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Informazione Corretta Rassegna Stampa
14.01.2019 Ofer Sachs, Johanna Arbib, Enzo Cavaglion
IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti. Dal 6 al 12 gennaio 2019

Testata: Informazione Corretta
Data: 14 gennaio 2019
Pagina: 1
Autore: Claudia De Benedetti
Titolo: «Ofer Sachs, Enzo Cavaglion, Johanna Arbib»

IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti
Dal 6 al 12 gennaio 2019

Ofer Sachs, Enzo Cavaglion, Johanna Arbib

A destra: l'Ambasciatore di Israele in Italia, Ofer Sachs

Nel corso della settimana appena conclusa l’Ambasciatore d’Israele in Italia Ofer Sachs ha trascorso due intense giornate a Torino, nel pomeriggio di giovedì ha incontrato gli amici dell’Associazione Italia Israele. Come di consueto l’appuntamento, ospitato dalla Fondazione Camis de Fonseca, è stato particolarmente atteso e partecipato. Si è parlato delle prossime elezioni israeliane, di BDS, di sicurezza e presidio dei confini, della recente visita di Salvini in Israele: delle sue dichiarazioni su Hezbollah, delle potenzialità di cooperazione accademica ed economica con le eccellenze italiane, del gasdotto Eastmed. L’Associazione Italia Israele di Torino ha una storia importante: dal 1985 svolge una preziosa e capillare attività di formazione e informazione corretta su Israele e Medio Oriente, si rivolge a un numero sempre crescente di soci e simpatizzanti.

Nei prossimi mesi sono in programma due viaggi in Israele, sarà, come di consueto, Angela Polacco a guidare i gruppi. Il turismo per Israele è un bene prezioso, una ricchezza che passa quotidianamente per le mani delle guide turistiche. Nel 1967, ancora bambina ho potuto visitare per la prima volta Gerusalemme unita accompagnata da Gonda Israel, minuta e gracile signora, scampata ai campi di sterminio nazisti, moglie di Liko, uno dei cinque compagni di Primo Levi nel lungo ritorno da Auschwitz. Da allora ho compiuto innumerevoli viaggi ma le sue parole, fiere e appassionate, mi tornano in mente ogniqualvolta arrivo in Israele e, come in nessun’altra parte al mondo, un forte applauso accompagna l’atterraggio degli aerei. Angela è per me oggi quello che è stata Gonda allora: un’amatissima e insostituibile guida negli angoli più remoti dello Stato ebraico. Presidenti della Repubblica Italiana, ministri, importanti studiosi e scienziati, uomini d’affari, ma soprattutto tantissime persone scelgono di affidare ad Angela il loro primo contatto con il paese dei nostri Padri. Israele penetra così, per sempre, nelle vene del turista grazie alle sue spiegazioni documentate, imparziali, misurate con saggezza per affascinare tutte le svariate e talvolta improbabili domande degli interlocutori.

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Johanna Arbib

Johanna Arbib ha assunto il 6 gennaio la presidenza di HaShomer HaChadash, un’organizzazione no profit israeliana che merita di essere presentata. Dal 2007, anno della sua nascita, l’obiettivo è di rafforzare il legame del popolo ebraico con la terra d’Israele. Yoel Zilberman e On Rifman, fondatori della NPO, giovani rispettivamente cresciuti nel Moshav Tzippori in Galilea e nel Kibbuz Revivim nel Negev, hanno ragionato sulla necessità di elaborare un progetto solido e condivisibile, capace di far riscoprire i valori autentici del sionismo con le parole e il linguaggio del XXI secolo. HaShomer HaChadash propone programmi di volontariato per persone di ogni età e provenienza, dagli ortodossi, alle donne beduine, ai drusi, a chi decide di concedersi un anno sabbatico. Lo scorso anno oltre 70.000 persone hanno contribuito a bonificare e coltivare terreni agricoli nelle aree desertiche collocando HaShomer HaChadash al secondo posto nella classifica delle no profit israeliane e Yoel Zilberman tra i 30 giovani al di sotto dei 30 anni più influenti d’Israele. Non solo volontariato ma anche aiuto concreto alla produzione agricola del paese, da sempre fiore all’occhiello e fonte voce significativa delle esportazioni e dell’economia israeliana.Quando Johanna aveva terminato il suo mandato di presidente mondiale di Jerusalem Foundation aveva confidato di avere nuovi sogni nel cassetto e grandi ideali da trasmettere alle nuove generazioni: questo è lo spirito con cui lavorerà, con indosso la T-shirt nera della NPO, che sulla schiena ha stampate le parole “Shomer achi” che in italiano significano “guardiano di mio fratello”, il fratello immaginario o reale, è la persona cui tendere la mano, in ogni momento.

