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Informazione Corretta Rassegna Stampa
03.01.2022 Desmond Tutu, uomo di pace o di odio?
Commenti di Deborah Fait, Antonio Donno

Testata: Informazione Corretta
Data: 03 gennaio 2022
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait - Antonio Donno
Titolo: «Desmond Tutu, uomo di pace o di odio?»
Sull'antisemitismo di Desmond Tutu pubblichiamo oggi le analisi di Deborah Fait, Antonio Donno. I giornali hanno ignorato questo aspetto, come se l'antisemitismo di Tutu non contasse nulla, mentre ci ricorda le posizioni più identiche del nazismo. E poi ci si stupisce se l'antisemitismo e l'odio contro Israele crescono. Dopo l'analisi di Fiamma Nirenstein, ecco gli interventi di Deborah Fait e Antonio Donno.
Invitiamo i lettori a scrivere alle redazioni dei quotidiani per protestare.

A destra: Desmond Tutu

Amin al-Husseini - WikipediaAdolf Hitler - Wikipedia
Il Gran Muftì di Gerusalemme - Adolf Hitler

Ecco le analisi:

Desmond Tutu, uomo di pace o di odio?
Commento di Deborah Fait

Si può lottare per ottenere i diritti civili per un popolo e odiarne un altro? Si, basta chiamarsi Desmond Tutu, arcivescovo emerito sudafricano recentemente scomparso, che, in un articolo pubblicato anni fa su Haaretz, chiedeva, attraverso il BDS, il boicottaggio totale di Israele e agli israeliani "buoni" di unirsi a lui nella protesta: "Siamo contrari all'ingiustizia dell'illegale occupazione della Palestina.(quale occupazione? Israele ha lasciato Gaza quasi 20 anni fa) Siamo contrari alle uccisioni indiscriminate a Gaza (Indiscriminate contro chi lancia missili contro i civili israeliani?) Siamo contrari alle umiliazioni inflitte ai palestinesi ai checkpoint e ai blocchi stradali. Siamo contrari alla violenza perpetrata da tutte le parti in conflitto. Ma non siamo contro gli ebrei." Non siamo contro gli ebrei, diceva, eppure tra le sue frasi celebri ve ne sono alcune che smentiscono decisamente questa ipocrisia e che dimostrano come l'arcivescovo, tanto celebrato, avesse un po' di confusione in testa. La sua non è stata una lotta senza quartiere contro Israele ma una vera crociata contro il popolo ebraico e basta leggere l'articolo di Fiamma Nirenstein per farsene un'idea. https://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=223&sez=120&id=84078&print=preview

Che fosse fanaticamente filo palestinese, come Nelson Mandela del resto, non giustifica il suo paragonare gli ebrei ai nazisti, accusandoli di volere il monopolio dell'Olocausto mentre i palestinesi, a causa loro, pativano le stesse pene. "le camere a gas sono state una morte più pulita di quella inflitta ai palestinesi da Israele". Dunque per Tutu ammazzare col gas sei milioni di ebrei è stata una cosa pulita, entravano nudi, respiravano il Cyclon B e via. Cosa c'è di più pulito al mondo? La propaganda di Desmond Tutu, urlata vestendo gli abiti dorati di arcivescovo, è stata deleteria per Israele perché chi poteva non credere a un personaggio così importante, a un "uomo di pace" di tale fatta. Chi potrebbe non credere a uno che aveva passato la vita a chiedere i diritti per i neri? Uno così non potrebbe odiare un altro popolo! Naturalmente Tutu non si è mai preso la briga di controllare, di capire se le sue parole d'odio fossero del tutto false e fuori luogo. In Israele non esiste né è mai esistita l'apartheid, ebrei e arabi in Israele vivono e lavorano insieme, gli arabi fanno i medici, gli avvocati, persino i soldati di Zahal. . Desmond Tutu sapeva cosa fosse l'apartheid eppure non si è mai fatto remore di accusare Israele, in malafede totale, per puro odio e per una erronea solidarietà con i palestinesi e il loro desiderio di distruggere Israele. Anni fa l'arcivescovo aveva incontrato i capi di Hamas, in primis Imail Haniyeh, il capo dei terroristi, con cui si era trovato in sintonia. L'odio per Israele e per gli ebrei, " Lobby che ama il denaro, troppo potente, arrogante, la causa di molti problemi nel mondo", li ha visti uniti e sodali. Il tributo al Premio Nobel per la Pace, ricevuto anche da altri nemici di Israele e odiatori di ebrei, tanto per dirne due Arafat e Obama, è stato unanime, tutto molto politically correct, Non so se potrà riposare in pace, un uomo di chiesa che ha parteggiato per una vita intera per il terrorismo dei palos, che non ha mai nominato le vittime innocenti israeliane, che ha parlato della Shoah in modo così disumano, che non ha mai condannato le migliaia di missili sparati contro le città israeliane e le vittime fatte, non può anche pretendere di riposare in pace.

