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Informazione Corretta Rassegna Stampa
27.05.2019 IC7 - Il commento di Carlo Benigni: Mala tempora currunt, ma ci sono due buone notizie
Dal 19 al 25 maggio 2019

Testata: Informazione Corretta
Data: 27 maggio 2019
Pagina: 1
Autore: Carlo Benigni
Titolo: «IC7 - Il commento di Carlo Benigni: Mala tempora currunt, ma ci sono due buone notizie»
IC7 - Il commento di Carlo Benigni
Dal 19 al 25 maggio 2019

Mala tempora currunt, ma ci sono due buone notizie


Risultati immagini per elezioni europee

Sono a dir poco inquietanti i segnali lanciati dalle due forze attualmente al Governo. Si fa strada la volontà di sostituire lo Stato di diritto con lo Stato etico e la democrazia rappresentativa con la "democrazia diretta" (da chi?) ; si vorrebbe introdurre, contro i dettami della costituzione repubblicana, il vincolo di mandato. Il ricorrente rifiuto di riconoscere l'autonomia degli organi istituzionali, italiani e internazionali, dalla magistratura alla Banca d' Italia, dall'OCSE alla Commissione Europea, dal FMI alle agenzie di rating, ha determinato un crescente isolamento dell'Italia, che dopo le elezioni del 26 maggio avrà un peso marginale ai vertici della UE, se vi sarà continuità di Governo. Il rifiuto del ruolo delle élites, intese come classe dirigente, e la teoria di uno vale uno, segnano una stagione in cui la politica rinuncia a visioni di lungo periodo, sprofonda nel provincialismo, si affida alla protezione della Madonna e si limita a far proprie le emotività registrate sui social, nella prospettiva di una "decrescita felice". Intanto, l'Italia conta sempre meno nel contesto europeo ed internazionale, e gli scenari dell'economia sono a dir poco drammatici. La verifica avverrà dopo le elezioni e con la legge di bilancio. Sull'economia si addensano nuvole nerissime; con quasi certezza andremo verso una crisi strutturale irreversibile, se il Governo non cambierà la propria linea, prendendo atto "in extremis" della realtà. 

Un caso emblematico: Radio Radicale
Come è noto, il Governo ha deciso di sospendere i finanziamenti alla radio che da 43 anni garantisce un servizio di informazione completo, imparziale e senza mediazioni, non rinnovando la convenzione a suo tempo stipulata per la trasmissione delle dirette dal Parlamento. Sembra ancora possibile che si apra uno spazio che consenta alla radio di partecipare ad una gara per l'affidamento di questo servizio, e di salvarne l'archivio, memoria storica dell'Italia repubblicana. Le motivazioni con cui il sottosegretario Vito Crini (definito "gerarca minore" dal compianto Massimo Bordin) sono ideologiche e denotano un'avversione per il pluralismo dell'informazione. L'UDAI ha espresso solidarietà con Radio Radicale, da sempre amica di Israele. Speriamo che prevalga il buon senso: a favore della radio vi è una maggioranza trasversale che comprende la Lega, tutte le opposizioni e anche qualche esponente del M5S. Forse, ad elezioni avvenute, ci saranno le condizioni per un voto in Parlamento. 

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Politica estera: contano i fatti, e ci dicono che l'Italia, nelle organizzazioni internazionali, a partire dall'ONU, si schiera contro Israele
Malgrado il vicepresidente e ministro degli Interni Matteo Salvini non perda occasione per esprimere vicinanza con Israele e apprezzamento per il premier Benjamin Netanyahu, al momento del dunque l'Italia si pronuncia contro Israele, seguendo la linea del sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, pregiudizialmente ostile allo Stato ebraico. La più recente conferma si era avuta nello scorso febbraio, in occasione della riunione annuale del Consiglio dei Diritti dell'Uomo dell'ONU. In tale sede l'Italia ha espresso più voti contro Israele, in particolare sulle proposte di risoluzione sul "diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione", sulla "situazione dei diritti dell'uomo nel territorio palestinese occupato", sulle "colonie di ripopolamento israeliane del territorio palestinese occupato, compresa Gerusalemme-Est e il Golan siriano occupato". Più in generale sembra in discussione la alleanza con gli Stati Uniti, fondamento della politica estera italiana a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. In un contesto di improvvisazione e di perdita di ruolo internazionale, vi sono chiari segnali di spostamento verso la Russia di Putin e di simpatia per le "democrazie autoritarie", di cui Orban è il principale esponente. La democrazia autoritaria è la prospettiva strategica dell'attuale maggioranza Lega-M5S. 

...e intanto l'Università di Siena stringe accordi con quella di Gaza, dove si insegna la guerra a Israele
Lo ha segnalato Giulio Meotti sul Foglio: "Il 12 novembre responsabili della cooperazione UE nei territori palestinesi e dell'Agenzia UE per l'istruzione hanno lanciato da Ramallah il nuovo programma Erasmus fra le università europee e palestinesi". L'Università di Siena è stata la prima a stabilire un rapporto con quella di Gaza, voluta dal fondatore di Hamas, lo sceicco Yassin. L'Università è stata accusata da Israele di mettere a disposizione, presso la sua sede, "laboratori per razzi", oltre che a "fungere da sede per riunioni segrete dei leader militari". Meotti aggiunge che "Al Fatah ha accusato Hamas di avervi tenuto nascosto il caporale israeliano Gilad Shalit". Tutto normale? L 'Università di Siena e il Ministero della Pubblica Istruzione, dell'Università e della Ricerca non hanno nulla da dire? 

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Ma ci sono due buone notizie
L'Eurovision Song Contest ha fatto risplendere una volta di più la realtà di Israele
Sono miseramente fallite le iniziative di BDS proposte da artisti in declino e da organizzazioni minori in cerca di visibilità. In più, l'italianissimo Mahmood, secondo classificato con "Soldi soldi", primo nelle vendite in tutta Europa, ha detto al mondo il suo amore per Israele. 

Il Parlamento tedesco ha approvato alla quasi unanimità una mozione di condanna del movimento BDS, classificandolo come "razzista e antisemita"
Di conseguenza, il movimento sarà privato degli incentivi e finanziamenti pubblici garantiti a tutte le associazioni senza scopi di lucro. Come riporta Informazionecorretta, il Ministro degli Esteri ad interim di Israele, Yisrael Katz, ha auspicato che altri parlamenti europei seguano l'esempio tedesco. Lo farà il nostro Parlamento? Vale la pena di attivarci a questo scopo. 

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Carlo Benigni
presidente nazionale UDAI (Unione di Associazioni pro Israele)

takinut3@gmail.com

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