Parigi ha reso omaggio questa settimana alle vittime degli attentati terroristici della redazione di Charlie Hebdo e del supermercato HyperCacher di Porte De Vincennes del gennaio 2015, senza mai dimenticare Sarah Halimi, Mireille Knoll e tutte le vittime innocenti del terrorismo le cui vite sono state barbaramente spezzate. Ho partecipato alla cerimonia in ricordo di Yoav Hattab, Yohan Cohen, Philippe Braham, Francois-Michel Saada, uccisi un venerdì pomeriggio, mentre si accingevano a terminare la spesa prima dell’entrata del Sabato. Francis Kalifat, presidente del CRIF, il consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche francesi, ha pronunciato un discorso forte e accorato alla presenza del ministro dell’interno Christophe Castaner, del ministro della Giustizia Nicole Belloubet, del portavoce del governo Benjamin Griveaux, del segretario di Stato Sophie Cluzel e del sindaco di Parigi Anne Hidalgo. “La Francia ebraica ricorda e non dimenticherà mai le vittime” ha detto Kalifat e la sensazione è che oggi più che mai a tutti sia chiaro l’imperativo categorico di lottare, con determinazione e a testa alta, contro l’antisemitismo e l’antiisraelianismo, affrontando chi si volta incurante dall’altra parte.

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Enzo Cavaglion

Enzo Cavaglion è morto la scorsa settimana quasi centenario. Abbiamo perso una grandissima figura dell’ebraismo piemontese, un cuneese autentico, un vero eroe, operoso e generoso che ha sempre rifiutato i riflettori della ribalta per dedicare tempo ed energie alle sue radici, per preservare e tramandare con infinito amore il ricco patrimonio ebraico della sua città. Enzo è stato tra i primi ebrei ad aver compreso e contrastato l’ascesa del fascismo, con Duccio Galimberti, con il fratello Riccardo e con uno sparuto gruppo di dieci compagni ha fondato la Banda “Italia Libera”, poi confluita in “Giustizia e Libertà”. L’uomo, il partigiano Enzo, incurante del pericolo, ha salvato coraggiosamente la vita a moltissimi ebrei braccati, li ha nascosti e nutriti. Nel 2001 l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli ha conferito la medaglia d’oro per l’impegno civile alla città, chiedendo di incontrarlo e consegnargli l’onorificenza a Borgo San Dalmazzo luogo simbolo delle lotte partigiane. L’organizzazione mondiale ebraica Bené Betith gli ha attribuito, nel gennaio del 2018, la “Jeiwsh Rescuers Citation” riconoscimento attribuito fino ad ora nel mondo a solo 200 cittadini ebrei che durante le persecuzioni hanno permesso ai loro correligionari di sopravvivere allo sterminio. A Pia, Alberto e a tutta la famiglia Cavaglion va il mio pensiero più affettuoso, il ricordo di Enzo sia di benedizione.


Claudia De Benedetti 
Presidente Sochnut Italia – Agenzia Ebraica per Israele


info@informazionecorretta.com

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