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Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
06.01.2011 Ritorna in Iraq Moqtada al-Sadr
Una gran brutta notizia

Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 06 gennaio 2011
Pagina: 11
Autore: La redazione del Sole24Ore
Titolo: «Un ritorno trionfale per al-Sadr»

Una brutta notizia per la già traballante stabilità dell'Iraq è il ritorno dalla città santa di Qom in Iran di Moqtada al-Sadr, che i media definiscono
  'protagonista controverso' quando sarebbe più corretto chiamarlo terrorista come i suoi sodali iraniani.
La notizia è sul SOLE24ORE di oggi, 06/01/2011, a pag. 11, con il titolo " Un ritorno trionfale per al-Sadr ":
Ecco il pezzo:


Moqtada al-Sadr

Dopo oltre tre anni di esilio volontario, è tornato ieri in Iraq il leader radicale sciita Moqtada al-Sadr, uno dei più controversi protagonisti della scena politica e religiosa irachena, che dopo la caduta di Saddam Hussein ha guidato due sanguinose rivolte contro le forze Usa, svolgendo inoltre il ruolo di ago della bilancia nella nomina di Nouri al-Maliki alla guida del governo. Senza alcun preannuncio, è apparso nel pomeriggio nella città santa sciita di Najaf, dove si è subito recato al mausoleo dell'imam Ali, genero del profeta Maometto e una delle figure più venerate dagli sciiti. Rapidamente è stato attorniato da una folla di sostenitori.

Nonostante sia stato lontano così a lungo - probabilmente nella città iraniana di Qom - Moqtada al-Sadr gode ancora di una grande popolarità ed è in grado di influenzare notevolmente il processo politico in Iraq. In particolare grazie alla corrente sadrista (39 deputati dei 325 del Parlamento) che, dopo un veto iniziale, ha infine dato nell'autunno scorso luce verde a un secondo mandato di al-Maliki alla guida del governo, insediatosi a dicembre oltre nove mesi dopo le elezioni. Governo in cui la corrente ha ottenuto sei ministri. Anche nel primo governo al-Maliki Sadr aveva sei ministri, che poi ritirò nell'aprile del 2007 in seguito alle controversie con il premier riguardo all'Esercito del Mahdi, la potente milizia da lui capeggiata che, arrivata ad avere circa 60mila uomini, fu ripetutamente accusata, in particolare dagli Usa, di essere responsabile di un'ondata di omicidi di carattere interconfessionale. Prima di deporre le armi su ordine di Sadr.

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