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Informazione Corretta Rassegna Stampa
09.11.2011 Dobbiamo assolvere il giudice Goldstone ?
analisi di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 09 novembre 2011
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Dobbiamo assolvere il giudice Goldstone ?»

Dobbiamo assolvere il giudice Goldstone ?
di Manfred Gerstenfeld
(traduzione di Angelo Pezzana)
in contemporanea con Ynet news.com 


Manfred Gerstenfeld, Richard Goldstone

Che Israele pratichi politiche di apartheid è “ particolarmente pericoloso e in più è una fandonia “. L’ha scritto il giudice Richard Goldstone in un articolo sul New York Times dal titolo “ Israele e la calunnia dell’Apartheid “, uscito alla fine di ottobre (1). Aggiungendo “ è importante separare la critica legittima dagli attacchi che mirano a isolare lo Stato ebraico, demonizzarlo e delegittimarlo”.  Goldstone critica coloro che definiscono Israele stato dell’apartheid e fornisce molti argomenti che dimostrano la falsità delle accuse. 

Un testo alquanto inaspettato del giurista che aveva coordinato l’inchiesta premeditatamete ostile voluta dal Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite. Goldstone ha ricevuto i complimenti per l’articolo anche da coloro che prima l’avevano duramente attaccato (2). Per Israele è utile che Goldstone appaia quale suo difensore su un argomento così rilevante. Un aiuto ancora più importante, dato che è un sudafricano e quindi sa bene che cosa significhi apartheid. 

Goldstone aveva già ritrattato alcune sue accuse contro Israele nel suo rapporto all’ UNHRC in un editoriale sul Washington Post nell’aprile di quest’anno (3), nel quale scrisse che “ se avessi saputo prima le cose che so adesso il rapporto sarebbe stato diverso”. In quell’articolo scrisse che dopo le investigazioni di Israele, e il successivo rapporto al Comitato delle Nazioni Unite, era ormai acclarato che Israele non  aveva mai sparato su civili intenzionalmente. In quell’articolo aveva anche fatto diverse dichiarazioni  che rivelavano gli obiettivi di Hamas, una organizzazione dalle caratteristiche genocide.  Si augurava anche che le stesse investigazioni compiute da Israele potessero essere eseguite sui crimini di guerra di Hamas. Un’altra affermazione poco credibile era “ avevo sperato come minimo, di fronte alla chiara dimostrazione che i suoi membri stavano commettendo gravi crimini di guerra, che Hamas avrebbe ridotto i suoi attacchi. Purtroppo non è avvenuto”. 

In base a questi due articoli, dobbiamo assolvere Goldstone per avere guidato una investigazione che ha giocato un ruolo prioritario nella diffamazione, demonizzazione e delegittimazione di Israele ? Occorre comprendere perché perdonare oggi Goldstone sarebbe un grandissimo errore. Consiglio di leggere il “Rapporto Goldstone riconsiderato, una analisi critica” (4), a cura di Gerald Steinberg e Anne Herzberg, del centro NGO Monitor. 

In uno dei saggi del libro, Irwin Cotler, ex Ministro della Giustizia canadese, aveva definito l’incarico di Goldstone “ corrotto fin nel profondo”. Alan Dershowitz, professore di Legge alla università di Harvard, ha titolato le 50 pagine del suo saggio “ Motivazioni contro il Rapporto Goldstone: analisi di un clamoroso pregiudizio”. Trevor Norwitz, un giurista americano, tra i più critici con Goldstone, sollevò molte domande sul “ suo modo di procedere in modo frammentario”, e così molti altri. 

Avrebbe fatto meglio se avesse scritto altri articoli pro-Israele su importanti giornali, ma questo non avrebbe cancellato il comportamento immorale della sua commissione. Ciò che gli si chiede sono delle scuse a tutto campo. Che potrebbero essere espresse così: 

“ Voglio presentare le mie scuse a Israele per il Rapporto Goldstone. Non avrei dovuto accere l’incarico dall' UNHRC. Sapevo che l’ex Alto Commissario per i Diritti Umani dell’Onu, Mary Robinson, aveva rifiutato la nomina perché altamente pregiudizievole. Avrei dovuto sapere che la commissione che dovevo presiedere  era di parte. Avrei dovuto soprattutto capire che Christine Chinkin non avrebbe dovuto esserne membro, dato che aveva accusato Israele di avere commesso crimini di guerra. Voglio quindi chiedere a lei e agli altri membri della commissione di scusarsi a loro volta. 

“ Sapevo dalla mia lunga esperienza che la commissione non avrebbe dovuto dare credito a notizie non verificate e ad accuse anonime come se fossero vere. Le proteste contro la nostra commissione per non aver verificato i fatti erano giustificate. Il modo con il quale abbiamo legittimizzato organizzazioni terroriste come Hamas  è ancora di più non perdonabile, insieme ad altri esempi della nostra mancanza di analisi, giudizi errati ed errori. 

“Sono stato un codardo nell’escludere ogni pubblica discussione sul rapporto quando fu pubblicato. Ancora più grave il danno irreparabile che ho causato allo Stato e al popolo di Israele, alla causa della giustizia, ai principi che reggono lo svolgersi della legge e della democrazia a livello internazionale e umano. “ 

Solo quando Goldstone si scuserà in questo modo saremo sicuri dl suo pentimento.  Altrimenti continueremo a pensare che il danno che ha causato non può essere cancellato. Fino ad oggi ha fatto soltanto alcuni tentativi, poca cosa rispetto all’enorme danno che ha provocato. 

[1] Richard J. Goldstone, “Israel and the Apartheid Slander”, The New York Times, 31 October 2011.

[2] Gerald M. Steinberg, “Giving credit where credit is due”, The Jerusalem Post, 1 November 2011.

[3] Richard Goldstone, “Reconsidering the Goldstone Report on Israel and war crimes,” The Washington Post, 2 April 2011.

 [4] Gerald M. Steinberg, Anne Herzberg (ed.) The Goldstone Report “Reconsidered”: A Critical Analysis, , (Jerusalem: NGO Monitor, the Jerusalem Center for Public Affairs, 2011). 

Manfred Gerstenfeld è Presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center fo Public Affairs.
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