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Informazione Corretta Rassegna Stampa
31.08.2015 IC7 - Il commento di Marco Paganoni: I sassi possono uccidere
Dal 23 al 29 Agosto 2015

Testata: Informazione Corretta
Data: 31 agosto 2015
Pagina: 1
Autore: Marco Paganoni
Titolo: «IC7 - Il commento di Marco Paganoni: I sassi possono uccidere»

IC7 - Il commento di Marco Paganoni
Dal 23 al 29 agosto 2015

I sassi possono uccidere

 

I sassi possono uccidere. Lo sanno gli italiani che ricordano la piccola Maria Jlenia Landriani, due mesi e mezzo di vita, uccisa il 22 aprile 1986 da sassi lanciati sulla provinciale Milano-Lentate, e gli anziani coniugi Domenico Fornale e Rosa Perena, uccisi il 13 febbraio 1991 da sassi lanciati sull'autostrada del Brennero, e Monica Zanzotti, uccisa il 29 dicembre 1993 sulla A22, Maria Letizia Berdini, uccisa il 27 dicembre 1996 da sassi lanciati sulla Torino-Piacenza.

Lo sanno fin troppo bene in Israele dove – tanto per ricordare il caso più recente – lo scorso febbraio è morta Adele Biton, quattro anni d’età, dopo due anni di agonia a causa di sassi lanciati il 14 marzo 2013 sulla statale 5 Tel Aviv-Ariel. Ma quando un soldato israeliano ferma un ragazzino che era stato spedito a lanciare sassi, i palestinesi – come loro consuetudine – mandano avanti donne e bambine. Donne e bambine palestinesi che aggrediscono furiosamente il soldato israeliano a pugni e morsi approfittando del fatto che il soldato israeliano, benché pesantemente armato, per cultura mentalità e disposizioni ricevute subirà l’aggressione praticamente senza difendersi.


Lo si vede bene in queste immagini di venerdì scorso, e nel filmato riportato da YnetNews e Ha’aretz. Quelle donne e ragazzine palestinesi sanno bene che in nessun altro paese del Medio Oriente, e – sospettiamo – in ben pochi altri paesi del mondo, potrebbero mai permettersi di aggredire in quel modo un militare armato, impegnato a fermare un lanciatore di pietre. La cosa tragicamente paradossale è che il video – da cui risulta evidente come i palestinesi si facciano effettivamente scudo di donne e bambine, e l’estremo autocontrollo dei soldati israeliani – venga diffuso “viralmente” sui social network anti-israeliani come prova provata della malvagità di quei soldati. E venga esibito come il trofeo di una “vittoria” sui soldati israeliani “che si fanno battere da donne e bambine”. Ancora più tragico il fatto che anche qui, fuori dal Medio Oriente, lo vedano allo stesso modo tanti, che evidentemente hanno perso ogni bussola morale.

Immagine correlata
Marco Paganoni - Direttore di
Israele.net


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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