zuzanna Rybicka, altro nome di suono ebraico.
Infatti tali nomi appaiono frequenti nelle tombe del cimitero ebraico di Bielsko-Biala, da cui veniva la famiglia della mamma di Karol.". Prove inoppugnabli, come si vede: la madre del futuro Papa aveva un cognome che "è apparso a  Wise un adattamento polacco di un nome ebraico molto comune nel mondo yiddish".  La nonna si chiamava Scholz, nome affine agli ebraici Schulze e Schultz e forse ebraico esso stesso, la bisnonna Rybicka   "altro nome di suono ebraico", infatti "tali nomi appaiono frequenti nelle tombe del cimitero ebraico di Bielsko-Biala". Non tutti i cognomi ebraici sono esclusivamente ebraici (Wise avrebbe dovuto almeno verificare anche la scarsità di tali cognomi nel cimitero cattolico di Bielsko- Biara)  e anche  una successione di cognomi sicuramente ebraici non proverebbe una successione matrilneare ebraica, dato che il cognome vine dato dal padre. Tuttavia, la scarsezza degli elementi di prova non scoraggia Blondet che non arretra neppure di fronte a supposizioni più impegnative: che Wojtyla cioè fosse un frankista ovvero un seguace (occulto) dello pseudo-messia anomico settecentesco Jacob Frank, falsamente convertitotisi al  cattolicesimo. Indizi: l'ammirazione per Adam Mickiewicz, poeta nazionale polacco, cattolico di origine ebraica amico di Mazzini e sionista e quindi  frankista,  la collaborazione alla rivista cattolico-progressista  «Tygodnik Powsszechny» diretta dal "potentissimo"  Jerzy Turowicz,  che era a sua volta un frankista, e "al suo funerale volle si cantassero cori ebraici" (in tutte le chiese cattoliche del mondo si cantano o si recitano inni ebraici:i salmi). A parte questo gravissimo elemento, che cosa proverebbe che Turowicz era frankista? Nel suo libro "Cronache dell'anticristo" Blondet ragiona così: in un'intervista , rispondendo a una domanda sulle sue origini ebraiche, Turowicz aveva dichiarato che la sua famiglia era convertita al cattolicesimo dal 700 , ma è nel 700 che molti ebrei polacchi si erano falsamente convertiti al cattolicesimo, seguendo Frank  quindi  la dichiarazione di Turowicz è un' ammissione di frankismo! Un lettore del sito fornisce un'altra prova dell'ebraismo occulto di Wojtyla: la pratica del "teatro rapsodico" , fondato sul "potere evocativo della parola". 
Tutto questo castello di supposizioni e deliri per arrivare a concludere che il mea culpa verso gli ebrei, la visita alla sinagoga di Roma  e la teologia dell'ebraismo del pontificato di Giovanni Paolo II sono l'esito dell'influsso anticristiano e diabolico di una setta ebraica occulta nata nel 700
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=864

 http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=877  

L'antisemitismo dei contadini polacchi sarebbe stato giustificato dallo sfruttamento operato a loro danno dagli amministratori ebrei delle proprietà terriere nobiliari, ma a tale regime si ribellarono i cosacchi  e i tartari guidati da Bogdan Chmielnicki che "dedicarono una speciale attenzione agli ebrei", cioè li massacrarono a migliaia. I polacchi, pur oppressi dagli ebrei (non, sia chiaro, dal feudalesimo) li difesero. Quindi non furono mai antisemiti. Le vicende così "accuratamente"  narrate risalgono al 1648. Probabile che Blondet ignori fatti più recenti, quali il massacro di Jedawbne (compiuto da polacchi durante l'occupazione nazista) il pogrom di Kielce compiuto, insieme a numerosi omicidi di ebrei scampati ai lager , dopo la guerra.
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=608

