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L'Espresso Rassegna Stampa
27.07.2009 Una maldestra apologia dell'islamismo
Firmata da Alaa Al-Aswany

Testata: L'Espresso
Data: 27 luglio 2009
Pagina: 100
Autore: Alaa Al-Aswany
Titolo: «Il buon Maometto»

Riportiamo dall'ESPRESSO n°30 del 30/07/2009, a pag. 100, l'articolo di Alaa Al-Aswany dal titolo " Il buon Maometto ".

 Alaa Al-Aswany

Alaa Al-Aswany ritiene che non sia il fondamentalismo islamico a mirare alla distruzione dell'occidente, con il quale non condivide alcun valore, ma il contrario: " L'Occidente, nella politica e nei mezzi d'informazione, adotta punti di vista e linee di condotta ostili nei confronti di arabi e musulmani ". Questa frase dimostra che Al - Aswany non ha mai letto i giornali occidentali. Nel panorama italiano i giornali filoislamici non sono pochi e lo stesso si può dire per quelli europei.
Nel finale dell'articolo si legge : "
È vero che la politica occidentale ci tratta come popoli colonizzati che non meritano di godere dei diritti degli altri cittadini, (...)  ma è anche vero che la retrograda interpretazione wahhabi dell'Islam contribuisce a radicare un'immagine ingiusta ed errata di questa religione ". La politica occidentale (democratica e rispettosa dei diritti dell'uomo, contrariamente a quella dei paesi arabi) non tratta gli arabi come popoli colonizzati. Semmai accade il contrario. I flussi migratori verso l'Europa e la demografia islamica sono una minaccia per le democrazie occidentali. Al-Aswany è mai stato a Malmoe? A Rotterdam? O in Gran Bretagna, dove a chi critica la comunità islamica non è concesso il visto d'ingresso?
Ecco l'articolo:

