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Informazione Corretta Rassegna Stampa
31.08.2019 Abu Mazen accetta di prendere denaro da Israele, ma mente per salvare la faccia
Analisi di Maurice Hirsch

Testata: Informazione Corretta
Data: 31 agosto 2019
Pagina: 1
Autore: Maurice Hirsch
Titolo: «Abu Mazen accetta di prendere denaro da Israele, ma mente per salvare la faccia»
Abu Mazen accetta di prendere denaro da Israele, ma mente per salvare la faccia
Analisi di Maurice Hirsch

(da Palestinian Media Watch,  versione italiana di Yehudit Weisz)


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Armarsi di pazienza e leggere con attenzione questo rapporto della benemerica Palestinian Media Watch sui rapporti finanziari tra Israele e l'Autorità palestinese, cioè Abu Mazen. Non essendo la palestina uno Stato, è Israele che si presta a curare le relazioni commerciali estere, con tutte le difficoltà politiche che comporta. L'analisi di Maurice Hirsch ci aiuta a capirle.

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Maurice Hirsch


Mesi dopo aver gettato intenzionalmente l'economia palestinese in una crisi finanziaria, l'Autorità palestinese ha finalmente acconsentito ad accettare due miliardi di shekel da Israele ( 1 euro=4 shekel, NdT). Al fine di giustificare questo passo ai propri cittadini e alla comunità internazionale l'AP ha dovuto inventarsi una giustificazione, nella speranza che la verità non sarebbe ma venuta a galla.

Quando nel febbraio del 2019, Israele aveva varato la legge anti detta"Pay for Slay" (“Pagati per uccidere” in merito all’uso di quei soldi) e iniziato a detrarre dalle entrate fiscali che Israele riscuote e trasferisce all’AP, 41 milioni di shekel al mese per un importo di 502 milioni di shekel all’anno, cifra che corrisponde a quanto l’Ap stessa ha ammesso di aver speso nel 2018 per pagare gli stipendi ai terroristi in carcere e a quelli in libertà, l'AP rispose rifiutandosi di accettare tutte le entrate fiscali rimanenti. A partire da quel momento, le centinaia di milioni di shekel che Israele ha raccolto ed intendeva trasferire all'AP, sono rimasti custoditi nelle casse di Israele, nell’attesa che l'AP li accettasse.

All'epoca, l'AP aveva affermato che accettare i fondi con la detrazione, avrebbe significato ammettere che i palestinesi arrestati sono dei terroristi e che quella mossa avrebbe avuto “delle gravi ripercussioni politiche, implicazioni legali per l’AP come Autorità, per il settore bancario, per i beneficiari e così via.”
Ora l'AP ha improvvisamente acconsentito di accettare due miliardi di shekel da Israele.
Durante l'annuncio, il Ministro degli Affari Civili dell'AP, Hussein Al-Sheikh, ha affermato che i fondi erano stati riscossi “dopo estenuanti negoziati” e che l'AP avrebbe importato petrolio "senza la tassa ‘blu’ retroattivamente per gli ultimi 7 mesi.”Solo in un'intervista con AFP ( l’Agenzia di Stampa francese) , Al-Sheikh ha citato la cifra di due miliardi di shekel.

Quanto esposto dall’AP contiene tre falsificazioni:
In primo luogo, non vi sono state "trattative estenuanti". Israele era disposto già da mesi a trasferire le tasse che aveva raccolto, ma l'AP non voleva accettare gli importi con le detrazioni. Le uniche "trattative estenuanti" richieste sono state le negoziazioni interne all'Autorità palestinese, su come rigirare la decisione di accettare i fondi senza che fosse chiaramente vista come una rinuncia alla rappresentanza del potere dell'Autorità palestinese.

In secondo luogo, la legge israeliana richiede che vengano riscosse le tasse "Blu" su tutto il gas e il combustibile venduti in Israele. Una disposizione separata della legge, consente alle autorità israeliane di trasferire all'AP ogni tassa "Blu" raccolta su gas e carburanti destinata alle aree sotto controllo dell'AP.
Dal momento che la Knesset israeliana non è in funzione da diversi mesi (a causa delle scorse elezioni e di quelle del prossimo 17 settembre), è impossibile che sia stato approvato un qualsiasi cambiamento su queste leggi che consentirebbe all'AP di importare retroattivamente "petrolio senza tasse" Blu "negli ultimi 7 mesi”.

