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Informazione Corretta Rassegna Stampa
26.01.2022 Deborah Fait risponde ai lettori
A proposito di Vittorio Sgarbi e Moni Ovadia

Testata: Informazione Corretta
Data: 26 gennaio 2022
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «A proposito di Vittorio Sgarbi e Moni Ovadia»

Vittorio Sgarbi, Moni Ovadia

Gentile Deborah, una delusione così forte nei confronti di Sgarbi non avrei mai e mai pensato di provare , mi piaceva quando parlava di Arte , si a volte era esagerato , ma faceva parte del suo personaggio . Mi chiedo ,ma una persona intelligente e colta come lui , come ha potuto lasciarsi influenzare ( proprio così ) Cosa mai gli è successo ? Voleva forse compiacere il suo amico Ovadia , è gravissimo che proprio a dirlo sia Sgarbi ,comunque non lo posso più sentire ne vedere ,mi è proprio scaduto ..... Cordiali saluti a lei e a tutta la redazione

Wanda Ardizzone

 Gentile Wanda,  
In molti si pongono la sua stessa domanda: come è potuto accadere che uno come Sgarbi…Non so dare una risposta, ho letto la sua spiegazione che era anche peggiore della frase incriminata. "Voleva essere una battuta, è riuscita male", ha detto. Ovviamente nessuno gli crede. Per prima cosa,  in occasione della presentazione della Giornata della Memoria del genocidio del popolo ebraico, non era il caso di fare battute e, in secondo luogo, la sua era aberrante. Del resto chiamare "Festival delle Memorie" il 27 gennaio è di per sé una porcheria indicibile. Adesso hanno cambiato il titolo in "Settimana delle Memorie". Il risultato non cambia e resta l'amarezza che a Ferrara verranno, una volta di più, offesi i sei milioni di ebrei ammazzati e banalizzata la loro Memoria. Un cordiale shalom

***

Gentile Deborah, Riguardo gli ebrei europei e americani che hanno votato e votano per la sinistra, nonostante le violenze a cui sono sempre sottoposti, forse c'e' una spiegazione (almeno in parte): La secolare tradizione ebraica verso il socialismo (che Hitler ha saputo sfruttare abilmente mettendo in relazione ebraismo e bolscevismo) ed un innato spirito fatalista che ha portato a sopportare qualsiasi violenza per secoli senza quasi reagire, ha creato una mentalita' che , al giorno d'oggi, e' del tutto anacronistica ed incomprensibile. A questo punto bisognerebbe distinguere , a mio modesto parere, tra EBREI (principalmente americani) che non si vergognano quando il loro nome viene usato in senso dispregiativo ed ISRAELIANI i quali combattono per la propria terra e sono giustamente orgogliosi del proprio nome nobile e fiero. Con stima

Sandro Semsey

 Gentile Sandro, È doveroso fare un distinguo. Non tutti gli ebrei la pensano allo stesso modo, nemmeno gli ebrei americani. L'aliyah di giovani che dagli Stati Uniti vengono a vivere in Israele è molto alta. Naturalmente vi sono anche quelli che, sia in USA che in Europa, non amano Israele, alcuni lo odiano (vedi Moni Ovadia) senza sentirsi traditori del proprio popolo. Gli ebrei fanno parte dell'umanità- che è estremamente varia e eterogenea. È vero, gli israeliani sono diversi, sono orgogliosi del proprio paese, vanno a testa alta e non saranno mai "come pecore al macello". Combattono con coraggio. Del resto, a leggere quanto succede nel mondo contro gli ebrei americani ed europei,  forse è comprensibile la loro paura di dichiararsi sionisti. Ho appena letto che a Livorno un ragazzino di 12 anni è stato brutalmente malmenato da due ragazze di 15 che gli hanno urlato "Sei ebreo devi andare nei forni", lo hanno preso a calci e sputi finché è riuscito a scappare senza che nessuno andasse in suo aiuto. La paura à paura e purtroppo dobbiamo renderci conto che nulla è cambiato negli anni, oggi gli ebrei della diaspora rivivono il terrore dei loro padri e nonni. Alcuni hanno la forza di reagire e di tirare su la testa e dire "Sono ebreo, ti piaccia o no", altri la chinano per non farsi pestare e sputare addosso. Un cordiale shalom

***

Shalom Deborah, propongo qui un'intervista concessa a Radio Beckwith Evangelica, che è la Radio della Chiesa Evangelica Valdese (che , non a caso ricordiamolo bene, è da sempre schierata apertamente a sinistra tanto che collabora per i suoi notiziari con Radio Popolare di Milano, emittente storica della sinistra milanese) a Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche in Italia: “Lavoriamo sul concetto di vita e della gioia di vita. Siamo parte di una società che corre, respira e vive. Ma, mentre si corre e si fa parte di un intero contesto civile, non possiamo permetterci di dimenticare il nostro passato. E vogliamo ribadire ancora una volta che la memoria non è solo degli ebrei, non è un megafono ebraico, ma un megafono che dobbiamo tenere tutti insieme, nella nostra quotidianità“. Ecco il link dell'intervista : https://rbe.it/2022/01/21/run-for-mem-corsa-per-il-giorno-della-memoria/
Cordialmente

Shirel Levi

 Gentile Shirel, Non capirò mai questo desiderio di mescolanza che non porterà a nient'altro che a banalizzare sia l'unicità della Shoah che di altri genocidi avvenuti nella storia. Cosa significa "La memoria non è solo degli ebrei"? Quale sarebbe la vergogna se gli ebrei ricordassero la Shoah senza mettere in mezzo, i tutsi, gli armeni, i nativi americani,  gli uiguri, i morti nel mediterraneo e chi più ne ha più ne metta? Ogni genocidio avvenuto nei secoli ha la propria data per ricordare e quando gli armeni celebrano il ricordo del loro genocidio non mettono in mezzo gli ebrei. Solo noi dobbiamo condividere le nostre tragedie con quelle di altri popoli. Perché? Siamo stati perseguitati, ammazzati, torturati per millenni, 80 anni fa hanno ammazzato sei milioni di noi nel tentativo di cancellarci dal pianeta e adesso vogliono rubarci anche la Memoria. È una sensazione molto dolorosa che, personalmente mi riempie di una rabbia cieca. Un cordiale shalom

takinut@gmail.com

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