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Informazione Corretta Rassegna Stampa
25.01.2018 'Io, nato in Albania e oggi cittadino italiano contro lo Ius Soli'
Davide Romano intervista Astrit Sukni

Testata: Informazione Corretta
Data: 25 gennaio 2018
Pagina: 1
Autore: Davide Romano
Titolo: «'Io, nato in Albania e oggi cittadino italiano contro lo Ius Soli'»
'Io, nato in Albania e oggi cittadino italiano contro lo Ius Soli'
Davide Romano intervista Astrit Sukni, della redazione di Informazione Corretta, musulmano di origine

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Astrit Sukni

Buongiorno Astrit Sukni, da dove viene?
Buongiorno Davide. Vengo dall'Albania. Sono venuto in Italia nel lontano 1999. Sono venuto qui per motivi di studio. Appena terminato la scuola superiore, mi sono iscritto alla facoltà di lingue in Italia. Inizialmente non volevo venire in Italia perché, ai tempi, gli albanesi, non erano visti di buon occhio. Mio padre insisteva che io andassi a studiare in Italia. Voleva che suo figlio diventasse europeo ad ogni costo. Credo che ci sia riuscito. L'intenzione era quella di rimanere giusto il periodo dell’università, ma poi le cose sono andate diversamente e oggi sono anche cittadino italiano.

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Quando sei venuto in Italia, hai trovato una società razzista? Personalmente non ho mai subìto razzismo. Solo un episodio mi è rimasto impresso che ricordo molto bene. Ero andato in Questura per portare i documenti relativi al rilascio del permesso di soggiorno per motivi di studio. Prima non si usava prendere appuntamento e quindi ci svegliava presto e ci si andava a metter in fila. Un poliziotto si avvicinò a tutti noi e spinse tutti su un lato come se fossimo degli animali. Voleva che ci mettessimo in fila Me ne andai piangendo, perché mi era sembrata una azione brutalmente gratuita. Oggi le cose sono cambiate e per presentare richiesta di permesso occorre prendere appuntamento. Su questo ci siamo un po' civilizzati. Altri episodi, non ne ricordo. Io non ho mai giocato la carta della vittima. Molti lo fanno e io la trovo controproducente, perché così facendo si rischia di perdere il rispetto del prossimo.

Dal punto di vista dei diritti, invece?
Molti lamentano il fatto che senza cittadinanza italiana chi è residente nel nostro Paese vive male. È vero? Ha sentito come un grave problema il fatto di non essere italiano? Ritorniamo al discorso del vittimismo. Il dare per scontato qualsiasi cosa come se tutto ci fosse dovuto senza mai dare in cambio nulla. Molti credono che la democrazia sia solo un sistema da sfruttare. In democrazia ci sono diritti e doveri, che tutti siamo tenuti a rispettare. Sciocchezze! Io ho vissuto senza cittadinanza italiana per ben 13 anni e non ho mai avuto problemi di circolazione, studio e lavoro. L'unico problema - se così vogliamo chiamarlo - è quello del diritto di voto, non poter partecipare alle elezioni, per il resto si può fare tutto. La cittadinanza non è un diritto bensì una concessione. Se io mi sento pronto a fare parte di questo paese a pieno titolo, ne faccio richiesta per la concessione della cittadinanza. Non è di certo la cittadinanza ad imporre alle persone di vivere male o bene in un paese. L'attuale legge sulla cittadinanza è ben fatta. Va migliorata? Sicuramente. Ma la cittadinanza non va regalata.

Dopo quanto tempo le è stata concessa la cittadinanza? Quale trafila ha dovuto seguire?
La domanda per la richiesta della cittadinanza va presentata presso la Prefettura di appartenenza. Lo Stato ha a disposizione 730 giorni (due anni) per la concessione della cittadinanza. Sovente i tempi sono lunghissimi, e vanno oltre i due anni. Mi è stata concessa entro i due anni perché ho seguito l'avanzamento della pratica e sovente ho scritto raccomandate, chiedendo a che punto era la pratica. Solo così ho potuto avere la cittadinanza entro i tempi stabiliti dalla legge. A mio avviso i tempi andrebbero rivisti e accorciati al massimo a 1 anno. Due anni sono davvero troppi e c'è molta burocrazia.

Dopo quanti anni che era in Italia ha chiesto la cittadinanza? Dopo quasi 15 anni.

Quando non era italiano, dal punto di vista sanitario o lavorativo, non ha avuto alcun problema? No. Per avere accesso all'assistenza sanitaria occorre essere residenti e avere un lavoro. Problemi col lavoro non ne ho avuti. Ho trovato lavoro nonostante fossi straniero. È importante conoscere la lingua e questo agevola le persone. Ma la conoscenza agevola italiani e non.

Cosa ne pensa della proposta di legge cosiddetta dello "Ius Soli"? Sono contento che la proposta si sia arenata in Senato. Una proposta di legge insensata, che la sinistra sapeva benissimo che non avrebbe mai visto la luce. Hanno solo illuso coloro che ci tenevano - o ci credevano, forse. Non sono mai stato d’accordo con questa proposta di legge perché lo Ius Soli esiste già. Infatti al compimento del 18esimo anno lo straniero può chiedere di diventare cittadino italiano. Che senso ha regalare la cittadinanza a chi completa un ciclo scolastico in Italia? I diritti per i ragazzi nati in Italia sono il diritto allo studio e l’accesso alla sanità, e per tutto il resto sono tutelati tanto quanto lo sono i ragazzi italiani. L’adolescente straniero non può votare, così come non può votare un adolescente nato da genitori italiani. Il diritto di voto si acquisisce al compimento del 18mo anno. Non sarà di certo la cittadinanza a migliorare l’integrazione. Questo è il solito finto buonismo della sinistra, che pretende di sistemare i problemi di integrazione regalando la cittadinanza. L’ipocrisia e il finto buonismo non risolvono nulla e sovente la stessa sinistra si rende complice di discriminazioni e razzismo in virtù del politicamente corretto.

Cosa risponde a quei ragazzi che lamentano il fatto che difficilmente potranno partecipare ai concorsi pubblici e che ogni loro viaggio deve essere preceduto dalla verifica se sia necessario o meno il passaporto italiano? Più che altro cosa risponderei agli adulti che vendono illusioni. I concorsi pubblici riguardano le persone maggiorenni e quindi il problema non si pone. Per quanto riguarda i viaggi scolastici può essere una scocciatura, mi rendo conto, ma queste argomentazioni a sostegno dello Ius Soli sono un ricatto morale per dire che tu sei il razzista cattivo e, intanto, io sono il razzista buono. Come esempio del razzista cattivo possiamo prendere Attilio Fontana, che vuole salvaguardare la razza; e come esempio di razzista buono possiamo prendere Emma Bonino, che vuole le braccia degli stranieri per raccogliere i pomodori. Sia chiaro che entrambi sono razzisti. Al visto dell’alunno ci penserà l’agenzia viaggi che organizza la gita scolastica.


Davide Romano
Assessore alla cultura della Comunità ebraica di Milano, conduttore televisivo, scrittore, collabora con La Repubblica - Milano


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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