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Informazione Corretta Rassegna Stampa
16.04.2018 Israele e l’ebraicità di Anne Frank
Analisi di Caroline Glick

Testata: Informazione Corretta
Data: 16 aprile 2018
Pagina: 1
Autore: Caroline Glick
Titolo: «Israele e l’ebraicità di Anne Frank»

Israele e l’ebraicità di Anne Frank
Analisi di Caroline Glick

(Traduzione italiana di Yehudit Weisz)

http://www.jpost.com/Opinion/Column-One-Israel-and-Anne-Franks-Jewishness-549697  

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La copertina (Einaudi ed.)

Siamo sottoposti all’odio ed alla persecuzione unicamente perché siamo ebrei? O il nostro ebraismo è un’inutile distinzione che non attira alcun particolare astio né violenza?

Alla vigilia del Giorno della Memoria della Shoah, il New Israel Fund ha annunciato di aver firmato un accordo di partnership con l’Anne Frank Fonds, la fondazione che il padre di Anne, Otto Frank, aveva fondato nel 1963 per amministrare i profitti dalle vendite del suo diario. “Il diario di Anne Frank” , tradotto in 60 lingue, ha venduto più di 30 milioni di copie da quando è stato pubblicato per la prima volta nel 1947. Le sue vendite e la sua diffusione a livello mondiale, ne fanno il libro più famoso scritto da un ebreo, dopo la Bibbia. L'accordo del New Israel Fund con la Fondazione Anne Frank è un'espressione simbolica della lotta per l’esistenza condotta oggi nel mondo ebraico. Questa lotta mette il governo di Israele contro gran parte della leadership ebraica americana. Mette i cittadini israeliani contro i giudici della Corte Suprema. Schiera soldati e comandanti dell'IDF contro lo Stato Maggiore.

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L’entrata in vigore di questa fusione è l'ultimo capitolo del furto dell'eredità di Anne Frank, già iniziato negli anni '50. Nel 1952, un giornalista ebreo-americano di nome Meir Levin aveva scoperto “Il diario di Anne Frank” nella traduzione francese. Levin comprese che quel diario sarebbe stato il veicolo ideale per raccontare al pubblico americano la storia del genocidio degli ebrei europei. Anne Frank era un’ebrea occidentale. La sua famiglia non era religiosa. Erano ebrei tedeschi cosmopoliti che nel 1933, quando i nazisti erano saliti al potere, si trasferirono ad Amsterdam, e subito s’ integrarono perfettamente. Se non ci fosse stata l'occupazione nazista dell'Olanda nel 1940, Anne probabilmente non avrebbe mai ricevuto alcuna istruzione ebraica. Ma quando il governo collaborazionista olandese implementò le leggi razziali naziste ed espulse tutti i bambini ebrei dalle scuole pubbliche, nel 1941 i suoi genitori furono costretti a iscriverla ad una scuola ebraica. Come spiegò la professoressa Ruth Wisse nella sua discussione su Anne Frank in The Modern Jewish Canon , il periodo di Anne nella scuola ebraica le diede la possibilità di sviluppare una familiarità con la tradizione e la storia ebraica e di sviluppare una valenza positiva della sua identità ebraica.

"Così," scrisse Wisse, "quando la famiglia fu costretta a nascondersi, Anne era ben armata per affrontare l’attacco contro di lei in quanto ebrea." Nella stessa logica, l'essere una famiglia di ebrei occidentali, congiuntamente al fatto che erano nascosti presso una famiglia di cristiani olandesi, rese Anne orgogliosa della sua cittadinanza olandese. Wisse ha sottolineato che in una delle sue annotazioni sul diario, Anne aveva deciso di sacrificare la sua vita, "come un soldato sul campo di battaglia" per l'Olanda. Quando nel 1952 aveva letto “Il diario di Anne Frank”, Levin ravvisò nella spaccatura dell’identità di Anne la millenaria condizione degli ebrei in esilio. Era convinto che la sua innocente spiegazione di questa condizione, di giovane ebrea olandese che si nascondeva dai Nazisti, avrebbe reso “Il diario di Anne Frank” il veicolo perfetto per raccontare al pubblico americano la storia della Shoah e la storia degli ebrei nella Shoah. Ma Levin perse il controllo della sua storia quasi subito dopo che il libro venne pubblicato in inglese. Su consiglio della drammaturga, politicamente stalinista, Lillian Hellman, il padre di Anne si rivolse a intellettuali dell’estrema sinistra americana per adattare il suo diario al palcoscenico ed allo schermo. Per questi intellettuali, l’ebraicità e la nazionalità ebraica erano assolutamente inaccettabili. I drammaturghi Albert Hackett e Frances Goodrich, nella versione del “Diario di Anne Frank” destinata al cinema ed al teatro, hanno omesso qualsiasi riferimento all’ebraicità e hanno trasformato la Shoah in una storia di persecuzione universale. Wisse ha citato Garson Kanin, che aveva diretto la pièce teatrale a Broadway, per spiegare come aveva funzionato la degiudaizzazione. “Anne dice, ‘Noi non siamo i soli ebrei che hanno dovuto soffrire. Nel corso dei secoli, ci sono stati altri ebrei e anche loro hanno dovuto soffrire” "Questo mi sembra un pezzo di pietismo particolarmente imbarazzante. Nel corso dei secoli, le persone hanno sofferto per essere inglesi, francesi, tedeschi, italiani, etiopi, maomettani, negri e così via ... Il fatto che in questa opera i simboli della persecuzione e dell’oppressione siano degli ebrei è incidentale, e Anne, nell’impostare così l'argomento, riduce la sua magnifica statura intellettuale”. Per concludere, Kanin espulse il suo ebraismo fuori dalla sceneggiatura. Questa scelta offensiva è stata presa per dire: "Non siamo le uniche persone che hanno dovuto soffrire. A volte è una razza ... a volte un'altra….."