In terzo luogo, le statistiche pubblicate dal Ministero delle Finanze dell'AP (e verificate in modo indipendente da Palestinian Media Watch ) mostrano che nella prima metà del 2019, il reddito derivante dalla tassa "Blu" è stato di 1,27 miliardi di shekel, considerando una media mensile di circa 211 milioni di shekel. Il che significa che accettando 2 miliardi di shekel (che sono centinaia di milioni in più rispetto al gettito della tassa "Blu"), l'AP ha di fatto ceduto alla richiesta di Israele di accettare il gettito fiscale meno i soldi da versare ai terroristi.

Per salvare la faccia, l'Autorità palestinese sta mentendo alla propria gente e alla comunità internazionale dichiarando che acconsente a ricevere soltanto i soldi della tassa "Blu". Sebbene ciò sia perfettamente chiaro a coloro che hanno familiarità con le finanze dell'AP e la procedura legislativa israeliana, non è del tutto improbabile che molti fra la popolazione palestinese e nella comunità internazionale abbiano accettato le spiegazioni di Al-Sheikh, supponendo che stesse dicendo la verità.
La legge israeliana Anti-"Pay for Slay" era stata approvata a luglio del 2018. La legge ordina allo Stato di detrarre e congelare la quantità di denaro che l'AP paga in stipendi ai terroristi in carcere ed alle famiglie dei "martiri" in un anno dai contributi fiscali che Israele raccoglie, e di trasferirla all’AP l'anno successivo.
Se l'AP dovesse interrompere questi pagamenti per un anno intero, il governo israeliano avrebbe la possibilità di dare tutto o parte del denaro congelato all'AP.

La legge è stata applicata per la prima volta nel febbraio del 2019, poco dopo l'omicidio di Ori Ansbacher, quando il Comitato ministeriale per gli affari di sicurezza nazionale israeliano ha deciso di trattenere 502.697.000 shekel israeliani (circa 138 milioni di dollari) dal trasferimento all’AP, tramite 12 rate mensili.
In risposta alla decisione, l'AP aveva annunciato che se Israele avesse attuato la legge e dedotto i fondi, l'AP si sarebbe rifiutata di accettare qualsiasi fondo.
Riyad Al-Malki, Ministro degli Esteri dell'Autorità Palestinese ha dichiarato:
" Ieri è stato concordato in una riunione con Sua Eccellenza il Presidente Abbas di inviare un messaggio ufficiale alla parte israeliana, in base al quale non saremo disposti ad accettare alcun importo parziale del denaro fiscale che deve essere trasferito ufficialmente alla parte palestinese. Questo messaggio è stato trasmesso alla parte israeliana in modo ufficiale".[Official AP TV, Feb. 21, 2019]

Il Primo Ministro dell'AP Muhammad Shtayyeh ha successivamente aggiunto:
"Noi vogliamo inequivocabilmente tutti i nostri soldi per intero. Non accetteremo di essere soggetti a estorsioni, perché se accettassimo delle detrazioni, ci saranno delle gravi ripercussioni politiche, e implicazioni legali per noi come Autorità, per il settore bancario, per i beneficiari e così via. Perciò non possiamo condannare i nostri prigionieri in alcun modo. I nostri prigionieri sono nelle carceri per la libertà della patria. I nostri prigionieri sono nelle carceri perché si tratta di processi a combattenti, non a dei terroristi come afferma Israele. In generale, noi - come il Presidente dell’AP Mahmoud Abbas ha detto più volte:Se ci rimanesse un ultimo centesimo, questo sarà destinato ai prigionieri e alle famiglie dei martiri ( Shahid ), che hanno sacrificato il loro sangue per la Palestina.” [Official AP TV, April 30, 2019]

Apparentemente a seguito della decisione di rifiutare le entrate fiscali dopo la detrazione, l' AP ha deciso di tagliare gli stipendi a tutti i suoi dipendenti pubblici e per mesi ha pagato loro solo il 50% degli stipendi. Durante questo periodo, i terroristi in carcere hanno continuato a ricevere intero il loro salario. Ha anche deciso di sospendere i ricoveri dei palestinesi negli ospedali israeliani per ricevere cure mediche sostenendo, falsamente, che Israele addebita l'AP di 100 milioni di dollari all’anno.
Ogni mese Israele raccoglie centinaia di milioni di Shekel e li trasferisce all'AP. Questi fondi costituiscono il 50% dell'intero budget dell'AP.


takinut@gmail.com

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