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Informazione Corretta Rassegna Stampa
27.11.2017 IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti: Gli ambulanti e la direttiva Bolkenstein: a rischio 600.000 posti di lavoro
Dal 19 al 25 novembre 2017

Testata: Informazione Corretta
Data: 27 novembre 2017
Pagina: 1
Autore: Claudia De Benedetti
Titolo: «IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti: Gli ambulanti e la direttiva Bolkenstein: a rischio 600.000 posti di lavoro»

IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti
Dal 19 al 25 novembre 2017

Gli ambulanti e la direttiva Bolkenstein: a rischio 600.000 posti di lavoro

La settimana scorsa ho approfondito con Roberto Di Porto e Alessia Salmoni, due amici della comunità ebraica romana rispettivamente Presidente dell’Associazione ambulanti Roma e responsabile Uiltucs del Lazio per il commercio su aree pubbliche, alcuni aspetti interessanti e poco noti legati all’applicazione della direttiva Bolkestein agli operatori ambulanti. È importante spiegare ai lettori di Informazione Corretta i fatti e far conoscere le ragioni che spingono tante persone a noi vicine a chiedere aiuto. Gli operatori ambulanti hanno organizzato e stanno organizzando incontri e manifestazioni di protesta ma al momento non hanno ottenuto nessuna dichiarazione d’intenti che possa rassicurare i loro animi. Il 12 dicembre 2006 il Parlamento Europeo e il Consiglio Europeo hanno approvato la direttiva 2006/123/CE, nota come direttiva Bolkestein, con lo scopo di facilitare la creazione di un libero mercato dei servizi in ambito europeo. L’Italia ha dato attuazione alla direttiva mediante il D.Lgs n. 59 del 26 marzo 2010.

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Con questo provvedimento il Governo Italiano ha deciso di applicare la direttiva anche al settore del commercio su aree pubbliche, comportando, a breve, la messa a bando di concorso di tutte le concessioni del settore insistenti nel territorio nazionale. L’Italia, con la Spagna in minima parte, è il solo stato ad aver voluto includere l’ambulantato nella direttiva europea facendo sì che gli operatori del settore non godano del principio di “reciprocità” con i loro colleghi degli altri stati dell’Unione Europea. Il recepimento della direttiva Bolkestein nell’ambito dei mercati ambulanti comporterà, fra le altre cose, l’apertura del settore a nuove imprese straniere e multinazionali, comprese società di capitali, con le quali certamente i nostri operatori non potranno competere. Soprattutto nelle grandi città si creerà un grave dramma sociale nazionale e occupazionale se le concessioni verranno messe a bando di concorso unitamente alle società di medie e grandi dimensioni.

La “concessione di posteggio” in molti casi è l’unico mezzo che consente il sostentamento e la sopravvivenza delle piccole imprese familiari e di dimensioni limitate. Il settore costituisce una peculiarità del nostro Paese, rappresentata da un tessuto prevalentemente di piccole imprese capillarmente presenti sul territorio, con notevole capacità di generare posti di lavoro. Si stimano quasi 600.000 lavoratori impiegati in 196.000 aziende, nella sola città di Roma oltre seicento famiglie di persone appartenenti alla comunità ebraica potrebbero risentire pesantemente della direttiva. Il comparto risente ormai da anni del clima d’instabilità dettato dalla normativa vigente, chiede perciò a gran voce di superare celermente l’attuale regime di proroga delle concessioni, di dare fiducia e stabilità agli operatori permettendo così un rilancio degli investimenti nel settore. Il Governo ha constatato le difficoltà applicative della direttiva europea ed ha prorogato al 31 dicembre 2018 la scadenza delle concessioni, precedentemente prevista per il 31 dicembre 2016, attraverso la Legge 27/2/2017 n. 19 di conversione del Decreto Milleproroghe, ciò nonostante non si è giunti a nessun atto normativo che escluda il comparto dalle procedure di selezione e, salvo provvedimenti entro la fine dell’attuale legislatura, assisteremo alla trasformazione ed in molti casi alla sparizione dei nostri mercati che rappresentano da sempre la tradizione, la cultura e l’economia del nostro Paese.

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Gli urtisti o ricordari o peromanti (quelli che vanno per Roma), che svolgono l’antica attività commerciale con un passato importante alle spalle, lavorando per strada dall’alba al tramonto e stazionando sotto i principali monumenti di Roma, sono anch’essi coinvolti nella direttiva. La loro esistenza è datata prima dell’Ottocento: a regolamentarla fu una bolla papale che autorizzò i commercianti ebrei a lavorare anche fuori dalle mura del Ghetto. Il fascismo assegnò loro una divisa, sul berretto l’acronimo SFVA - Sindacato Fascista Venditori Ambulanti -. Resistettero durante il ventennio, s’improvvisarono venditori di sigarette ai soldati tedeschi. Finita la guerra, tornarono a svolgere il loro lavoro: in un primo tempo appesero al collo una cassetta di legno e la dotarono di cassettini contenenti souvenir di tutti i tipi, negli anni ’60 passarono ai cavalletti appoggiati tra muri e graditi, dagli anni ’70 forniti di regolari licenze, presentano la merce sulle bancarelle. Ascoltare le loro parole per comprendere le loro ragioni è un modo concreto per contribuire al futuro di un pezzo di storia ebraica italiana.

Giovedì e venerdì scorso ho partecipato a Torino al XI convegno del PRIADES - Programme de Recherche sur les Institutions et le Droit des Anciens États de Savoie - organizzato al Campus Universitario Luigi Einaudi dall’Université Côte d’Azur e dall’Università di Torino in collaborazione con Ermes, Urmis e Deputazione Subalpina di Storia Patria e dedicato all’integrazione degli stranieri e dei migranti negli Stati Sabaudi. Tra le numerose e documentate relazioni quelle inserite nella sessione dedicata ai migranti per professione - diplomatici, militari, avvocati e pastori - e quelle riguardanti i percorsi di migrazione degli ebrei, dei parroci e dei parrocchiani nel Settecento mi hanno colpito per la straordinaria attualità dei temi. Nella mia relazione ho parlato della condizione giuridica degli ebrei in Piemonte prima e dopo l’emancipazione del 1848. Con grande fierezza ho potuto concludere il mio intervento con un riferimento allo Stato d’Israele pensando al 19 aprile 2018 quando festeggeremo i suoi 70 splendidi anni.


Claudia De Benedetti, Presidente Agenzia Ebraica - Sochnut Italia


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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