Secondo Wisse, Levin passò il resto della sua vita a combattere contro la degiudaizzazione di Anne Frank e impazzì letteralmente per la sconfitta nella sua battaglia. La sconfitta di Levin era già scritta. C'erano troppi attori influenti che spingevano per revisionare la storia della vita di Anne e trasformare una ragazza ebrea assassinata nella Shoah in simbolo di sofferenza universale. Non erano solo gli intellettuali ebrei guidati da Hellman a pilotare l’operazione. Il governo olandese s’impegnò attivamente nel negare che fosse l’ebraicità di Anne Frank la ragione per cui i nazisti l'avevano assassinata. L'entusiasmo del governo olandese per Anne Frank, nasceva dal desiderio di cancellare dalla storia del mondo, l’attività di fervido collaborazionismo con i nazisti svolta dai suoi governanti e dai suoi civili durante la guerra. È vero che dei cristiani olandesi avevano protetto Anne e la sua famiglia dando loro un nascondiglio. Ma è anche vero che i nazisti olandesi avevano arrestato i Frank e altri 100.000 ebrei olandesi. I nazisti olandesi avevano poi internato i Frank e gli altri 100.000 ebrei olandesi nel campo di transito di Westerbork. E sono stati i nazisti olandesi infine ad averli deportati nei campi di sterminio tedeschi. Il governo olandese accolse Anne Frank come un’"eroina olandese" e trasformò l'attico dove lei e la sua famiglia si erano nascosti, in un museo nazionale. Come ha notato Wisse, uno degli amici d'infanzia di Anne ha scritto nel registro degli ospiti del Museo Anne Frank, "Anne Frank non voleva questo".

La cooptazione dell'eredità di Anne Frank da parte di intellettuali e di forze politiche che facevano finta che la sua ebraicità non fosse determinante, potrebbe essere stato il primo tentativo riuscito di negare la natura antisemita del genocidio di un terzo del popolo ebraico. Ma non era l'ultimo. In vista del Giorno della Memoria della Shoah, come ogni anno, il Corpo Educativo dell’IDF ha distribuito ai comandanti una guida didattica per guidarli a discutere dell'olocausto con i loro soldati. L'opuscolo del Corpo Educativo dice ai comandanti di dire ai loro soldati che la Shoah è stata causata dal "deterioramento dello stato di diritto e dal declino della democrazia" in Germania. Ignorando il fatto che i nazisti avevano preso il potere vincendo un'elezione e facendo finta che la Germania non avesse alcuna tradizione liberale per contrastare i nazisti , il manuale del Corpo Educativo istruisce i comandanti a sottolineare ai loro soldati "l'importanza delle istituzioni democratiche e dei controlli e degli equilibri che proteggono il metodo democratico." In altre parole, per quanto riguarda il Corpo Educativo dell'IDF, la Shoah non è stata causata dalla storia millenaria del popolo tedesco di odio e demonologia degli ebrei. I nazisti non furono eletti perché il loro antisemitismo era in sintonia con il pubblico tedesco. Piuttosto, salirono al potere perché la Germania mancava di efficaci controlli sul suo ramo esecutivo. Da dove viene questa visione bizzarra e astorica della storia, che cancella l'antisemitismo - il principale motore della Shoah – dalla Shoah? L'apparente fonte della distorsione della storia da parte del National Education Corps e la sua decisione di cancellare l'antisemitismo dalle discussioni dell'IDF sull'annientamento deliberato degli ebrei europei, è la Weltanschauung del Presidente della Corte Suprema, Aharon Barak, oggi in pensione. La visione del mondo di Barak è in gran parte una funzione delle sue convinzioni politiche. Barak ha supervisionato la cosiddetta "rivoluzione costituzionale" israeliana degli anni '90. Quella "rivoluzione" trasformò Israele da una democrazia parlamentare in quella che viene spesso definita una "giuristocrazia", in cui i giudici esercitano il potere incontrollato di rovesciare le leggi e di abrogare le politiche del governo.

