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Informazione Corretta Rassegna Stampa
30.01.2013 Come l’Europa finanzia la guerra contro Israele
analisi di Giulio Meotti

Testata: Informazione Corretta
Data: 30 gennaio 2013
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Come l’Europa finanzia la guerra contro Israele»

Come l’Europa finanzia  la guerra contro  Israele
analisi di Giulio Meotti

(Traduzione di Yehudit Weisz)

http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/12790


Giulio Meotti   Salam Fayyad con Catherine Ashton

L’Unione Europea è diventata il principale finanziatore dei palestinesi, con un contributo di circa 500 milioni di euro l’anno. L’Europa devolve anche un’enorme quantità di denaro alle Ong anti-Israele. E non dimentichiamo i libri di testo.

Nel corso dell’ultimo anno, il "Forum di Coordinamento per la Lotta all’Antisemitismo" ha monitorato gli attacchi agli ebrei nel mondo. Nel 2012, 6 dei peggiori 10 attacchi antisemiti hanno avuto luogo in Europa (gli altri sono avvenuti in Iran, Yemen e Stati Uniti).

Ancora più spaventosi sono i nuovi dati statistici sulla percezione fra gli europei nei confronti del popolo ebraico.

Con l’aumento dei crimini a sfondo razziale in Francia, una indagine dell’Organizzazione Mondiale Sionista  ha rivelato che oltre il 40% della popolazione francese assume posizioni antisemite, mentre il 47% della popolazione ritiene che “gli ebrei francesi sono più fedeli a Israele che al paese in cui vivono”.

Il "Progetto delle Attitudini Globali", del Pew Research Center, ha rilevato che il 46% degli spagnoli ha una visione negativa degli ebrei, mentre  un sondaggio realizzato dalla Fondazione Friedrich Ebert, collegata al partito socialdemocratico tedesco, il 47% dei tedeschi pensa che “Israele stia sterminando i palestinesi”.

Secondo uno studio pubblicato di recente da una Commissione della Camera dei Deputati in Italia, il 44% degli italiani mostra pregiudizi e ostilità verso gli ebrei.

La stessa tendenza è riscontrabile in tutta Europa. La metà della popolazione esprime profondi sentimenti anti-ebraici.

La Gran Bretagna ha appena incluso Israele in una lista di 28 paesi in cui la violazione dei diritti umani “preoccupa” il governo: è la stessa Gran Bretagna, che nel 1989 si era rifiutata di vendere le maschere antigas ad Israele perché avrebbero potuto essere utilizzate per “scopi offensivi”. Nel 1991 una controllata della Thames Water Plc., la società britannica che fornisce servizi idrici e fognari per la maggior parte di Londra, aveva rifiutato di avere rapporti commerciali con Israele, per non perdere i “numerosi e preziosi clienti arabi”.

Quanto è profonda l'ostilità europea verso Israele? Con il finanziamento al terrorismo  arabo-palestinese e il sostegno al negazionismo arabo antisemita, in Europa si sta risvegliando la secolare bestia del pregiudizio giudeofobico. Capitali europei sono utilizzati per finanziare un antisemitismo così intenso  che non si percepiva dai tempi della Germania nazista.

L’Unione europea ha appena annunciato che darà un contributo di 14 milioni di euro per un progetto a Gaza. La maggior parte di questi aiuti passa attraverso l’UNRWA.

Molti terroristi lavorano per l’Agenzia Onu, come Issa al Batran, che era a capo della produzione missilistica di Hamas ed era stato anche impiegato come insegnante nelle scuole delle Nazioni Unite; o come Awad al Qiq, insegnante presso le Nazioni Unite a Gaza, il tecnico che controllava la produzione dei razzi per la Jihad islamica.

Gli impianti di stoccaggio alimentare nelle aree dell’UNRWA, finanziati dall’Unione Europea, sono diventati depositi di munizioni: i dipendenti dell’UNRWA trasportavano armi e terroristi con le ambulanze dell’agenzia.

Said Sayyam, Ministro degli Interni di Hamas, , è stato anche un insegnante di matematica per l’UNRWA. Le scuole gestite dalle Nazioni Unite sono diventate di fatto madrasse per la guerra contro gli ebrei.

Nelle scuole dell’UNRWA di Jenin si proiettano immagini di “martiri” responsabili della morte di decine di israeliani uccisi a Hadera e Afula.

Nonostante tutte queste prove, tra il 2007 e il 2013, l’Unione Europea ha foraggiato i programmi dell’UNRWA con 29 milioni di euro.

Tra i destinatari a Nablus degli aiuti europei appena approvati, c'è anche l’Università Al-Najah, che offre alle organizzazioni terroristiche palestinesi un palcoscenico per promuovere la lotta armata. Molti dei leader di Hamas, tra i quali il gruppo terrorista Adin Az al-Qassam, sono entrati nel movimento a Nablus  mentre erano studenti o professori all’università Al-Najah. La facoltà è stata anche un centro di reclutamento per i terroristi suicidi. Di recente, con 4 milioni di euro Bruxelles ha approvato un programma di finanziamenti dalla durata di 4 anni per Nablus.

Nel frattempo, l’Autorità Palestinese e l’Unione Europea si sono da poco incontrate a Ramallah per discutere di aiuti stranieri per i prossimi cinque anni. L’Unione Europea ha appena stanziato  60 milioni di euro per “sostenere il Piano di Sviluppo Nazionale Palestinese aiutando l’Anp a ripianare il proprio deficit di bilancio per poter attuare il proprio programma di riforme”. Altro denaro che alimenterà la perpetua, cronica corruzione araba.

