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Informazione Corretta Rassegna Stampa
16.12.2007 Un tentativo di imbavagliare Magdi Allam
nella richiesta di censura al Corriere della Sera

Testata: Informazione Corretta
Data: 16 dicembre 2007
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «Un tentativo di imbavagliare Magdi Allam»

 Invitiamo i nostri lettori, dopo aver letto la lettera che segue, a scrivere al CORRIERE della SERA per esprimere solidarietà a Magdi Allam, oggetto di un ignobile atto di censura da parte di chi vorrebbe spegnere una delle voci più alte in difesa delle nostre libertà democratiche.

Ecco il documento:

Da Aprileonline:
 Firme Varie,  14 dicembre 2007

 Lettera aperta al Corsera/2      Lo storico quotidiano, con gli interventi
dell'editorialista egiziano sulla questione israelo-palestinese ha assunto
posizioni di sostegno acritico alla politica del governo Olmert, e messo in
atto una campagna di intimidazione e di costruzione dell'altro come nemico


Egregio Direttore,

le posizioni del quotidiano da Lei diretto sul problema israelo-palestinese
si caratterizzano per un sostegno, a nostro avviso assai acritico, della
politica del governo israeliano che prosegue nella durissima repressione del
popolo palestinese (lo storico israeliano Ilan Pappè ha ripetutamente
parlato, recentemente, di genocidio a Gaza e di pulizia etnica in
Cisgiordania) e per un appoggio, anche esso assai acritico, sempre a nostro
avviso, alla complicità dell'Occidente e dell'Europa.
Né vengono tenute in alcun conto, anche solo a livello informativo, le
posizioni duramente critiche che si levano, sia all'interno di Israele sia
in seno all'ebraismo internazionale, da parte di intellettuali, giornalisti
e politici come Uri Avnery, Avraham Burg, Noam Chomsky, Tony Judt, Edgar
Morin, Jeff Halper, Ilan Pappè, Michael Warschawsky e numerosi altri, senza
dimenticare giornalisti del quotidiano israeliano Haaretz come Meron
Benvenisti, Amira Hass, Gideon Levy e Danny Rubinstein.
Nulla è possibile sapere dal giornale da Lei diretto sui crimini commessi
quotidianamente dall'esercito israeliano, crimini contro la popolazione
civile che sono stati denunciati e dai reduci dell'esercito israeliano e da
alcune organizzazioni israeliane di difesa dei diritti umani.
Passerà del tempo, ma alla fine il mondo guarderà con occhi assai critici a
quello che è stato scritto e a quello che non è stato scritto sui media
occidentali, non solo a proposito del conflitto israelo-palestinese, in
questo passaggio d'epoca.

Ma il Corriere della Sera non si ferma qui.
Dalle sue colonne viene messa in atto una campagna di intimidazione e di
costruzione dell'altro come nemico.
Il 6 novembre Magdi Allam, prendendo lo spunto da un prontuario per
immigrati arabi predisposto dalla Polizia di Stato, ha denunciato ai
responsabili del Ministero degli Interni la prof.ssa Claudia Tresso, docente
di Lingua araba presso l'Università di Torino, che peraltro risulta aver
collaborato in modo del tutto marginale al prontuario, colpevole, secondo
Allam, di essere tra i firmatari del documento "Facciamo sentire la nostra
voce - Una Campagna per le verità", al quale hanno aderito, poco dopo la
fine della guerra del 2006 in Libano, alcune centinaia di docenti
universitari, di docenti di scuole superiori, di intellettuali, di artisti e
di semplici cittadini/e, nel silenzio quasi totale dei media, dei politici e
degli intellettuali più noti, mentre per il suo giornale Gianni Riotta si
affrettava ad andare a intervistare Shimon Peres e Tzipi Livni,
sottolineando della seconda "il sottile fascino".

In tre giorni e precisamente domenica 4 novembre (intervento contro i
firmatari dell'appello "Gaza Vivrà", in quanto "schierati con i terroristi
islamici" di Hamas) e martedì 6 novembre, Magdi Allam, dalle pagine del
Corriere della Sera, ha lanciato una lista di proscrizione nei riguardi di
quante/i hanno tentato di rompere il silenzio dei media e della gran parte
del ceto politico, per denunciare le operazioni di guerra israeliane, che in
Libano hanno prodotto oltre 1200 morti e la distruzione di metà del
territorio, e la situazione sempre più drammatica dei Territori Palestinesi
Occupati da oltre 40 anni da Israele nella assoluta inosservanza delle
risoluzioni dell'ONU e dei pareri della Corte Internazionale di Giustizia,
con la Cisgiordania ridotta ormai a poche enclave e con la Striscia di Gaza,
una prigione a cielo aperto, ai limiti di una catastrofe umanitaria,
documentata da organismi sia dell'ONU che della Banca Mondiale. E il peggio
sembra essere ancora alle porte.

Di Magdi Allam è ben nota la propensione ad atteggiamenti "eccessivi",
oltranzisti sarebbe un termine più esatto, che sono stati stigmatizzati e
anche ridicolizzati, in un appello e in numerosi articoli apparsi nel luglio
2007 sulla rivista Reset, a seguito della pubblicazione del libro "Viva
Israele", nel quale si accusa lo studioso Massimo Campanini di antisemitismo
e di ignorare il pericolo islamista, mentre l'università italiana
pullulerebbe "di professori cresciuti all'ombra delle moschee dell'UCOII,
simpatizzanti coi Fratelli Musulmani, inconsapevolmente o irresponsabilmente
collusi con la loro ideologia di morte". (1)
Ma Magdi Allam non è un semplice giornalista freelance, è un editorialista
del quotidiano da Lei diretto e anche un vicedirettore ad personam.
Risale quindi alla responsabilità morale, culturale e politica della
direzione del giornale la campagna promossa dalle sue colonne.
Il clima politico generale, a livello nazionale e internazionale, è sempre
più teso, nuove guerre sembrano all'orizzonte, mentre è preoccupante
l'atmosfera di intimidazione che da qualche tempo si scatena ogni volta che
si cerca di approfondire la questione mediorientale e di contestare l'uso
sistematico della ipocrisia, della menzogna e del cinismo da parte dei media
e della realpolitik.
Se un quotidiano come il Corriere della Sera, malgrado la sua storia, si fa
promotore di una campagna di costruzione dell'altro come nemico, utilizzando
in modo spregiudicato, come oggi è costume sempre più frequente, un
intellettuale (un chierico verrebbe da dire, parafrasando il titolo di un
saggio sempre attualissimo) di ‘origine non europea', i segni già oscuri che
hanno caratterizzato l'inizio del nuovo secolo, diventano ancora più foschi.
Le/i firmatarie/i, alcuni/e delle/dei quali aderenti anche all'appello
""Facciamo sentire la nostra voce. Una campagna per la verità" del settembre
2006, o a quello di Reset del luglio 2007 o a quello più recente "Gaza
vivrà", esprimono piena solidarietà alla prof.ssa Claudia Tresso e a quanti
sono stati "messi in proscrizione" nelle vecchie e nuove "liste-Allam".
Al direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli il dovere di una risposta.
Per aderire: info@frammenti.it
(1) Giancarlo Bosetti, su quel numero di Reset ha parlato di "missionari
pericolosi", Amara Lakhous di "biscardizzazione" dell'Islam, mentre Massimo
Campanini, in "Quanti errori in quel libro", afferma: "stupisce notare come
Magdi Allam sembri del tutto ignorare la letteratura scientifica sulle
questioni medio-orientali"


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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