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Informazione Corretta Rassegna Stampa
08.05.2015 Europa 2015. Una storia di ordinario antisemitismo
La racconta Rachele Levi

Testata: Informazione Corretta
Data: 08 maggio 2015
Pagina: 1
Autore: Rachele Levi
Titolo: «Europa 2015. Una storia di ordinario antisemitismo»

Europa 2015. Una storia di ordinario antisemitismo
La racconta Rachele Levi

Pubblichiamo la lettera di Rachele Levi, una testimonianza importante della paura in cui ormai vivono molti ebrei francesi, costretti a nascondere la propria identità per non essere colpiti dalla violenza antisemita. Una violenza particolarmente diffusa in Francia non solo nella tradizione antidemocratica di destra, ma anche e soprattutto tra i milioni di musulmani che vivono Oltralpe.
A quando in Italia ?

Ecco il racconto di Rachele Levi:

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Francia 2015: l'antisemitismo, spesso mascherato da odio contro Israele, è quotidiano

Mi chiamo Rachele, e sono un'ebrea italiana. Voglio raccontare un episodio accadutomi in Francia a Marsiglia il 29 aprile 2015, è bene precisare l'anno perché mi è sembrato di essere nell'aprile del '44 prima della liberazione.

Io e la mia famiglia abbiamo fatto una breve crociera e tra gli scali c'era Marsiglia, la nave era la Costa Favolosa partita da Savona. Una volta sbarcati a piedi ci dirigiamo verso il porto vecchio e nel farlo mi accorgo che una signora distinta sui 65 anni ci segue, ci supera, fa finta di guardare qualche vetrina, mi guarda passare e ripete la cosa alcune volte.

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Il porto di Marsiglia

Dopo un po' mi ferma e mi chiede se parlo francese, la squadro, è ben vestita, non abiti costosi ma dignitosi, non è sicuramente una pazza. Le dico di sì e lei mi gela puntando il dito al Magen David che porto al collo: "Cache le... c'est dangereux, Je suis comme vous, ici ils chassent le gens comme nous" (Lo nasconda, è pericoloso, io sono come lei, qui danno la caccia a quelli come noi). Tolgo la catenina e la metto nella borsetta, la signora mi accarezza una spalla, inizio a dirle "Merci et shalom" ma mi blocca mettendomi un dito sulle labbra. "Pas shalom" sussurra e mi rendo conto che lei non ha mai usato la parola "ebrea".

Se ne va guardandosi attorno mentre la mia famiglia mi taccia d'incoscienza e capisco che la signora ha atteso che non ci fosse nessuno vicino per parlarmi. Mi guardo attorno, non ci sono nazisti e qui vicino c'è il carro armato americano M5 "Jeanne D'Arc" che partecipò alla liberazione della città nel maggio '44. Ma farsi riconoscere come ebrea nella Marsiglia del 2015 è pericoloso come nel '44.

Tornata alla nave telefono ad un amico per sfogarmi e lui mi chiede "Perché lo dici a me? Io queste cose le so benissimo, sei su una nave con tremila persone, esci e raccontalo a tutti, una turista in pericolo è un episodio che correrà di bocca in bocca, smetti di frignare e vai". L'ho fatto e, con mia sorpresa quasi tutti mi hanno ascoltata, quasi tutti ne sono rimasti colpiti. Finché è un'ebrea a rischiare magari se ne fregano, ma se è una turista come loro allora se ne preoccupano.

Forse ha ragione il mio amico, forse gli altri viaggiatori ne parleranno con amici e parenti una volta arrivati a casa e questi spargeranno la voce. E' controinformazione? Non lo so, io so solo che mi è successo veramente e che presto potrebbe accadere anche per un girocollo con una croce oppure ad una suora che sbaglia a camminare in un vicolo di Marsiglia. Raccontatelo anche voi.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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