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Informazione Corretta Rassegna Stampa
28.03.2012 Chi non condivide i valori occidentali non è benvenuto in Francia
E in Italia ? Analisi di Valentina Colombo

Testata: Informazione Corretta
Data: 28 marzo 2012
Pagina: 1
Autore: Valentina Colombo
Titolo: «Islam-s Newsletter»

Pubblichiamo la newsletter ISLAM-S di Valentina Colombo sulla Francia e il suo rapporto con l'islam . Per informazioni e per iscriversi alla newsletter inviare una e-mail a v.colombo@hotmail.it


Valentina Colombo, Nicolas Sarkozy, imam Qaradawi

ISLAM-S EDITORIALE. SARKOZY VIETA L’INGRESSO IN FRANCIA A QARADAWI, ORA TOCCA ALL’EUROPA!

 “Le persone che non rispettano i valori della Repubblica non hanno nulla a che fare con noi” , “ho indicato chiaramente che alcune persone invitate a questo congresso non sono benvenute sul suolo francese”. Queste due frasi sono state pronunciate ieri dal presidente francese Nicolas Sarkozy. Il riferimento era a una serie di invitati al 29mo Congresso annuale dei musulmani di Francia, organizzato dall’UOIF (Union des Organisations Islamiques de France) tra il 6 e il 9 aprile. In modo particolare Sarkozy si riferiva al teologo di riferimento dei Fratelli Musulmani Yusuf al-Qaradawi e al predicatore salafita egiziano Mahmud al-Masri, che cura il programma “Una notte nella casa del Profeta” sul canale satellitare islamico Iqraa.
La decisione del presidente francese è giunta a pochi giorni dalla barbara uccisione a Tolosa e Montauban di tre militari di origine maghrebina, di un insegnante e tre bambini ebrei freddati davanti a un liceo ebraico da parte del giovane franco-algerino Mohamed Merah. La decisione non è stata casuale. C’è voluta la morte di sette persone per aprire gli occhi sulla predicazione dell’odio di alcuni personaggi legati all’estremismo islamico. Nessun legame è stato sinora riscontrato tra Merah e Qaradawi e forse non si troverà mai, poiché i modelli del pluriomicida si collocano certamente ancora più a destra rispetto allo shaykh di Al Jazeera.
Non è mancata la reazione dell’Unione Mondiale degli Ulema, presieduta da Qaradawi: “Siamo stupiti e biasimiamo la Francia per il rifiuto di concedere un visto allo shaykh Yusuf al- Qaradawi dal momento in cui è un ulema moderato che ha contribuito a eliminare l’estremismo islamico!” Il comunicato rammenta altresì che la sua organizzazione ha “condannato con forza l’attentato terrorista di Tolosa.” A questo punto non resta che domandarsi chi abbia ragione: Sarkozy che definisce Qaradawi un predicatore islamico estremista oppure l’Unione Mondiale degli Ulema che lo reputa un moderato? Ebbene, a prescindere dalle ben note posizioni del teologo di Al Jazeera sugli attentati suicidi in Israele che definisce legittima resistenza, basta scorrere il suo testo fondamentale “Il lecito e l’illecito nell’islam” (al-Halal waal- haram fi al-islam) per conoscere le linee fondamentali del suo pensiero. Iniziamo dalla definizione di illecito che a suo parere non è rivolta ai soli musulmani, ma a tutta l’umanità in quanto l’islam è la religione naturale dell’uomo: “L’illecito nell’islam si caratterizza per la generalità e la continuità.
Non c’è cosa vietata al non arabo e permessa all’arabo. Non c’è cosa vietata al nero e permessa al bianco. Non c’è permissione o autorizzazione accordata a una classe oppure a un gruppo religioso che permette loro di commettere, in loro nome quel che dettano le loro passioni con il pretesto che sono dei sacerdoti, dei pontefici, dei re o dei nobili. Anzi non c’è alcuna differenza tra i musulmani che renda loro lecito quello che è vietato a altri. Assolutamente! Perché Allah è il Signore di tutti e la legge coranica si impone a tutti. Tutto quello che Allah ha permesso nella Sua legislazione è permesso a tutto il mondo senza eccezione e tutto quello che ha vietato è vietato a tutti fino al giorno della Resurrezione.” Parole chiare e inequivocabili. Nel testo segue poi la trattazione di quanto è lecito e illecito non solo per il musulmano, ma anche per il resto dell’umanità, che in Qaradawi diventa “umma-nità”. Accanto ai divieti più noti quali il divieto di consumare bevande inebrianti, carne di maiale, di giocare d’azzardo vengono trattati altri argomenti.
Ad esempio l’omosessualità: “Per completare le regole islamiche riguardanti l’istinto sessuale, ci resta da vedere che l’islam ha vietato anche l’omosessualità…”. Si spiega che per l’omosessuale è prevista la morte, al pari della fornicazione, e si conclude: “questa severità che sembrerebbe inumana non è che un mezzo per depurare la società islamica da questi esseri nocivi che non conducono che alla perdita dell’umanità”. Nel saggio in questione si elencano i tre casi in cui non è più vietato uccidere:
“1. Il crimine premeditato. Se si hanno delle prove sicure che una persona ha ucciso qualcuno, bisogna applicargli la legge del taglione: la vita per la vita. Il male è combattuto con il male e ‘colui che commette l’aggressione è il più ingiusto’ (“Nel contrappasso c’è una possibilità di vita”, Corano II, 179)
