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Agenzia Radicale Rassegna Stampa
02.09.2007 La farsa della conferenza di Ginevra
dove l'Onu ha affidato ai dittatori la lotta al razzismo

Testata: Agenzia Radicale
Data: 02 settembre 2007
Pagina: 1
Autore: Elena Lattes
Titolo: «L’Onu e il razzismo. La farsa della conferenza di Ginevra»
Da AGENZIA RADICALE del 2 settembre 2007:

Come previsto la conferenza Onu che si è tenuta a Ginevra, in preparazione del secondo incontro mondiale contro il razzismo e la xenofobia (il proseguimento di quello che si tenne a Durban nel 2001, pochi giorni prima dell’attacco alle torri gemelle, in cui si inneggiò a Hitler e al suo genocidio antisemita) che avrà luogo nel 2009, è stata, per dirla con Anne Bayefsky di “Eye on the UN” “uno schiaffo in faccia ad ogni Stato e Ong che hanno veramente a cuore l’uguaglianza e la non discriminazione”. In pratica l’ultima farsa gestita dai Paesi dittatoriali.

Da una conferenza seria ci si sarebbero aspettate, infatti, discussioni sulla discriminazione delle minoranze, sulle condanne a morte per “reati contro la morale”, sulle torture perpetrate in Paesi dittatoriali, sull’occupazione illegale del Tibet e così via. Invece è stata la solita carrellata anti- democrazie, in particolare contro Stati Uniti e Israele.

Intanto, per ben iniziare, la presidenza del comitato organizzatore è stata data alla Libia che recentemente ha torturato le infermiere bulgare e il medico palestinese, colpevoli soltanto di essere stranieri e che nel 2002 premiò il neonazista Roger Garaudy, responsabile di numerose aggressioni agli immigrati africani. Come membri del comitato sono stati eletti Paesi quali Cuba, Iran e Pakistan dalla Commissione dei Diritti Umani, criticata, quest’ultima, perfino dal Presidente dell’Onu per la sua parzialità.

L’Egitto, poi, in rappresentanza delle Nazioni africane ha sottolineato la “continua occupazione israeliana dei Territori Palestinesi” (possibile che questo sia l’unico problema di quel Continente?) e dell’offesa a milioni di musulmani per le vignette danesi. Anche il Pakistan a nome della Organizzazione della Conferenza Islamica ha esortato i membri a “focalizzare l’attenzione sulla tragedia continua del popolo Palestinese” e ha accusato il mondo occidentale di promuovere una campagna diffamatoria nei confronti del mondo musulmano e dell’incontro in questione.

Negli stessi giorni il Parlamento Europeo ha ospitato a Bruxelles, sempre organizzata dall’Onu e dal “Comitato per l’Esercizio dei diritti inalienabili del Popolo Palestinese” (presieduto dal Senegal e costituito da Paesi musulmani, con l’eccezione di Malta), una “Conferenza internazionale della Società Civile in supporto alla Pace israelo-palestinese” che ha visto riunite diverse Nazioni e organizzazioni non governative. Anche qui, a dispetto del titolo, di imparziale non c’è stato assolutamente nulla. Nota il giornalista Hillel Neuer sul Boston Globe: “Da una parte i palestinesi erano rappresentati da personaggi quali Raji Sourani che definisce gli attacchi di Hamas “resistenza” e Jamal Juma che afferma che Israele è uno “stato di apartheid coloniale e razzista” e dall’altra sono stati invitati degli israeliani, quali per esempio Michel Warschawski, che confermano le tesi palestinesi violentemente antisioniste e antisemite, sostenendo per esempio, come fa Nurit Peled-Elhanan “che la mente degli ebrei (si noti bene, degli ebrei, non degli israeliani!) escogita i modi più creativi per devastare, distruggere e demolire questo paese”. Sono israeliani questi che si possono definire tali soltanto perché ne hanno la cittadinanza, ma certamente non rappresentano in realtà la maggioranza dei loro concittadini”.

Nonostante le proteste dell’ambasciatore israeliano, il meeting è proseguito tranquillamente, senza nessun contraddittorio. Nota sempre Neuer, che sebbene nei suoi otto mesi di presidenza Ban Ki-moon abbia dimostrato attraverso il suo impegno in favore delle vittime del Darfur, dei lavoratori uccisi nello Sri Lanka e adoperandosi per la costituzione del tribunale internazionale per giudicare gli assassini del Primo ministro libanese Rafik Hariri, quanto può essere importante il ruolo delle Nazioni Unite, non ha aiutato questa Organizzazione ad acquisire quel livello di credibilità, affidabilità e imparzialità che invece dovrebbe avere.

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