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Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"

Desmond Tutu: non è tutto oro quel che luccica
Analisi di Antonio Donno

La morte dell’Arcivescovo Desmond Tutu ha suscitato un cordoglio diffuso. Ha combattuto l’apartheid in Sud Africa con grande impegno e senza risparmio di energie. Ma non è tutto oro quel che luccica. Fiamma Nirenstein, nel suo blog, http://www.fiammanirenstein.com, ha messo giustamente in risalto un aspetto della vita di Tutu che è stato quasi completamente ignorato nel generale cordoglio. Tutu era un nemico fiero di Israele e un amico dei palestinesi e della loro guerra terroristica contro lo Stato ebraico. È stato un grande sostenitore del BDS e di ogni forma di ostracismo nei confronti di Gerusalemme. Si è battuto contro il razzismo, ma ha dimenticato che il popolo ebraico è stato oggetto, nei secoli, di un razzismo che nella Shoah ha raggiunto le vette più abominevoli. Era per i poveri, gli esclusi, i perseguitati, ma tra costoro ha omesso di includere gli ebrei, oggetto di persecuzione anche da parte del mondo islamico nel corso dei secoli. Non ha mai fatto riferimento al Gran Mufti di Gerusalemme, Haj Amin el-Hussein, capo della lotta contro i pionieri ebrei presenti in Palestina e grande amico di Hitler. In un incontro con il nazista a Berlino, il Gran Mufti disse di sperare che le armate tedesche giungessero al più presto in Palestina, al fine di ripulire la regione nello stesso modo in cui stava magnificamente operando in Europa. Si riferiva agli ebrei.

Quanta ipocrisia quando Tutu si rivolgeva al popolo israeliano incitandolo a liberarsi dei propri capi politici. Diceva questo ben sapendo che una crisi politica interna allo Stato ebraico, una crisi profonda che avrebbe rovesciato l’assetto istituzionale del Paese, sarebbe stato l’inizio di un’invasione da parte degli Stati arabi e lo sterminio del popolo di Israele. Ma Tutu non si fermava alla questione della Palestina. Come i peggiori antisemiti, riteneva che gli ebrei fossero “la causa di molti problemi del mondo”, come riporta Nirenstein nel suo articolo. Quella di Tutu era ed è un’espressione tipica di tutti gli antisemiti in ogni parte del mondo, una vera e propria definizione che segna la storia ebraica nei secoli.

Tutu accostava la condizione dei neri nel Sud Africa dell’apartheid a quella dei palestinesi. Dimenticava quante volte i capi palestinesi, in primo luogo Arafat, hanno rifiutato la presenza stessa degli ebrei in Palestina in uno Stato accanto ad un altro palestinese. Il famoso “Due popoli, due Stati”. Per le dirigenze palestinesi che si sono succedute nel tempo e sempre sostenute dalla popolazione gli ebrei erano elementi estranei, da espellere a tutti i costi. Il sostegno di Tutu alla lotta dei palestinesi contro gli israeliani faceva volentieri a meno di prendere in considerazione i fatti della storia. L’elenco del rifiuto palestinese di dare vita a un proprio Stato accanto a quello israeliano è lungo: nel contesto dei trattati successivi alla fine della Grande Guerra; a proposito delle conclusioni della Commissione Peel nel 1936-37; al momento della spartizione in seno alle Nazioni Unite nel novembre del 1947; in conseguenza degli Accordi di Oslo del 1993; a Camp David nel 2000 di fronte alle proposte di spartizione avanzate dall’israeliano Ehud Barak e caldeggiate da Bill Clinton. Un rifiuto a priori, perché l’idea di Arafat era la costituzione di un solo Stato, quello palestinese, e l’eliminazione di quello israeliano.

Per questi motivi, l’accostamento sbandierato da Tutu tra la condizione dei neri in Sud Africa e quella dei palestinesi era falso, perché ignorava volutamente la diversità dei contesti storici tra le due situazioni e l’evoluzione dei fatti al loro interno. Il cordoglio generale per la morte di Tutu è giusto, ma deve essere considerato in rapporto alla strenua lotta da lui sostenuta per i neri sudafricani. La questione israelo-palestinese è tutt’altra cosa.

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Antonio Donno

takinut@gmail.com

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