2. Il compimento provato dell’atto immorale della fornicazione da parte di un musulmano. E’ necessario che quattro uomini fra i più integri, testimonino che hanno visto i fornicatori compiere quest’atto. […]
3. L’apostasia dall’islam dopo averlo abbracciato e il dirlo apertamente per sfidare la società islamica. L’islam non impone a nessuno di diventare musulmano, ma non tollera che si giochi con la religione […] Così il Profeta – su di lui la pace e la benedizione di Allah – ha limitato il permesso di uccidere a questi tre casi. Ha detto: ‘Non è permesso uccidere un musulmano che in uno di questi casi: se ha ucciso qualcuno, se ha commesso adulterio, se ha apostatato dalla sua religione e lasciato la comunità’ (unanime).” Basterebbe questo paragrafo per comprendere la pericolosità del pensiero di Qaradawi e soprattutto l’incompatibilità con i valori fondanti non solo della Costituzione francese, ma anche della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea dove all’articolo 6 si legge “Ogni individuo ha diritto alla libertà e alla sicurezza” e all’articolo 10 comma 1: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione.
Tale diritto include la libertà di cambiare religione o convinzione, così come la libertà di manifestare la propria religione o la propria convinzione individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto, l’insegnamento, le pratiche e l’osservanza”. La stessa Carta europea all’articolo 9 recita: “Il diritto di sposarsi e il diritto di costruire una famiglia sono garantiti secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio”. Al contrario ne “Il lecito e l’illecito nell’islam” si legge: “E’ vietato alla musulmana di sposare un non musulmano, sia o no della gente del Libro. Questo non può in alcun modo essere permesso e citiamo le parole di Allah a riguardo: ‘Non sposate le [donne] associatrici, finché non avranno creduto, ché certamente una schiava credente è meglio di una associatrice, anche se questa vi piace. E non date spose agli associatori, finché non avranno creduto, ché, certamente, uno schiavo credente è meglio di un associatore, anche se questi vi piace. Costoro vi invitano al Fuoco, mentre Allah, per Sua grazia, vi invita al Paradiso e al perdono.
E manifesta ai popoli i segni Suoi, affinché essi li ricordino’ (II, 221). […] perché l’uomo è il padrone della casa. E’ lui che sta attento agli interessi della donna e che ne è responsabile. L’islam alla sposa ebrea o cristiana, all’ombra del marito musulmano, ha garantito la sua libertà di coscienza e ha protetto con la sua legislazione e le sue direttive i suoi diritti e la sua libertà, invece un’altra religione, come quella cristiana o ebraica, non garantisce alcuna libertà di coscienza alla donna di fede diversa e non le garantisce i suoi diritti. Come può l’islam lasciare all’avventura l’avvenire delle sue figlie e buttarle tra le mani di gente che non ha alcun rispetto e alcuno scrupolo per la loro religione?” Anche in questo caso parole inequivocabili, cui si vanno aggiungere la liceità della poligamia, di ricorrere alla forza se la moglie disubbidisce e così via. E’ risaputo che il concetto di moderazione, in arabo wasatiyya, in Qaradawi ha un significato ben preciso, ovvero corrisponde all’introduzione della sharia in modo graduale. E’ evidente dalle citazioni riportate – ma se ne potrebbero addurre molte di più – che si tratta di un estremista islamico.
Stabilito questo e quindi stabilito che il presidente francese Sarkozy, e prima di lui l’Irlanda, hanno fatto bene a vietarne l’ingresso, ci domandiamo come mai in Irlanda esista ancora il Consiglio Europeo Per la Fatwa e la Ricerca, presieduto da Qaradawi, come mai in Europa continuino a predicare persone come Tariq Ramadan, come l’UOIF in Francia, l’UCOII in Italia, che rispettano e stimano lo shaykh. Bisogna essere fermi e soprattutto coerenti: se esistono dei valori fondanti della civiltà europea, prima fra tutti la libertà, questa deve valere sempre, senza se e senza ma. Se il cristiano è libero di convertirsi all’islam e di proclamarlo ad alta voce, anche il musulmano deve esserlo altrettanto e non essere costretto a vivere nelle catacombe; se la musulmana vuole sposarsi civilmente con un cittadino europeo lo deve potere fare senza costringere il futuro marito a una finta conversione che non ha via d’uscita e non ammette ripensamenti. Ma soprattutto non dobbiamo consentire la predicazione di chi vuole instaurare un doppio binario nella giurisdizione, perché così facendo non proteggeremmo quei musulmani e delle musulmane che vivono in Europa come cittadini europei in prima istanza e come musulmani in seconda istanza, quindi non proteggeremmo i musulmani che si vogliono integrare dai predicatori della “umma-nità”.

VALENTINA COLOMBO (Cameri, 1964) è docente di Cultura e Geopolitica dell’islam presso l’Università Europea di Roma e Senior Fellow presso la European Foundation for Democracy a Bruxelles. E’ membro del Comitato per l’islam italiano presso il Ministero dell’interno


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