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Informazione Corretta Rassegna Stampa
19.10.2018 Il divorzio tra Olp e Hamas è definitivo
Analisi di Mordechai Kedar

Testata: Informazione Corretta
Data: 19 ottobre 2018
Pagina: 1
Autore: Mordechai Kedar
Titolo: «Il divorzio tra Olp e Hamas è definitivo»

Il divorzio tra Olp e Hamas è definitivo
Analisi di Mordechai Kedar

(Traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)

www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/22875

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Jason Greenblatt con Donald Trump

Questa settimana il giornale israeliano Yediot Ahronot riporta le affermazioni di Jason Greenblatt, rappresentante speciale del Presidente Trump per i negoziati internazionali, secondo cui gli americani intendono ricongiungere la Striscia di Gaza con l'Autorità palestinese. Se Greenblatt ha effettivamente detto questo, rivela una componente importante del piano di pace americano, la cui preparazione sta procedendo da oltre un anno Chiunque abbia incluso il ricongiungimento di Gaza con la Giudea e Samaria nel piano non ancora ufficialmente annunciato, deve essere stato davvero impressionato dalle dichiarazioni di vari portavoce palestinesi, perché tutti loro – proprio tutti, sia dell’Autorità palestinese sia di Hamas – continuano a insistere sulla necessità di riunire le due "parti della patria". Israele preferisce che le due entità continuino a rimanere separate , ostili l'una all'altra. I sondaggi condotti nell'Ap mostrano inequivocabilmente che l’uomo di strada arabo, sia a Gaza che in Giudea e Samaria, vuole l'unificazione che era andata in frantumi quando Hamas aveva preso il potere a Gaza nel giugno del 2007. Gli americani hanno ascoltato e rispettato il consenso dei palestinesi su questo tema e hanno concluso che, essendo d’accordo sia la leadership palestinese che il popolo, potevano indurli ad accettare il loro piano nella speranza che i palestinesi tutti accettino - l'OLP, Hamas, i partiti e le organizzazioni - quello che avevano rifiutato persino di prendere in considerazione. Greenblatt ha anche detto che "Netanyahu dovrà prendere decisioni difficili", nel senso che Israele dovrà accettare la riunificazione di Gaza con la Giudea e la Samaria. Quindi, se tutti i palestinesi vogliono la riunificazione e gli americani sono d'accordo, dove sta il problema? Perché i palestinesi non accettano per lo meno questa parte del piano di pace? La risposta si trova in un aspetto molto importante della cultura mediorientale, del tutto diverso dalla cultura occidentale: le varie sfumature e significati del discorso. La cultura occidentale prende ciò che viene detto per oro colato, ad esempio: se dico che sono d'accordo con la persona con cui sto parlando, significa che ho ascoltato quello che dice, ci ho riflettuto sopra e ho deciso di accettare la sua opinione. L'Occidente ha fiducia nella sincerità della persona che parla, crede in quello che dice e l’accetta così com'è.

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Dopotutto, c'è la libertà di parola e chiunque può dire quello che ha in mente, quindi se dice qualcosa, questo è ciò che pensa e sente davvero. In Medio Oriente, invece, tutto ciò che viene detto ha tre livelli di interpretazione: lo strato superiore e visibile è il contenuto di ciò che è stato detto, quello centrale è ciò che la persona che parla realmente intende dire e il più basso è ciò che chi parla vuol nascondere. In Medio Oriente, colui che ascolta le parole proferite da qualcun altro, cerca di penetrare negli strati più nascosti, per capire la reale intenzione di colui che parla e scoprire quel che invece voleva tenere segreto. Ecco perché quando un qualunque politico arabo palestinese, sia dell’Anp sia di Hamas, dichiara: "Dobbiamo riunire Gaza e la Cisgiordania" intende "Capisco che questo è ciò che vuole l'uomo della strada e sto dicendo quello che vuole sentire” ma nasconde il fatto che lui è sicuro che non si arriverà mai alla riunione e che lui considera l'altra parte responsabile del fatto che la separazione perduri. Perché non si verifica la riunificazione? Perché le due aree sono totalmente diversa l’una dall’altra per cultura, lingua, comportamento e modelli di pensiero. L'arabo di Gaza è un dialetto beduino, un derivato dell'arabo saudita, mentre quello degli arabi di Giudea e Samaria è un dialetto palestinese simile all'arabo parlato in Siria. Il divario linguistico non è solo un fattore tecnico nella comunicazione, è l'espressione di differenze culturali: la cultura di Gaza è beduina, mentre quella degli arabi in Giudea e Samaria è la cultura dei contadini e degli abitanti delle città. La leadership di Gaza è Hamas, un'organizzazione con un carattere religioso che riflette la composizione della sua popolazione, mentre l'OLP governa l'AP con un'agenda laica che si adatta alla popolazione araba di Giudea e Samaria, fatta eccezione per le Colline di Hevron i cui residenti sono più tradizionalisti. La spaccatura tra Gaza e Giudea / Samaria non è solo politica, ma è basata su differenze culturali, con un abisso da questo punto di vista, che separa due popolazioni diverse che non hanno mai vissuto insieme, tranne che per il breve periodo dall'istituzione dell'OLP nel 1994 alla divisione nel 2007, quattordici anni durante i quali non vi era alcuna fusione culturale tra le due regioni. Ancora più importante è il cattivo sangue che scorre tra le due organizzazioni dominanti, l'OLP e Hamas. Le espressioni che usano l'una contro l'altra sono le peggiori nel linguaggio politico arabo: "traditori", "collaboratori con Israele", "corruttori", "sanguisughe", "polizia di frontiera israeliana" e molte altre accuse ancora più malevole.

