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Informazione Corretta Rassegna Stampa
25.05.2010 Il Presidente Usa ai raggi X
Lettera aperta di Emanuel Segre Amar

Testata: Informazione Corretta
Data: 25 maggio 2010
Pagina: 1
Autore: Emanuel Segre Amar
Titolo: «Il Presidente Usa ai raggi X»

Gentile Presidente,

sa che cosa ho pensato quando lei ha presentato la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti? "Questo ce la fa", ho pensato, tutti gli altri hanno fallito, ma lui forse ce la fa. Mi fidavo di lei, capisce, nonostante molti diffidassero, per via di quel secondo nome, Hussein.
Lei non ha idea di quanti messaggi ho ricevuto denuncianti la sua appartenenza all’islam; li ho cestinati tutti!
Ho dovuto però cominciare a pormi qualche domanda su quali fossero le sue vere intenzioni, su che cosa davvero meditasse in cuor suo, quando lei ha cominciato a scegliere i suoi collaboratori.
Il primo, capo dello staff della Casa Bianca, è stato un ebreo, tale Emanuel Rahm. Sembrava quindi che le sue intenzioni fossero quelle di ergersi a buon arbitro ascoltando, se non altro, le posizioni delle due parti; sennonché si è presto scoperto che Rahm è abituato a pronunciare imprecazioni irripetibili nei confronti dei politici israeliani; i suoi sentimenti nei confronti di Israele sono ora a tal punto noti che nei suoi recenti viaggi a Gerusalemme, dove il figlio deve celebrare il proprio bar mitzvah, deve essere protetto dall'anonimato più assoluto per non creare troppe difficoltà a coloro che lo devono scortare.
Ho scoperto che un altro stretto collaboratore, il suo national security advisor John Brennan, dichiara di amare quella città che pure lei aveva a suo tempo visitato garantendone la non divisione; e sa come la chiama?
"Al Quds" (aggiungendo solo in un secondo momento, come in un inciso, il nome di Gerusalemme). Un lapsus? Difficile crederlo, se poi si apprende che elogia la devozione islamica osservata durante i pellegrinaggi alla Mecca, e addirittura arriva a dichiarare Hezbollah "un'organizzazione molto interessante". C'è poi il caso del suo General Attorney Eric Holder, per il quale “l'islam radicale” non esiste, e quello di James Jones, Consigliere per la sicurezza nazionale, che ritiene opportuno intrattenere il pubblico in situazioni ufficiali con barzellette pesantemente antisemite, e si potrebbe continuare ancora a lungo, e allora, signor Presidente, le confesso che incomincio a non capire più nulla. Non è possibile infatti che il pensiero dei suoi più stretti collaboratori non sia condiviso da lei.
Ma come può lei ergersi ad arbitro imparziale nella contesa che dichiara di voler risolvere?
Ho allora cercato di capire meglio che tipo di persona lei fosse, signor Presidente, e ho così scoperto che, appena eletto, la sua prima telefonata all'estero lei l'ha rivolta al primo ministro palestinese Mahmoud Abbas – nom de guerre Abu Mazen, tanto per ricordarci che lui è uomo di pace ed interlocutore per la pace.
Ammetterà che può apparire strana una simile scelta.
Successivamente si è comportato in modo ben poco diplomatico col primo ministro israeliano Netanyahu, in visita ufficiale, fatto entrare dalla porta di servizio e abbandonato ai suoi pensieri mentre lei pranzava tranquillamente con la sua famiglia pochi metri più in là; e quella non è stata neppure l'unica volta in cui si è comportato, col primo ministro Israeliano, in maniera poco amichevole, per non dire altro.
E che pensare della sua dichiarazione secondo la quale “l'America non è più un paese cristiano”? Voleva forse compiacere quel re dell'Arabia Saudita di fronte al quale si è inchinato come nessun capo di stato dovrebbe fare?
Non più cristiana l'America? Mi spieghi, per favore, perché davvero non capisco, mi sembra proprio contro ogni logica e storica realtà.
E allora, gentile Presidente, mi dica la verità: ciò che in tanti sussurrano, e che io non avevo voluto credere, che cioè lei sarebbe in realtà musulmano, non sarà mica vero? Vede, non ci sarebbe davvero nulla di male, ma ammetterà che sarebbe meglio se chi deve fare da arbitro fra ebrei e musulmani non fosse né ebreo né islamico. Su, la prego signor Presidente, me lo dica in un orecchio: le prometto che non lo dirò a nessuno.
Emanuel Segre Amar


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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