Domenico Savino ci informa che il genocidio degli armeni è un crimine ebraico. Infatti i Giovani Turchi sarebbero un'emanazione della setta islamica criptoebraica dei dunmeh , seguaci dello pseudo messia mistico seicentesco Shabbatai Zevi, convertito all'islam, secondo alcuni seguaci rimanendo segretamente ebreo e compiendo la "redenzione attraverso l'abiezione".Lo studioso David Fromkin, nel suo libro "Una pace senza pace", sulla base di documenti diplomatici britannici spiega l'origine della leggenda della natura ebraica dei Giovani turchi, divenuta in seguito molto cara a molte propagande antisemite, da quella islamista (che qualifica come dunmeh tutti i dittatori laicisti del mondo arabo, da Nasser a Saddam Hussein, vedi "Semiti e antisemiti " di Bernard Lewis) a quella dei seguaci del leader populista americano Lyndon La Rouche.Furono i rapporti dell'ambasciatore a Costantinopoli Sir Gerald Lowther, influenzato Gerald FitzMaurice, primo interprete e consigliere degli affari Orientali, a determinarla. Poiché i Giovani turchi avevano da prima, nel 1908,  in seguito a una rivolta spontanea della popolazione, assunto il controllo di Salonicco, città i cui abitanti erano quasi per metà ebrei o dunmeh e dove l'avvocato ebreo Emmanuel Caraso avava fondato una loggia di massoni italiani, nella quale sembra avesse accolto la società segreta dei Giovani Turchi quando quest'ultima rischiava di essere scoperta dalla polizia segreta del sultano "la conclusione di FitzMaurice fu che le attività del CUP rientrassero in una cospirazione internazionale, e specialmente latino-mediterranea, manovrata da ebrei e massoni". Il rapporto di FitzMaurice diede origine a quello di Lowther , secondo il quale "gli ebrei si erano impadroniti di una organizzazione segreta massonica ("L'ebreo d'Oriente ha una particolare attitidine alla manipolazione delle forze occulte..), e che attraverso queste ultime erano in grado di influire profondamente sulle vicende dell'impero ottomano " ledendo, a causa dell'"odio ebraico" per l'Impero zarista, gli interessi inglesi.
In realtà, nota Fromkin "quando i duecentoottantotto membri del parlamento turco furono eletti nel 1908, fra essi si contarono solo quattro ebrei e quando il CUP creò un comitato nel 1909 Carasso  non fu chiamato a farne parte, nè ebbe mai incarichi di rilievo nel partito o nel governo [...] Come deputati al parlamento Carasso e gli altri tre ebrei fecero il possibile per dimostrare di essere in primo luogo turchi, israeliti solo in secondo luogo: per esempio , appoggiarono le misure del CUP contro gli insediamenti sionisti in Palestina" . Djavid, definito da Lowther e FitzMaurice, senza prove, "criptoebreo" era, secondo i documenti turchi oggi venuti alal luce, il leader della fazione filoinglese del CUP, contro l'ipotesi che l'odio ebraico per la Russia stesse spingendo Costantinopoli contro Londra. Inoltre fu un dichiarato avversario del sionismo. 
Non è difficile riconoscere nelle teorie dei due incompetenti diplomatici britannici (che con i loro errori di valutazione procurarono un serio danno al loro paese) il clima intelletuale di un epoca nella quale il Time poteva ritenere credibili i Protoccolli dei Savi Anziani di Sion.  Un' epoca che, a quanto pare, non è passata per tutti
 http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=917

Hamas è stata "creata" da Israele che  «ha aiutato Hamas in modo diretto e indiretto per usarla come antagonista dell'OLP». Vero, ma quando Hamas, che non si chiamava così, ma  al-Mujamah, era solo un'organizzazione religiosa e assistenziale ,  egli attentati contro i civili israeliani  e i proclami di distruzione di Israele li facevano Al Fatah e l'Olp.  Poi, come ben ha spiegato Davide Frattini (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=15241)
"la base ideologica del movimento di Yassin diventa l'Università islamica di Gaza, dopo che il presidente Anwar Sadat ha bandito i palestinesi dagli atenei egiziani per le loro proteste contro gli accordi di Camp David. «L'università finisce sempre di più sotto il controllo degli integralisti — continua Frisch — e Mujamah dà il via libera a incursioni contro i cinema, i locali che vendono alcol, i negozi con qualche vestito troppo succinto». Lo scontro con le autorità israeliane diventa inevitabile. Nel 1984, tredici membri vengono arrestati (compreso lo sceicco Yassin) e la guida passa a Rantisi. Il pediatra-leader comincia ad organizzare i duemila fedelissimi, fino ad allora impiegati soprattutto nelle comunità religiose: il gruppo immagazzina armi e si prepara all'intifada che esplode l'8 dicembre 1987".Da allora Israele non ha certo aiutato Hamas. Semmai una mano gliel' hanno data la comunità internazionale quando ha obbligato Rabin a riprendersi i dirigenti esiliati in Libano, e Arafat (con il quale Israele, come tutti sanno, ha provato a trattare, a diifefrenza di quanto scrive Blondet) quando li ha protetti invece di arrestarli come chiesto da Israele. Fin qui, comunque , le argomentazioni di Blondet si sono mantenute entro l'ambito dei più consueti luoghi comuni del giornalismo antisraeliano. Da lui è lecito aspettarsi, invece,  un "X Files", una "verità" nascosta e sconvolgente. Eccola infatti: Hamas è stata creata rendendo pazzi i palestinesi attraverso i servizi psichiatrici che Israele "gestisce" nei territori: per esempio il "Gaza Community Mental Health Program, una clinica pagata dagli USA e gestita da psichiatri militari israeliani" . E' degno di nota il fatto che nel suo libro "Chi comanda in America" , Blondet accusi Israele di far gestire la clinica al dottor Sarraji, che ovviamente è un palestinese e non uno "psichiatra militare israeliano, " , descritto come un militante di Hamas intento a reclutare terroristi suicidi. In realtà Sarraji è un pacifista, minacciato di morte per la sua contrarietà al terrorismo suicida e non è affatto di Hamas, tanto che alle ultime elezioni palestinesi ha presentato una lista (la numero 7) che chiedeva la fine della violenza e la riapertura del dialogo con Israele sulla base della proposta formulata a Camp David da Barak. Sarraji era presente come consulente della delegazione palestinese e aveva giudicato la proposta molto buona e il rifiutarla un grave errore. Non proprio l'uomo giusto, per convincere i palestinesi alla guerra eterna con Israele, giustificando così i progetti espansionisti di quest'ultima.  
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=944

In ogni caso , la malvagità diabolica di Israele, e degli ebrei, non ha bisogno di essere provata in alcun modo. Sono le scritture cristiane a indicarli come "l'anticristo":   "Come cattolici ", scrive Blondet "sappiamo qualcosa di più preciso: «l’Anticristo è colui che nega che Gesù sia il Messia», dice Giovanni (1, 2, 22). Gianfranco Ravasi, bibblista cattolico di una qualche competenza,  ha spiegato assai bene come, in epoca patristica i diversi (vi è la negazione della messianicità di Gesù, ma anche della sua divinità o di altri elementi del credo, in ogni caso la polemica è sempre principalmente rivolta a deviazioni dall'ortodossia interne alla Chiesa) profili "eresiologici" dell'Anticristo ( o degli anticristi, o dello "spirito di anticristicità") siano stati fusi con il profilo "escatologico" dell'"uomo d'iniquità" di cui parla Paolo. L'identificazione di quest'ultimo con gli ebrei sulla base di un indicazione eresiologica anche  è dunque un'operazione sicuramente tendenziosa ed esegeticamente "spericolata". Riportiamo anche un brano che ci sembra gettare luce sullo stato d'animo di Blondet nel corso della sua personale battaglia con le "forze del male": "Maometto dice che l’«impostore» sarà smascherato da un testimone.
«Un uomo credente si farà avanti a lui e dirà: uomini, questo è l’ ‘impostore’ di cui ha parlato il profeta».
Non insinuo di essere io quell’uomo, so i miei peccati e le mie viltà.
Voglio solo dire che quell’uomo - secondo Maometto - non farà che svelare una verità che sarà evidente a tutti, ma che tutti faranno finta di non vedere".
Non "insinua" di essere lui quell'uomo, perché "sa i suoi peccati e le sue viltà". Ma deve pur ricordare testi sacri e tradizioni che trattano di uomini chiamati a grandi compiti religiosi  sebbene gravati da "peccati e viltà". E il sospetto, magari per nulla gratificante non discutiamo , "di essere lui quell'uomo" potrebbe allora davvero "insinuarsi"  nella sua mente.

http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=891¶metro=esteri

A commento di tutto questo ci piace citare quanto scritto da Blondet  in un interessante articolo dedicato alla caccia alle streghe.Si tratta di un passaggio dedicato al ruolo della stampa in quella terribile vicenda:  "Sulla qualità di quella cultura di carta, bisogna lasciare la parola a Guy Bechtel:«contrariamente all'idea che si è imposta nei Lumi, della stampa come invenzione liberatrice e promotrice di progresso, i primi libri, i preziosi incunaboli, hanno avuto un influsso negativo. Migliaia di opere che ci guardiamo bene dal ripubblicare, dal leggere in biblioteca e persino dal citare (citiamo solo quella dozzina di testi che davvero annunciavano il mondo futuro) contenevano soprattutto appelli all'odio, al pregiudizio, alla detestazione politica e religiosa, più che all'amore» e alla conoscenza.
La macchina da stampa di Gutenberg diffuse dapprima libelli, confermò odii e pregiudizi, diede credibilità ad incubi e ossessioni, prima di diventare lo strumento della cultura e della verità - se mai lo è stata.
Non è lo stesso oggi su internet?"

Una buona domanda, soprattutto di fronte a siti come effedieffe.com.

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effedieffe@iol.it

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