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Agenzia Radicale Rassegna Stampa
18.09.2007 L'emancipazione femminile nelle minoranze arabe e druse in Israele
un articolo di Elena Lattes

Testata: Agenzia Radicale
Data: 18 settembre 2007
Pagina: 1
Autore: Elena Lattes
Titolo: «Israele. L'emancipazione femminile tra le minoranze israeliane»

Da AGENZIA RADICALE :

Le comunità arabe e druse in Israele cominciano ad aprirsi e le donne ad emanciparsi. A parte Raleb Majadele che nel gennaio scorso è stato il primo parlamentare arabo a ricoprire la carica di ministro, nel 1999 Rana Raslan rappresentò il suo Paese a Miss Universo, per poi, però, sposare un milionario degli Emirati Arabi Uniti e abbandonare il tutto. Nirel, invece, dopo aver vinto il reality show televisivo “Dugmaniot 2”, si appellò alla pace nel mondo, ma poi anche lei si dileguò insieme alla sua carriera. Infine all’inizio di quest’anno Angelina Fares, proveniente dal villaggio druso fu minacciata dalla sua comunità e obbligata a ritirarsi dalla competizione per Miss Israele.

 Questa volta, invece, sembra diverso. Miriam Tukahn, una delle finaliste di “Kochav nolad” – “Una stella è nata”, una sorta di gara canora per giovani talenti, seguita da più di un milione di persone - è decisa a continuare la sua carriera musicale, nonostante il pubblico non l’abbia promossa nelle ultime puntate. La venticinquenne studentessa di legge, proviene dal villaggio arabo cristiano di I’billin a nord di Kiriat Ata, vicino Haifa ed è diventata l’orgoglio della sua gente. “Ha sempre detto che il suo sogno era quello di arrivare il più lontano possibile, che sarebbe diventata famosa in tutto il mondo. Sapendo del suo talento, l’abbiamo incoraggiata ad andare alle audizioni (di Kochav Nolad, n.d.A.). Aveva bisogno di questa opportunità per farsi conoscere” raccontano i genitori, la mamma casalinga, il papà insegnante in pensione (e un fratello quattordicenne che gioca a pallacanestro).

Quando viene loro ricordata l’esperienza delle altre ragazze che si sono eclissate dopo i primi successi, il padre insiste: “Loro erano in altri campi. Il canto è un’arte, unisce tutti i popoli e tutte le nazioni. E non c’è nemmeno bisogno di capire la lingua, perché è una questione di spirito. Secondo me ognuno ha il suo approccio e Miriam è un tipo diverso, ha la musica nel sangue. Sono sicuro che non sarà per lei come per le altre. Lo hanno notato anche i giudici di gara, fin dalla prima volta che ha cantato. Conosce il francese, l’italiano e lo spagnolo, sa cantare “Ibrahim” in turco e sogna di raggiungere un pubblico vastissimo, usando tutte le lingue che conosce. Il suo successo, inoltre, potrebbe essere stimolante per altri giovani, perché ci sono tanti talenti nel settore.”

Anche la giovane sembra decisa a continuare. Alla domanda del giornalista se ha in programma di incidere un disco risponde affermativamente: “Partecipare alla trasmissione è stata un’esperienza magnifica. Non pensavo di poter riuscire ad arrivare così in alto. Sono triste di dover abbandonare “Kochav nolad”, perché lascio le persone con cui ho stretto amicizia. Alla fine i giudici mi hanno abbracciata dicendo che amavano la mia voce. Odio gli addìi e prometto che continuerò. Finirò l’università, ma non smetto di cantare. In un certo senso mi sento la rappresentante del mio villaggio e della mia cultura. Spero di poterlo trasmettere, insieme al calore e alla volontà di pace e di amore”. Prima di essere bocciata dal televoto Miriam si era esibita con un’altra concorrente, un’ebrea di origine russa, formando un “duetto cosmopolita”, come lo avevano chiamato in trasmissione, riscuotendo notevole apprezzamento.

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