Dagli anni '90, le convinzioni politiche di Barak sono diventate il fondamento intellettuale della visione ideologica e programmatica della sinistra. I nazisti svolgono un ruolo importante nella giustificazione di quella visione del mondo da parte di Barak. Barak ha spiegato la sua convinzione in un'intervista rilasciata a Yediot Aharonot nel 2015. Come è sua abitudine, ha iniziato la sua giustificazione di un potere giudiziario incontrollato chiamando in causa i nazisti. "Anche il partito nazista è stato eletto a maggioranza democratica", ha detto. " Lo stato di diritto non si limita a far rispettare la legge. Lo stato di diritto implica l'applicazione della legge sulla base di una morale interna”. " E qual è la fonte della" morale interna "di Barak? Per Barak, non è la Bibbia, che insegna al popolo ebraico che tutti gli uomini sono creati a immagine di Dio che assicura la "morale interna" di Israele. È Barak con i suoi colleghi giudici. Sono loro l'unico freno che impedisce agli ebrei di Israele di trasformarsi in truppe d’assalto in marcia, al passo dell’oca, lungo il Dizengoff Boulevard. È importante sottolineare che non vi è nulla unicamente di ebraico o di israeliano riguardo ai giudici di Barak. Potrebbero altrettanto facilmente essere tedeschi. Barak ha detto: "Nella Germania dei primi anni '30, la Corte Suprema non aveva il potere di abrogare le leggi. Credo fermamente che, se la Germania avesse avuto una Corte Suprema potente e il Controllo Giudiziario alle spalle, sarebbe stato possibile prevenire Hitler ". La posizione di Barak che è quella dei Corpi Educativi, la posizione degli intellettuali ebrei-americani di sinistra che hanno cancellato l’ebraicità di Anne Frank, e l'obiettivo del New Israel Fund di creare un "Nuovo Israele" privo - come l'eredità di Anne Frank - di ogni carattere ebraico, hanno tutti una visione comune. Per ragioni politiche e ideologiche, tutti concordano sul fatto che gli ebrei debbano assimilarsi a un mondo universale dove l'antisemitismo non ha alcun ruolo e l'identità, la storia e la tradizione ebraiche non hanno alcuno spazio.

“Il diario di Anne Frank”, che si conclude con la determinazione a morire per l'Olanda "come un soldato sul campo di battaglia", era cominciato con la seguente meditazione: "Chi ha reso noi ebrei diversi da tutti gli altri? Chi ha permesso che soffrissimo così fino ad ora? È Dio che ci ha creati così come siamo, ma è anche Dio che ci risolleverà di nuovo... Non potremo mai diventare solo olandesi o solo inglesi o di qualsiasi altra nazione per quella ragione, noi resteremo sempre ebrei, dobbiamo rimanere ebrei, ma anche noi lo vogliamo". Considerando tutte le battaglie sull'identità di Israele e l'identità e il carattere del popolo ebraico ne deriva una domanda: lei aveva ragione? Vogliamo rimanere ebrei? Dovremmo voler rimanere ebrei? Siamo sottoposti all'odio ed alla persecuzione unicamente perché siamo ebrei? O il nostro ebraismo è solo un’inutile distinzione, che non attira alcun particolare astio né violenza? Dovremmo stare insieme uniti per difendere noi stessi e i nostri diritti come ebrei, ricordando che la Shoah è stata causata dall'odio annientatore rivolto sia agli assimilati che ai religiosi, solo perché erano ebrei? O dovremmo considerare la Shoah soltanto come una brutta azione commessa da qualcuno nei confronti di altre persone? Dovremmo ambire a scrivere i prossimi capitoli della nostra storia come i nostri antenati hanno scritto il nostro passato, o sarebbe meglio essere prudenti e adeguarci, abbracciare un'identità universalista e dipendere dalla saggezza interiore di giudici o di comunisti o di ebrei americani progressisti, per evitare di diventare nazisti o vittime ancora una volta?

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Caroline Glick


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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