Anche la rabbia e l’accanimento reciproco giocano un ruolo importante: i terroristi di Hamas ricordano le indicibili torture subite nelle segrete degli interrogatori delle Forze di Sicurezza dell’AP, mentre quelli dell'OLP ricordano bene come nel 2007 i terroristi di Hamas avevano giustiziato membri dell'OSP ( Organizzazione Palestinese per la Sicurezza ) spingendo giù a terra, sotto gli occhi delle loro famiglie, coloro che erano fuggiti sui tetti degli alti edifici di Gaza. In Medio Oriente, inoltre, non si dimentica e non si perdona. Si resta invece in vigile attesa, fino a quando arriva il momento giusto per vendicarsi e recuperare l'onore perduto della famiglia delle vittime. L'organizzazione di Hamas è stata fondata alla fine del 1987, con lo scoppio della Prima Intifada, e da quella data ha contrastato la leadership dell'OLP e il riconoscimento della stessa nel mondo arabo e sul fronte internazionale, come l’unica organizzazione che rappresenta il "popolo palestinese". Israele ha sostenuto l’idea che l'OLP fosse un’alternativa interessante per Israele e per lungo tempo, i leader di Israele - Peres, Beilin e un Rabin riluttante – sono stati dell'opinione che l'OLP, nonostante fosse lontana dal sionismo, fosse la risposta a Hamas. Se solo diamo all'OLP il potere di governare i palestinesi, hanno sognato, questa si trasformerà in un'organizzazione pacifista e presto "si occuperà di Hamas senza l'interferenza dell’Alta Corte e senza B’Tselem e altri gruppi per i diritti umani”. Il mondo fu fortemente impressionato dall'opinione della leadership israeliana e la adottò, anche se i leader di Hamas si opposero sostenendo con veemenza che l'OLP aveva perso la giusta direzione quando firmò gli Accordi di Oslo, che diedero a Israele una "polizza assicurativa".

Dopotutto, secondo Hamas, Israele dovrebbe essere cancellato dalla faccia della terra santa della Palestina, una regione consacrata ai soli musulmani. Mahmoud Abbas rimase vivo per miracolo quando visitò Gaza per la prima volta dopo essere diventato Presidente della AP: un proiettile gli sfiorò il viso e uccise una delle sue guardie del corpo. Diversi mesi fa aveva mandato il suo Primo Ministro, Rami Hamdallah, e il Capo delle forze di sicurezza dell'AP, Majed Faraj, a Gaza, e poche centinaia di metri oltre il valico di Erez nella Striscia di Gaza, una bomba è esplosa vicino al loro corteo e li ha mancati per un pelo. Lo dico da oltre 11 anni - dal giorno in cui Hamas ha assunto il potere a Gaza – che, a causa di queste profonde differenze, conflitti e dispute, il divorzio tra Gaza e Giudea / Samaria è definitivo, senza alcuna possibilità di colmare l'abisso che separa le due organizzazioni. I loro rappresentanti si sono incontrati centinaia di volte nel tentativo di porre fine alla divisione tra le due e, nonostante la firma di centinaia di documenti da parte di entrambi, non è successo niente. Forse il futuro porterà un accordo di riconciliazione, ma segnerà solo un accordo, non una riconciliazione, perché le organizzazioni hanno superato da tempo il punto di non ritorno. Non resta che scoprire cosa abbia spinto Jason Greenblatt ad annunciare la riunificazione tra Gaza e Giudea / Samaria come parte dell' “ accordo americano del secolo”.

Ovviamente lui pensa che ci sia una possibilità perché è quello che tutti gli chiedono e - come altri americani - crede che quello che dicono sia ciò che intendono dire. Gli americani non credono che in Medio Oriente qualcuno possa dire una cosa, intendendo l'esatto opposto e nascondere i suoi piani per eliminare la persona che sta coprendo di amore, affetto, baci e abbracci. Questa potrebbe essere la vera ragione del fallimento di tutti i piani di pace americani e israeliani. Americani e israeliani pensano come gli occidentali, i palestinesi e i loro compagni arabi pensano come i mediorientali. Fino a quando gli americani e gli israeliani non capiranno la cultura orientale in profondità con tutte le sue sfumature, continueranno a creare piani di pace. Avremo dei piani in abbondanza, ma senza pace.


Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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