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Informazione Corretta Rassegna Stampa
07.04.2014 IC 7 - Il commento di Federico Steinhaus
Dal 30/03/2014 al 5/04/2014

Testata: Informazione Corretta
Data: 07 aprile 2014
Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: «Il commento di Federico Steinhaus»

Il commento di Federico Steinhaus 


Federico Steinhaus

Nelle ultime settimane, benché coperte dal clamore mediatico della crisi ucraina, ne abbiamo viste di tutti i colori. Un tribunale egiziano ha condannato a morte 529 membri della Fratellanza Musulmana,che il regime militare al potere ha classificato come organizzazione terroristica, affiancandole nel medesimo giudizio Hamas, che dei Fratelli Musulmani è una derivazione ideologica. In Inghilterra il diritto testamentario islamico è stato acquisito come legittimo, benché preveda la collocazione in una posizione di subordine delle donne e diseredi figli illegittimi, figli adottivi, parenti appartenenti ad altre religioni. In Turchia il regime semi-islamista di Erdogan, sopravvissuto a repressioni, scandali, alleanze storiche annullate, ha anche assorbito la soppressione dell’uccellino di twitter. In Francia la destra estrema di Marine Le Pen, depurata della parte più palese del suo originario razzismo, è il nuovo rifugio di chi non ne può più del radicalismo e dell’invasività degli immigrati arabi, oltre che di un’Europa troppo burocatizzata e matrigna. In Siria Assad ha buon gioco nel prendere in giro l’occidente, esattamente come il suo alleato fraterno Iran, che a sua volta ha mandato un colonnello dell’intelligence in Libano per aiutare Hezbollah a riorganizzare la sua rete di protezione che presenta troppe falle. I curdi stanno tentando di creare una loro entità territoriale che, scavalcando i confini dei paesi (fra loro nemici) nei quali vivono, possa avere un ruolo più interessante grazie alle sue risorse petrolifere. La Germania comprerà acqua da Israele, e chissà che, se Putin ci vorrà punire per aver osato difendere l’Ucraina, l’Europa non sia poi costretta a rifornirsi in Israele anche di gas. E in Israele (che qualcuno accusa di essere una teocrazia...) si è deciso che anche i militari in servizio possono liberamente partecipare al Gay Pride. Pochi giorni fa l’Austria, per bocca del suo presidente, in occasione della recente visita ufficiale di Shimon Peres, ha finalmente ammesso le proprie responsabilità nella Shoah: dopo 70 anni, durante i quali l’ha sempre negata, segnata dagli onori tributati agli ex nazisti alle difficoltà frapposte alla restituzione delle opere d’arte rubate ed ai risarcimenti alle vittime, arriva questo mea culpa che non cambia la storia, ma potrebbe cambiare la testa degli austriaci. Fra le novità più interessanti delle quali non troverete traccia nei media va messa in rilievo la constatazione dell’UNESCO che i libri di testo palestinesi e tutte le istituzioni che gravitano attorno al mondo della scuola (incluse quelle sportive) “tendono ad avvalorare tesi razziste e pregiudizi negativi contro Israele ed il popolo ebraico”: così scrivono tre ricercatori (Sami Adwan dell’Università di Betlemme, Daniel Bar-Tal dell’Università di Tel Aviv e Bruce Wexler dell’Università di Yale) che per conto dell’UNESCO hanno consultato per anni i libri di testo delle scuole dell’Autorità Nazionale Palestinese e di quelle di Hamas. Libri di testo e scuole che ricevono generosi finanziamenti dall’Unione Europea e dalle nazioni occidentali. Per tutto il resto, vale la considerazione che non succede nulla di nuovo nel Medio Oriente. Abu Mazen dice in inglese che accetterebbe la decisione dell’ONU di definire Israele “Stato ebraico” e che non intende favorire un ritorno in massa dei rifugiati palestinesi, ma in arabo dice che i rifugiati hanno un diritto inalienabile al ritorno e che mai e poi mai accetterebbe di definire Israele “Stato ebraico”. La televisione afferma (21 febbraio) e pubblica nel sito di Al Fatah (5 marzo) il concetto che la Palestina è un’entità indivisibile. Il Consiglio dell’ONU per i diritti umani ha approvato con 46 voti contro uno una risoluzione che sollecita tutti gli stati del mondo a non fare nulla che aiuti l’espansione delle colonie o la costruzione del “muro” nei territori palestinesi occupati, ivi inclusa Gerusalemme Est. Il sospiro di sollievo per la conclusione del mandato di Richard Falk come referente speciale per i diritti umani nei territori occupati palestinesi, un personaggio tristemente noto per la sua perenne faziosità, è stato smorzato dall’annuncio che sarà sostituito da Christine Chinkin, dal curriculum accademico ineccepibile ma coautrice del Rapporto Goldstone, che lo stesso Goldstone si era poi rimangiato; UN Watch afferma che questa nomina è stata sollecitata mediante forti pressioni dagli stati arabi. Per non concludere con una nota pessimistica, tuttavia, citiamo la visita ad Auschwitz fatta da un gruppo di 30 studenti palestinesi delle università Al-Quds e Birzeit, sponsorizzata dall’Università Friedrich Schiller di Jena e dall’Università Ben Gurion del Negev, che hanno chiesto il totale silenzio stampa su questo evento allo scopo di evitare reazioni ostili da parte del mondo arabo. Una settimana prima un gruppo di studenti israeliani aveva visitato il campo profughi di Dheisheh, nei pressi di Betlemme. Il referente palestinese del progetto, Mohammed S.Dajani dell’Università Al-Quds, ha commentato che queste visite sono parte di un programma che si propone di provocare empatia per le sofferenze altrui allo scopo di favorire un processo di riconciliazione.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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