Denny Pattyn è un prete americano molto particolare. Nel 1996 avviò un programma in Arizona chiamato Silver Ring Thing, che ha come scopo invitare i giovani americani ad astenersi dal sesso prematrimoniale. Pattyn organizza frequenti incontri, ai quali partecipano centinaia di giovani che leggono la Bibbia e si impegnano davanti al Signore a preservare la loro verginità per i futuri sposi. Alla fine della celebrazione, ogni giovane mette al l'anulare sinistro un anello d'argento con incisi dei versi biblici: dovrà portarlo fino al matrimonio. Ciò che sorprende è che la campagna di Pattyn ha ottenuto un grande consenso negli Stati Uniti. L'obiettivo è di guadagnarsi il giuramento di due milioni di partecipanti entro il prossimo anno. Il programma ha ricevuto il finanziamento del governo. Su una tv francese ho visto una trasmissione sul reverendo Pattyn. I suoi seguaci difendevano la verginità come parametro della virtù. Era presente uno psicologo francese per dissentire rispettosamente.
Io invece ho iniziato a pormi dei quesiti. E mi sono dato qualche risposta. Le idee di Pattyn sulla castità sono perfettamente in linea con la cultura arabo-musulmana. Ciononostante alla tv francese lo trattano in maniera garbata. Perché? Perché è americano, cristiano e bianco. Se un arabo o un musulmano avesse detto le stesse cose, avrebbe dovuto affrontare, giustamente, una raffica di accuse di arretratezza, barbarie e disprezzo nei confronti delle donne. Questo duplice metro di giudizio usato dagli occidentali è diffuso e gli esempi a riguardo sono innumerevoli. Durante le recenti dimostrazioni di piazza in Iran, una donna, Neda Sultan, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco e la sua morte ha fatto notizia sui media di tutto il mondo. Il presidente Obama, quasi in lacrime, ha detto che era stato un fatto straziante. Alcune settimane più tardi, a Dresda, una donna egiziana, Marwa el-Sherbini, era in tribunale per assistere al processo di un uomo tedesco che le aveva lanciato insulti razzisti per aver indossato lo hijab (il velo che lascia scoperto il viso). Quando la corte lo ha condannato a una sanzione di 2.800 euro per ingiurie, l'uomo si è scatenato con violenza inaudita e ha accoltellato la donna e il marito. Marwa è morta immediatamente. La vita umana dovrebbe ricevere pari considerazione in ogni circostanza, e il dolore provato dalla famiglia di Marwa per la sua morte non è inferiore a quello della famiglia di Neda, la donna iraniana. L'assassinio di Marwa e quello di Neda dovrebbero essere giudicati come crimini di pari barbarie e rilievo. Ma l'omicidio della donna egiziana con lo hijab non ha turbato il presidente Obama e non ha ricevuto titoli da prima pagina sui media. Perché? La ragione, a mi avviso, è che la colpa dell'omicidio di Neda ricade sul regime iraniano, nemico dell'Occidente, mentre l'omicidio di Marwa mostra come il terrorismo non sia limitato agli arabi e ai musulmani: un terrorista tedesco e bianco uccide un'innocente sconosciuta e cerca di uccidere il marito semplicemente perché lei è musulmana e porta lo hijab. Ai media occidentali non interessa trasmettere questo messaggio. L'Occidente, nella politica e nei mezzi d'informazione, adotta punti di vista e linee di condotta ostili nei confronti di arabi e musulmani. È un fatto che non si può negare.
Ma poi, arabi e musulmani sono semplicemente e soltanto vittime innocenti di un pregiudizio occidentale? Sicuramente no. Non possiamo utilizzare 'l'Occidente' come termine unico. 'L'Occidente' non ha solo un significato. Sebbene l'Occidente abbia pregiudizi contro di noi sia nella politica che nei media, ci sono milioni di comuni occidentali che non odiano né amano l'Islam, semplicemente perché non lo conoscono. Che dire ora dell'immagine che danno gli stessi musulmani dell'Islam? Se un qualsiasi occidentale decidesse di scoprire la verità sull'Islam attraverso ciò che dicono e fanno i musulmani, cosa scoprirebbe? Si troverebbe davanti Osama Bin Laden, che esce da una caverna medievale, per annunciare che l'Islam gli ha ordinato di uccidere il maggior numero possibile di crociati, anche se si tratta di civili innocenti che non hanno fatto nulla per meritare questa punizione. Poi l'occidentale leggerebbe che il movimento talebano ha deciso di chiudere le scuole femminili nelle aree sotto il suo controllo, sostenendo che l'Islam vieta l'istruzione delle donne, perché la donna è intellettualmente e religiosamente inferiore. Successivamente l'occidentale leggerebbe le dichiarazioni di coloro che, definendosi giuristi islamici, affermano che, se un musulmano si converte a un'altra fede, l'Islam gli pone la scelta o del pentimento o dello scannamento tramite il taglio della gola. Alcuni di questi giuristi asseriranno che l'Islam non riconosce la democrazia e che è un dovere obbedire a un governante musulmano, anche se questo opprime e deruba i suoi sottomessi. Accetteranno le donne che coprono i loro volti con il niqab, in modo che coloro che le vedono non siano colti dal desiderio sessuale di molestarle o stuprarle. Molti di loro affermeranno che il profeta Maometto sposò la moglie Aisha quando era una bambina di nove anni. L'occidentale leggerà tutto ciò e non arriverà affatto alla verità. Non scoprirà che la moglie del profeta aveva 19 anni e non nove. Non scoprirà che l'Islam diede agli uomini e alle donne gli stessi diritti e doveri. Non scoprirà che agli occhi dell'Islam se qualcuno uccide un innocente è come se avesse ucciso tutti gli esseri umani viventi. Non scoprirà mai che il niqab non ha nulla a che spartire con l'Islam, ma che è un'usanza arrivata con il denaro del Golfo da una popolazione arretrata del deserto. L'occidentale non scoprirà mai che il vero messaggio dell'Islam è la libertà, la giustizia e l'uguaglianza, e che è garantita la libertà di credo, per cui coloro che lo desiderano possono credere e coloro che non lo desiderano non devono farlo. E che la democrazia è essenziale per l'Islam, perché un governante musulmano non può salire al potere senza il consenso e la scelta dei musulmani. In definitiva, possiamo forse accusare l'occidentale se considera l'Islam la religione dell'arretratezza e del terrorismo?
Lo scorso anno ho vinto il premio Bruno Kreisky per la letteratura in Austria, e il primo ministro austriaco mi ha consegnato il premio. In quella occasione ho dovuto tenere un discorso e ho scelto di parlare della realtà dell'Islam. Ho raccontato alle persone presenti che il profeta Maometto era così mite d'animo che, quando si inginocchiava per pregare, i suoi nipoti Hassan e Hussein saltavano sovente sulla sua schiena per giocare. Lui rimaneva inginocchiato, per non disturbare i bambini, finché non avevano finito di giocare, e dopo riprendeva le sue preghiere. Ho chiesto al pubblico: "Riuscite a immaginare che un uomo che smetteva di pregare per accontentare i bambini, possa propugnare l'uccisione e il terrorismo nei confronti di persone innocenti?". Il pubblico ha ascoltato con interesse questa storia e molti mi hanno chiesto come potevano trovare informazioni attendibili sull'Islam.
È vero che la politica occidentale ci tratta come popoli colonizzati che non meritano di godere dei diritti degli altri cittadini, ed è vero che i mezzi d'informazione occidentali sono in gran parte prevenuti nei confronti di arabi e musulmani, ma è anche vero che la retrograda interpretazione wahhabi dell'Islam, ora ampiamente diffusa nel mondo islamico, contribuisce a radicare un'immagine ingiusta ed errata di questa religione. Nostro dovere è iniziare da noi stessi. Dobbiamo salvare l'Islam da tutti i nonsensi, le falsità e le idee retrograde che si sono legate ad esso senza alcun fondamento. La soluzione è la democrazia.

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