|
| ||
|
||
Natanz e le sue conseguenze
Analisi di Antonio Donno
Joe Biden La distruzione del sito iraniano di Natanz per l’arricchimento dell’uranio per mano degli israeliani è una sfida senza pari alle pretese di Teheran di riprendere la strada dell’egemonia nel Medio Oriente e di riproporsi come potenza nucleare a livello mondiale. Le recenti dichiarazioni di alcuni esponenti di primo piano del regime sulla incoercibile volontà dell’Iran di distruggere Israele ha subito un’offesa terribile da parte di Gerusalemme. Ogni volta che Teheran rialza la testa, proponendosi come la potenza in grado di cancellare l’entità sionista, riceve uno schiaffo da parte israeliana tale da ridimensionare d’un sol colpo la propria vanteria.
Ma questo punto di vista iraniano presenta una debolezza di fondo, legata ai fatti che dal 2015 ad oggi hanno caratterizzato il programma nucleare di Teheran. L’Iran, nonostante quegli accordi, ha continuato a sviluppare segretamente il proprio progetto, come è stato attestato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) e soprattutto dal ripetuto rifiuto dell’Iran di far accedere gli ispettori internazionali in alcuni siti fondamentali degli impianti nucleari iraniani. Tale rifiuto, al di là delle inaccettabili giustificazioni del regime, è la dimostrazione che gli accordi del 2015 sono stati chiaramente violati da Teheran e che, anzi, quegli stessi accordi, così come sono stati firmati dall’Iran, dagli Stati Uniti di Obama e da alcuni paesi europei, contenevano vie di fuga per la loro violazione. L’Amministrazione Biden non può negare queste evidenze.
La seconda ben più probante spiegazione dell’azione israeliana è la seguente: l’Iran ha bisogno dell’avallo negoziale americano per continuare a sviluppare segretamente il proprio programma nucleare. Di fronte a questo pericolo, Gerusalemme non ha altra scelta che colpire i siti nucleari iraniani, senza soluzione di continuità. Se l’Amministrazione Biden dovesse riconfermare gli accordi del 2015, con qualche insignificante modifica per non perdere la faccia, Teheran trarrebbe la conclusione che gli Stati Uniti lasciano, di fatto, campo libero all’incremento sotterraneo del proprio progetto nucleare. A questo punto, Israele non avrebbe altra scelta che colpire i siti nucleari iraniani per impedire il completamento del programma di Teheran. Washington si trova di fronte ad un problema di difficile soluzione: stipulare patti definitivi con l’Iran e, nello stesso tempo, difendere l’incolumità dello Stato ebraico. Ma i patti dovrebbero comportare finalmente approfonditi, periodici accertamenti da parte degli ispettori internazionali, questione che non è nelle intenzioni negoziali del regime iraniano. Israele attende un passo importante da parte americana per discutere il problema iraniano nel più vasto contesto del Medio Oriente.
Antonio Donno takinut3@gmail.com |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |