|
| ||
|
||
La cultura della menzogna: bugie e figuracce mediorientali I fatti che vengono descritti di seguito sono difficili da leggere, ma anche da scrivere. Si tratta di una delle questioni più delicate della cultura mediorientale, sulla quale è molto facile generalizzare. Quindi, qui parleremo di alcuni eventi che mostrano la gravità della situazione in tutta l’area, ricordando che anche noi in Israele non siamo immuni dalle menzogne. Soltanto pochi giorni fa, nel giorno di “Kippur” (dell’Espiazione, n.d.t.), abbiamo chiesto perdono a Dio per aver mentito o giurato il falso. Storie di tangenti e corruzione venute alla luce di recente - come il caso Galant - ci dimostrano che anche noi israeliani dobbiamo migliorare. Il problema dell’affidabilità dei mass media arabi è noto, soprattutto quando si tratta di paesi totalitari con un regime accentratore, in cui i mezzi radiotelevisivi e la stampa sono obbligati a rappresentare la linea ufficiale del governo e a non mettere in imbarazzo il capo dello Stato. In paesi come Siria, Egitto, Giordania e Libia, giornali e media elettronici hanno una missione permanente: costruire al sovrano unico la legittimità di governare e del suo modo di gestire il paese. I media celebrano le sue decisioni e azioni, nascondendo errori e fallimenti. Basti come esempio la bugia progettata (e poi smascherata) dal presidente egiziano Gamal Abd El Nasser e del re di Giordania Hussein (il padre dell’attuale re Abdallah, n.d.t) durante la Guerra dei Sei Giorni, nel 1967, dopo che avevano scoperto che le loro forze aeree erano state eliminate dall’aviazione israeliana, quando ancora si trovavano sulle piste. Per la vergogna, i due leader avevano stabilito di pubblicare la notizia che i loro aerei non erano stati distrutti dall’aviazione israeliana, ma da quella della Sesta flotta americana. La conversazione durante la quale essi avevano concertato questa frottola era stata intercettata dall’intelligence israeliano ed era stata trasmessa da “Kol Israel” (Radio Israele, n.d.t.) che rivelò pubblicamente la menzogna. Inutile sottolineare la doppia brutta figura derivata ai due governanti: quella dell’eliminazione delle loro forze aeree e quella per la scoperta della loro bugia. Sempre durante la Guerra dei Sei Giorni, la stazione radiofonica “Kol ha-raam mi-Kair” (emittente di propaganda egiziana in lingua ebraica, n.d.t.) trasmetteva notizie sensazionali (false) di questo tenore: “Su tutti i fronti le nostre forze riportano vittorie sul nemico sionista”. Queste ridicole dichiarazioni venivano diramate proprio mentre le truppe egiziane fuggivano a piedi nudi dal deserto del Sinai, mentre l’esercito giordano veniva respinto dalla Giudea e dalla Samaria (West Bank) e quello siriano subiva una disfatta sulle alture del Golan, da dove per anni aveva sparato sui kibbuz e sulle comunità israeliani nelle valli del Giordano e attorno al lago di Tiberiade. La Siria ha firmato il trattato per impedire la proliferazione di armi nucleari: questa impegno le impone di riferire all’Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica tutte le sue attività nucleari. Ebbene: secondo fonti straniere, nella notte del 6 settembre del 2007 Israele ha bombardato in Siria un impianto e tutto indica che si trattava di un reattore nucleare di progettazione della Corea del Nord e di cui l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica non conosceva l’esistenza. Dopo il bombardamento il governo siriano ha rimosso tutti i detriti e ha ripulito il suolo circostante. Il presidente Bashar Assad ha dichiarato in un’intervista che quello in questione era una edificio militare in disuso, ma una delegazione di controllo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica che ha visitato il sito ha scoperto residui di materiale radioattivo, che la Siria non avrebbe dovuto possedere, senza segnalarlo all’Agenzia. In questi giorni l’Agenzia ha intimato al governo siriano di trasferire il dossier sul nucleare al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, come ha già fatto con l’Iran, dopo che era stato appurato che anch’esso svolgeva attività nucleari vietate. Quando gli arabi che abitavano in Terra d’Israele hanno compreso che gli ebrei, basandosi sulla loro storia, erano ritornati nell’antica patria, hanno sviluppato un racconto storico secondo il quale essi sono i discendenti dei Filistei, figli dei Gebusei, e quindi sono "palestinesi" e hanno diritto di precedenza sulla terra e su Gerusalemme, prima ancora degli ebrei. Il fatto che tutti i libri di storia araba, nonché mondiale, documentino che le tribù arabe hanno invaso la Terra d’Israele soltanto nel VII secolo d.C., nell’ambito delle conquiste islamiche, non insinua il dubbio circa l’esistenza storica del "popolo palestinese" quale il mondo è ormai abituato a considerare. Il mondo intero ignora abitualmente anche il fatto che molti palestinesi portano nomi che testimoniano il loro paese d’origine come: AlMasri (l’Egiziano, in quanto Masar significa Egitto, n.d.t.), AlAraqi (proveniente dall’Iraq, n.d.t.), AlKhorani (da Khoran, regione della Siria meridionale), ecc. Inoltre, il dialetto saudita più comunemente parlato dai beduini nel Negev, nella Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, indica la loro recente provenienza e gli abitanti del villaggio di Jiser Alzarka, tra Hadera e Haifa, sono sudanesi arrivati qui nel XX secolo. Anche una mezza verità è considerata una sorta di bugia. I media arabi danno informazioni lacunose e tendenziose su quanto sta accadendo tra Israele e i suoi vicini e il fatto si ripete soprattutto quando è in corso un conflitto armato. Durante l’operazione "Piombo fuso", l’informazione araba - anche quella relativamente “libera” come Al Jazeera – ha descritto nei dettagli ciò che stava accadendo a Gaza, nascondendo però deliberatamente ciò che i kibbuz e le città israeliani vicini a Gaza avevano subito negli otto anni precedenti l’operazione. Ciò ha creato l’impressione che Israele, un bel mattino, si fosse svegliato e avesse deciso all’improvviso di andare in guerra contro i pacifici abitanti di Gaza. E questa è proprio la conseguenza che i paesi arabi hanno tratto. http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90 |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |