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L'Espresso Rassegna Stampa
03.06.2018 L'Espresso: risponde l'Ambasciatore d'Israele Ofer Sachs
Dopo la menzogne il settimanale GazaNews sbaglia pure il cognome

Testata: L'Espresso
Data: 03 giugno 2018
Pagina: 118
Autore: Ofer Sachs
Titolo: «Lettera al direttore:L'ambasciatore d'Israele: Impedire a Hamas di mistificare la realtà»

Riprendiamo dall' ESPRESSO di oggi, 03/06/2018, a pag.118, con il titolo " Lettera al direttore:L'ambasciatore d'Israele: Impedire a Hamas di mistificare la realtà", in cui il settimanale sbaglia persino il cognome dell'Ambasciatore: non è Sacs ma Sachs.

Per ricostruire la vicenda, aprire i due link sottostanti:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=12&sez=120&id=70689
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=12&sez=120&id=70772

Immagine correlata
Ofer Sachs, Ambasciatore d'Israele in Italia

 Scrivo per rammaricarmi per quanto visto pubblicato nel numero di domenica 20 maggio. Il modo in cui sono stati riportati gli eventi di Gaza è un'ulteriore prova che l'organizzazione terroristica, votata alla distruzione di Israele, è riuscita nell'intento di manipolare i media internazionali, demonizzando Israele per le azioni legittime in difesa dei suoi cittadini. Il titolo "Gaza brucia", le foto esclusive del "massacro" e gli articoli non rappresentano realmente quanto accaduto. Per la popolazione di Gaza l'agire in base a valori di libera espressione del pensiero e di manifestazione spontanea è una possibilità che semplicemente non esiste. Analizzare i fatti applicando i parametri democratici di libertà di parola non rispecchia in alcun modo la realtà di una regione stretta nelle mani violente di Hamas. Anche solo riferendosi al volantino da questi diffuso con istruzioni dettagliate su come portare armi e rapire cittadini israeliani, si può capire che le "marce per il ritorno" non sono manifestazioni organizzate in modo spontaneo dalla popolazione di Gaza, ma delle vere e proprie operazioni pianificate da Hamas per mimetizzare i suoi uomini tra i civili, con l'obiettivo di sfondare il confine con Israele. A riprova di quanto detto — come sostenuto in un'intervista televisiva da Salah al-Bardawi, membro dell'Ufficio Politico di Hamas — su 62 persone rimaste uccise negli scontri del 14 maggio scorso, ben 50 erano operativi del gruppo terroristico. Un altro esempio delle mistificazioni informative di Hamas riguarda la morte della bambina di otto mesi, Leila al-Ghandour, deceduta non per i lacrimogeni israeliani, ma per cause naturali, come asserito da un medico di Gaza. Questo confermato anche dall'agenzia di stampa tedesca Ntv, che dichiara che il nome della bambina non risulta più essere presente nella lista delle vittime degli scontri redatta dal Ministero della Salute di Gaza. Impedire a Hamas di mistificare la realtà serve la giusta informazione e disincentiva i terroristi dal perseguire le loro crudeli strategie.

Ofer Sacs Ambasciatore di Israele in Italia

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