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Informazione Corretta Rassegna Stampa
10.05.2021 IC7 - Il commento di Dario Peirone: Successi economici e propaganda antisionista
Dal 2 all'8 maggio 2021

Testata: Informazione Corretta
Data: 10 maggio 2021
Pagina: 1
Autore: Dario Peirone
Titolo: «IC7 - Il commento di Dario Peirone: Successi economici e propaganda antisionista»
IC7 - Il commento di Dario Peirone
Dal 2 all'8 maggio 2021

Successi economici e propaganda antisionista

Israeli Consul General Akiva Tor - Excerpts from Talk April 25 2010 and  Interview on Shalom Portland | KBOO
Akiva Tor

Da diversi mesi ormai Israele è balzato agli onori delle cronache come mai prima, non per il conflitto con i palestinesi ma per la sua capacità tecnologica e la rapidità nel piano delle vaccinazioni contro il Covid19. Anche in questo caso, Israele è stato il laboratorio del mondo, pagando il vaccino al doppio del prezzo europeo e impegnandosi a condividere i dati sulla sua efficacia con la casa farmaceutica Pfizer. Questa decisione coraggiosa è avvenuta principalmente grazie all’autorevolezza e alla capacità del Primo Ministro Benjamin Netanyahu, oggi il “grande odiato” della politica israeliana. Eppure, i risultati che è riuscito a raggiungere negli ultimi 12 mesi sono impressionanti.

La relazione privilegiata con l’amministrazione Trump ha portato risultati inimmaginabili fino a poco tempo fa, come gli accordi di pace cosiddetti “di Abramo”. Questi accordi hanno aperto grandi opportunità economiche per Israele che, pure, dagli inizi degli anni 2000 (anche per merito delle politiche economiche di Netanyahu) aveva già avuto un’impressionante crescita del PIL e si è imposta come centro tecnologico mondiale. Un mio caro amico, Akiva Tor, già console israeliano a San Francisco (in pratica, il rappresentante della Silicon Wadi nella Silicon Valley) è stato scelto proprio da Netanyahu come ambasciatore israeliano in Corea del Sud. Anche in questo caso, l'obiettivo è economico: da lungo tempo si parla del primo accordo di libero scambio tra la Corea e Israele, che sarebbe anche il primo di Israele con un paese dell'Asia e il primo della Corea con uno stato del Medio oriente.

L’accordo dovrebbe produrre molti vantaggi, infatti oltre il 95% delle esportazioni israeliane in Corea potrebbe diventare esente da dazi doganali, con la riduzione di dazi su macchinari e apparecchiature elettroniche, dispositivi meccanici, fertilizzanti, apparecchiature mediche, cosmetici, prodotti in plastica, metalli, succhi di frutta e vino. In particolare, l'accordo avrà come conseguenza l’abbassamento dei prezzi di auto come Hyundai e il suo marchio Kia, che insieme in Israele detengono una quota di mercato del 33%. Inoltre, diverse automobili europee, come i veicoli elettrici di VW, utilizzano batterie prodotte in Corea, quindi si prevede una diminuzione dei prezzi in Israele anche per quei modelli. Eppure, nonostante questi successi economici, Netanyahu non è riuscito a compiere il “miracolo” politico di riunire il paese intorno alla sua leadership, uscendo dalle ultime elezioni leggermente rafforzato nei voti, ma politicamente ancora più indebolito. L’attuale mancanza di leadership è un problema per un paese come Israele, sempre sotto attacco. Non è un caso che proprio in questi giorni stiano nuovamente scoppiando scontri con la popolazione araba e continuino gli attacchi missilistici da Gaza.

Neil Rimer - Wikipedia
Neil Rimer

Anche i successi economici, senza una forte leadership politica non possono da soli fare da deterrente contro la propaganda antisionista. È della scorsa settimana la denuncia del Jerusalem Post dell’ennesimo e macroscopico esempio di ipocrisia nei confronti di Israele. Neil Rimer è un imprenditore svizzero-canadese che vive a Ginevra ed ha studiato ad Harvard, Stanford e a London School of Economics. Insomma, il meglio della formazione “progressista” internazionale ed un formidabile club per fare business. Infatti, Rimer è il fondatore e un partner di Index Ventures, uno dei primi fondi di venture capital creati in Europa, con sede a Ginevra. Dove investe alla grande Index ventures? Ma ovvio, in startup israeliane. Stiamo parlando di investimenti di centinaia di milioni di dollari, con ritorni finanziari favolosi, che sono cresciuti di anno in anno. Attualmente, il portafoglio di Index Ventures che figura nel database israeliano Start-Up Nation Central comprende 21 società. Un articolo del 2016 sul sito web di Index Ventures elenca Israele come una delle tre località in cui l'azienda investe in "startup dirompenti guidate dai fondatori migliori e più ambiziosi". Il sito presenta anche un articolo del 2014 che incoraggia con entusiasmo Israele come "leader mondiale” delle startup. Peccato però che lo stesso Rimer, da buon miliardario “liberal”, sia diventato anche membro del board della ONG Human Rights Watch (HRW) dal 2009, ed addirittura co-presidente nel 2020. Il suo profilo sul sito web di HRW lo presenta come importante venture capitalist, menzionando 11 aziende con cui ha lavorato o in cui ha investito, nessuna delle quali israeliana. Un bel “venture washing”, per usare un termine caro agli odiatori di Israele! Una delle sue prime dichiarazioni, è stata sui pericoli dei governi che utilizzano strumenti tecnologici per abusare dei diritti umani. Per un imprenditore che investe in tecnologia, la cosa suona un po’ strana.

Visto che abbiamo due indizi, ecco infine l'ultima prova. Ad aprile 2021, per la prima volta nella sua storia, Human Rights Watch ha pubblicato un report accusando Israele di apartheid e invitando le Nazioni Unite a punirlo con un embargo sulle armi. Alle richieste di un’intervista da parte del Jerusalem Post, il signor Rimer e il fondo Index Ventures non hanno però mai dato una risposta. Davvero un grande esempio di coraggio e coerenza. Purtroppo, come si vede da questo esempio, le vie dell'odio contro Israele sono molteplici e subdole, e non si fanno problemi a sfruttare i vantaggi economici della creatività israeliana, allo stesso tempo attaccando il diritto degli ebrei a vivere in un loro stato. Speriamo davvero che Israele ritrovi unità e una leadership politica forte, perché questa vergognose menzogne e queste ipocrisie vanno monitorate e combattute con forza e a testa alta.

Immagine correlata
Dario Peirone,
Professore Associato di Economia e gestione delle imprese - Dipartimento di Giurisprudenza, Università di Torino

takinut3@gmail.com

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