Nel 1998, 20 milioni di dollari di aiuti dell’Unione Europea che avrebbero dovuto fornire “case a buon mercato per i palestinesi”, furono utilizzati per la costruzione appartamenti di lusso per i ricchi sostenitori del Presidente dell’Autorità Palestinese, Yasser Arafat.

L’Unione Europea ha appena dato un contributo di 7,2 milioni di euro per il pagamento degli stipendi di dicembre e delle pensioni di “ 83.800 dipendenti e pensionati civili palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza”.

L’Autorità Palestinese autorizza regolarmente i pagamenti alle famiglie dei “martiri” utilizzando gli aiuti dell’Europa con l'introduzione di  una nuova legge che prevede il pagamento alle famiglie degli attentatori suicidi con proventi esterni al suo bilancio pubblico.

Nel 2011 l’Unione Europea ha stanziato 145 milioni di euro per le spese dell’Autorità Palestinese, 35 milioni di euro per “progetti di potenziamento delle istituzioni” e 22 milioni di euro per sostenere le infrastrutture pubbliche.  Ulteriori 11 milioni di euro sono stati stanziati per il “settore privato” e 8 milioni di euro per “iniziative a Gerusalemme Est”, mentre accusa Israele di “apartheid”, “pulizia etnica”, e di voler creare un “modello per terrorizzare la popolazione civile”.

L’obiettivo dell’Europa è costringere Israele a cedere l’Area C in Giudea e Samaria, perché, come disse John Gatt-Rutter, il rappresentante dell’Unione Europea a Gerusalemme: “Non c'è Stato palestinese senza Area C”, cioè la Giudea e la Samaria devono essere “Judenrein”, senza più un solo ebreo.

Dal 1994 al 2011, l’UE ha elargito 4.260 milioni di euro all’Autorità Palestinese attraverso vari canali - e questa cifra non tiene conto delle donazioni dei singoli Stati UE all’Anp. L’Unione Europea è diventata il principale donatore per i palestinesi, con il contributo totale di ben 500 milioni di euro. A questa cifra vanno aggiunti i finanziamenti alle Ong anti-israeliane.

Il governo olandese garantisce milioni di euro a organizzazioni come "Kerk in Aktie" e l’ "Organizzazione interreligiosa per la Cooperazione allo Sviluppo", che sostengono il “boicottaggio  generale” dei prodotti israeliani, secondo la politica della Chiesa protestante dei Paesi Bassi. Anche l’Organizzazione interreligiosa ha ricevuto fondi dall’Unione Europea per 5,3 milioni di euro.

"Diakonia", la più grande Ong umanitaria svedese, fondata da cinque chiese, ha finanziato i programmi “per commemorare la Nakba”, il termine palestinese per “catastrofe”, che indica la fondazione di Israele nel 1948.

La "Christian Aid"del Regno Unito e la "Finn Church Aid "della Finlandia hanno ricevuto milioni di euro dall’UE per diffondere le peggiori menzogne anti-Israele, tra cui la fame, la tortura, il saccheggio e l’assedio.

L’Europa sta finanziando con milioni di euro anche le Ong di sinistra. Fra queste : "Addameer" (154.000 dalla Svezia), "Al Haq" (317.000 dall’Olanda, 65.500 dal piano di salvataggio economico dell’Irlanda e 116.000 dalla Norvegia), "Al Mezan" (78.000 dalla Svezia), "Applied Research Institute" (278.000 da parte dell’Unione Europea e 73.000  dalla Spagna in bancarotta), "Coalizione delle Donne per la Pace" (184.000 da parte dell’Unione Europea) e "Troicare" (1 milione e mezzo da parte dell’Unione Europea e 354.000 dal Regno Unito).

L’Europa ha poi un ulteriore modo di sostenere il terrorismo palestinese e l’antisemitismo: i libri di testo e i canali televisivi. Si tratta di una sorta di “software” della guerra santa contro gli ebrei.

I libri di testo finanziati dall’Unione Europea sostengono apertamente la Jihad: la “Palestina” è presentata come comprensiva di tutto lo Stato ebraico, i luoghi più sacri dell’ebraismo (come il Monte del Tempio) sono stati cancellati, gli ebrei sono demonizzati e viene  esaltato il “martirio” arabo.

In questi testi, gli ebrei sono descritti come “scaltri”, ​​“locuste” e “animali selvatici”.

Funzionari dell’Unione Europea hanno appena incontrato i palestinesi a Ramallah, Nablus e Hebron, mentre l’UE ha stanziato  5 milioni di euro per “un programma culturale”.

L’UE, con 17 milioni di euro, ha fondato "EuroMed Heritage" ,un programma “che contribuisce allo scambio di esperienze in materia di patrimonio culturale, crea networks e promuove la cooperazione con i paesi partner del Mediterraneo”. Tra queste reti c’è la televisione palestinese, che esalta gli attentati suicidi, l’antisemitismo e la Jihad. Un documento,  letto da schiere di telespettatori su un programma della TV dell’Anp, finanziato dall’UE, incitava al terrorismo sugli aerei.

Shylock di Shakespeare e la sua libbra di carne hanno causato brividi a molte generazioni di ebrei. Con il finanziamento dell’antisemitismo islamico a 500 milioni di euro l’anno, l’Europa sta imponendo a Israele un'altra, nuova libbra di carne.

Giulio Meotti è l'autore di " Non smetteremo di danzare " (Lindau Ed.) pubblicato in inglese con il titolo " A New Shoah", scrive per Yediot Aharonot, Wall Street Journal, Arutz Sheva, FrontPage Mag,The Jerusalem Post, Il Foglio. Informazione Corretta pubblica in lingua italiana - nella rubrica “Meotti International”-  i suoi articoli scritti in inglese per le testate sopra citate. 


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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