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Informazione Corretta Rassegna Stampa
31.05.2021 Ebrei su la testa! Basta chiedere scusa
Commento di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 31 maggio 2021
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Ebrei su la testa! Basta chiedere scusa»
Ebrei su la testa! Basta chiedere scusa
Commento di Deborah Fait

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Dei miei anni in Italia, anni bellissimi nel mio paese di nascita, questi sono tra i ricordi peggiori che ho: "perché porti la "croce" di Davide? ...sei ebrea? Però, non sembra (forse cercavano qualche segno particolare, tipo la coda o le orecchie a punta)" Poi la frase che non mancava mai era " ma non ti vergogni per quello che fate ai palestinesi…perché gli rubate la terra?" e così via, all'infinito. In alcuni periodi accadeva quasi giornalmente e ovunque, per la strada, al bar, a casa di amici. Gente che non mi conosceva e si sentiva in diritto di attaccarmi a parole solo perché portavo al collo il Maghen David. Essendo io una che non si lascia dire niente senza reagire e non avendo mai paura dei vigliacchi, spesso gli amici dovevano trascinarmi via da una possibile rissa. Vabbè ero molto più giovane e, provenendo politicamente dai Radicali, non mi comportavo proprio da "signora". Chi offendeva Israele veniva offeso da me mille volte tanto. La mia teoria era: con chi si può parlare si parla e si spiega fino a restare senza fiato ma con chi è refrattario al dialogo e alla comprensione, si rende pan per focaccia. Chi mi attaccava non poteva sopportare la mia non paura, la mia lingua sempre pronta a rispondere per farli sentire, davanti a tutti, dei poveracci ignoranti e, peggio, degli sporchi antisemiti, esattamente quello che erano.

Quando in Israele c'è la guerra, quando Israele viene attaccata da missili sulla popolazione civile, da aerostati incendiari che danno fuoco a ettari di campi coltivati o di foreste con gravi perdite di fauna selvatica e preziosa, il silenzio nel mondo è assordante. Nel momento in cui Israele reagisce ecco che parte la solita campagna di odio, ebrei vengono bastonati, sinagoghe distrutte, ristoranti rasi al suolo, giovani o anziani finiti in ospedale per i pugni e i calci di tanti energumeni. Branchi di arabi e non arabi si scatenano e vanno a cercare l'ebreo, sono molto coraggiosi quei pendagli da forca, vanno in 10 contro uno. E' successo anche in Israele, appena scoppiata la guerra, attraverso il web hanno cercato di infiammare le piazze, alcuni arabiisraeliani hanno tentato di rivoltarsi e giù botte agli ebrei per la strada, e fuoco nelle sinagoghe, persino negli ospedali ma avevano fatto male i conti, sono arrivate le nostre "teste calde" e li hanno rimenati. Adesso la calma è totale. Va bene, dicono che sia brutto rispondere alla violenza con la violenza ma intanto hanno visto che reagivamo e si sono calmati di colpo. Gli arabi israeliani sanno ragionare e sanno perfettamente di vivere in una democrazia. IN qualsiasi altro paese del MO sarebbero stati massacrati dalla polizia, in Israele oggi lavorano e studiano, hanno riaperto i loro negozi come se niente fosse accaduto. Amici come prima. Quello che intendo dire è che la dobbiamo smettere di chiedere scusa se esistiamo, se Israele esiste, se Israele si difende, dobbiamo smettere di pensare che siamo "gli intoccabili, i paria della storia". Dobbiamo renderci conto che mai nessuno ha fatto manifestazioni contro i cinesi per il massacro delle minoranze islamiche, nessuno al mondo fermerebbe un cinese per la strada per chiedergli "ma non ti vergogni per quello che fate agli uiguri?" Nessun siriano potrebbe essere pestato per quello che Assad ha fatto in Siria, milioni di morti, centinaia di migliaia di bambini, anche palestinesi, ma se muoiono ammazzati da altri arabi, i palestinesi valgono meno di zero.

Dobbiamo smettere di vivere nella paura che uscendo di casa qualcuno potrebbe prenderci a pugni solo perché sa che siamo ebrei, dobbiamo smettere di accettare di vedere la paura negli occhi dei nostri bambini e capire che nessuno in Europa ha detto una sola parola contro il genocidio fatto dagli arabi dell'Isis dei Yazidi o dei kurdi. Nei giorni successivi alla guerra contro Hamas, ho visto con gioia cortei di ebrei e bandiere di Israele sventolare al vento ma vorrei vederne di più, molte di più, vorrei vedere gli ebrei scendere per strada ogni volta che Israele viene aggredito da guerre e terrorismo, ogni volta che qualche ebreo viene ammazzato solo per la colpa di esserlo, anche se accade in Francia si può e si deve farlo anche in Italia, ognuno prenda la propria bandiera e vada fuori a gridare che è finita l'era in cui gli ebrei potevano venire ammazzati impunemente! Grazie a Israele gli ebrei sanno che la paura dei secoli passati è finita, devono alzare la testa, guardare negli occhi i tanti vigliacchi, anche quelli che dall'Italia, non hanno avuto nemmeno il coraggio di telefonare per chiedere "come stai? Sei viva? Hai paura?". Guardarli negli occhi e dire "Sono ebreo, ne sono orgoglioso, Viva Israele!" Dobbiamo ricordare che difendendo Israele difendiamo noi stessi, e, cosa altrettanto importante, non passeremo per i soliti "ebrei di corte", quelli che per apparire buoni danno addosso a Israele, non sono quelli gli "ebrei buoni" , in realtà sono dei gran codardi. Ricordiamoci che stare zitti e buoni, lasciare Israele sbrigarsela da solo senza la minima solidarietà da parte nostra, se non in silenzio tra le mura di casa, nasconderci e stare calmi perché la nostra educazione ci impedisce di urlare lo sdegno, tutto questo non ci ha mai aiutati, anzi, ha fatto sì che potessero farci solo del male. La storia insegna: lo stare zitti ha fatto di noi le vittime sacrificali per cui nessuno muoveva un dito.

Adesso tocca a noi! E dobbiamo dire a gran voce BASTA! L'orgoglio ebraico è la nostra unica arma contro la viltà di questo povero debole ingiusto mondo. Amici ebrei, il silenzio non serve a niente, aspettare che la belva antisemita si tranquillizzi ancora meno, dobbiamo reagire sempre, dobbiamo mettere la kippà in testa, la stella al collo e li occhi dritti verso il nemico finchè lui abbasserà i suoi. Allora avremo vinto.

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Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"


takinut@gmail.com

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