venerdi 19 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
01.12.2017 To' chi riappare... Ugo Tramballi che spiega il mondo
... un'insalata mista indigesta

Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 01 dicembre 2017
Pagina: 1
Autore: Ugo Tramballi
Titolo: «Il ruolo dell'America avvolto nella nebbia»
Riprendiamo dal SOLE24ORE di oggi, 01/12/2017, a pag.1 con il titolo "Il ruolo dell'America avvolto nella nebbia" il commento di Ugo Tramballi.

To' chi s rivede! Torna a scrivere Ugo Tramballi dopo settimane di assenza. Non possiamo dire di aver sentito la sua mancanza.

Scrivendo della possibile sostituzione di Rex Tillerson con una figura più adatta e in linea con gli obiettivi di Donald Trump, Tramballi approfitta per attaccare Trump e elogiare le politiche di Barack Obama. Il risultato è un articolo confuso e indecifrabile, un'insalata mista indigesta.

Ecco l'articolo:

Immagine correlata
Ugo Tramballi

Immagine correlata
Donald Tump

Nessuno riesce a contenere l'esuberante politica, apparentemente senza direzione, di Donald Trump. All'elenco senza fine dei silurati in meno di un anno di amministrazione sta per aggiungersi Rex Tillerson, segretario di Stato ed ex Ceo del colosso energetico Exxon Mobil. Di tutti i sacrificati in nome di un disegno sempre meno decifrabile, è il pezzo più pregiato: come incarico e come personalità. Il segretario di Stato insieme a quello della Difesa, ricopre il ruolo più importante nella proiezione del ruolo americano nel mondo, nella sicurezza sua e dei molti alleati, nella credibilità della prima fra le superpotenze. Ma la cosa che più deve spaventare quel sistema di sicurezza, alleanze e cooperazione creato dagli Stati Uniti e del quale facciamo parte anche noi, è che forse il punto sia esattamente questo: il rifiuto di Donald Trump di voler essere il presidente degli Stati Uniti che abbiamo conosciuto fino ad ora, fondato su una incrollabile volontà di smontare il sistema in nome dell'isolazionismo.

Posto che si possa considerare un aspetto positivo, il presidente in carica sta dimostrando una grande coerenza con quanto aveva promesso il candidato repubblicano in campagna elettorale. Prima di accettare l'incarico, Rex Tillerson era alla guida di una delle più grandi multinazionali americane in un settore strategico come l'energia Per questo la persona non era meno importante della carica che ricopriva. Forse Trump lo aveva scelto pensando che Tillerson sarebbe stato un efficace strumento di un'America che doveva diventare «di nuovo grande» pensando solo a se stessa; che riportando in patria i suoi asset imprenditoriali, avrebbe simbolizzato il nuovo corso. Al contrario, nel suo precedente lavoro Tillerson era la prova che la ricchezza e il primato americano erano il frutto del sistema globale che Washington aveva creato: che era l'internazionalismo non l'isolazionismo a fare dell'America una "nazione indispensabile" e la più ricca del mondo.

E se mai Tillerson non lo avesse saputo, guidare il dipartimento di Stato, dialogare con gli alleati e negoziare con gli avversari , affrontando quotidianamente le difficoltà e le nuances della diplomazia, comporta intrinsecamente una fondamentale comprensione: ciò che serve davvero all'America per essere grande è fuori dai suoi confini. Senza mezzi reali, con un comportamento da potenza del XIX secolo, ma con grande intelligenza tattica, la Russia conquista credibilità. La Cina è già una grande potenza moderna Obor, la sua via commerciale e infrastrutturale della seta, è un geniale strumento di conquista dei mercati: il passo precedente del predominio geopolitico. Obor non è che un piano Marshall più ricco e globale nelle sue ambizioni. Intanto, il presidente degli Stati Uniti esce dagli accordi commerciali, twitta spazzatura razzista litigando col premier britannico l'alleato per definizione - ma incassa il sostegno del capo del Ku Klux Klan. Cosa resterà dell'America e del sistema democratico occidentale fra tre anni, se e quando il mandato di Donald Trump finirà senza più repliche?

Per inviare al Sole24Ore la propria opinione, telefonare: 02/ 30221, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


letterealsole@ilsole24ore.com

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT