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Informazione Corretta Rassegna Stampa
24.08.2020 IC7 - Il commento di Davide Romano: L'autoritarismo di Erdogan
Dal 17 al 22 agosto 2020

Testata: Informazione Corretta
Data: 24 agosto 2020
Pagina: 1
Autore: Davide Romano
Titolo: «IC7 - Il commento di Davide Romano: L'autoritarismo di Erdogan»
IC7 - Il commento di Davide Romano
Dal 17 al 22 agosto 2020

L'autoritarismo di Erdogan

Entretien téléphonique entre Erdogan et Poutine
Recep T. Erdogan

Viviamo indubbiamente un’epoca di razzismo esasperato. Il Parlamento europeo votò due anni fa per attivare sanzioni contro l’autoritario Orban, proposta che non passò grazie all’opposizione del Consiglio Europeo. Ma se c’è qualcuno che ha ampiamente superato il premier ungherese in termini di autoritarismo questo è Erdogan, che invece non rischia mai nulla. Tanto meno sanzioni. Un chiaro esempio di “due pesi due misure” basato su una inaccettabile discriminazione di carattere religioso. Non solo il presidente turco sta distruggendo lo Stato di diritto, sospendendo sindaci eletti, chiudendo giornali, incarcerando oppositori. Ma fa sentire la sua aggressività militare all’estero su tutti i fronti possibili: nel Mediterraneo, contro Grecia, Cipro, Francia, Egitto e Israele (tutti partner associati insieme, per sfruttare i nuovi giacimenti trovati nel mediterraneo orientale). In Libia, dove sta occupando uno Stato manu militari, da cui ricatterà il nostro Paese decidendo quando e quanti migranti inviare. In pochi ricordano come un paio di anni fa la marina militare turca bloccò con navi militari le legittime operazioni di trivellazione che una piattaforma Eni stava per iniziare con l’assenso di Cipro. Tale politica in Turchia ha un nome: “diplomazia delle cannoniere”. Ma le cancellerie europee e statunitensi non ci sentono, o non vogliono sentire l’arroganza neo-ottomana. In Medio Oriente, Ankara ha invaso territori siriani che non hanno alcuna intenzione di restituire. Eppure se si parla di Libia e Siria non si trova un diplomatico o una cancelleria europea che parli di “territori occupati”. Curioso, no?

In Africa centrale, inoltre, Erdogan sta entrando in ogni spazio lasciato vuoto: dal Mali alla Somalia, passando per il Niger, Togo e la Guinea Equatoriale, quest’ultima ricca di petrolio. Il nuovo colonialismo ottomano sta insomma dispiegando le proprie pedine, siano esse diplomatiche o armate. E non dimentichiamo le moschee, che grazie ai generosi finanziamenti del Qatar (alleato di ferro del raìs turco) permettono di espandere l’islam estremista dei Fratelli Musulmani dall’Africa al Medio Oriente, per non parlare del nostro continente. Ma nessuno ha intenzione (o il coraggio?) di ribellarsi all’aggressività turca. Simbolicamente significativo è il caso di Santa Sofia, dove l’umiliazione all’intera cristianità è andato in diretta televisiva mondiale senza reazioni concrete. Come dicevamo all’inizio, non c’è paragone tra quanto fatto da Orban e da Erdogan. Eppure al primo sono state minacciate sanzioni, al secondo vengono dati miliardi di euro perché ci ricatta con i migranti. Pagheremo carissima questa sottomissione. Tutti questi continui “porgere l’altra guancia” da parte occidentale, sono interpretati da Ankara come debolezze. Per questo Erdogan continua ogni mese a creare una nuova crisi, certo che non pagherà mai alcun prezzo. Visto che Trump non ha alcuna voglia di intervenire al riguardo, tocca solo a noi europei gestire la situazione. Personalmente credo bisognerebbe imporre sanzioni subito ad Ankara, visto che l’Europa è basilare per l’economia turca. Ma la tela ottomana ha ormai imbrigliato un’Europa sempre più imbelle e ricattabile con l’arma dei migranti (ora anche dalla Libia, oltre che dalla Grecia). Siamo ormai come quegli insetti intrappolati nella ragnatela: o diamo un colpo d'ala e ci liberiamo, o finiremo nelle fauci del ragno turco che ci avvolge ogni giorno di più nella sua morbida ma letale tela.

P.S. con la scoperta venerdì 21/8 dei giacimenti di gas nel Mar Nero la Turchia diventa ancora più pericolosa. Il suo punto debole infatti, era l'economia. Erdogan nei sondaggi era dato in calo.Ora che incasserà i proventi dei suoi nuovi giacimenti, l'economia potrà essere rilanciata, e il raìs comprare consenso. La situazione si è fatta ancora più preoccupante.


Davide Romano
Conduttore televisivo, scrittore, collabora con La Repubblica - Milano
Già Assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Milano


takinut3@gmail.com

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