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Riprendiamo dal MESSAGGERO di oggi, 21/09/2015, a pag. 17, con il titolo "Israele, la polizia sparerà a chi lancia sassi o molotov", la cronaca firmata R. Es. Il titolo scelto dalla redazione del Messaggero colpevolizza Israele e contraddice il contenuto dell'articolo stesso ("In certi casi e condizioni, al tiro di sassi e molotov la polizia israeliana a Gerusalemme risponderà aprendo il fuoco"). I casi in cui i militari israeliani risponderanno sono quelli in cui gli attacchi palestinesi mettono a repentaglio la vita medesima delle persone. Si tratta, perciò, soltanto dei casi in cui pietre e bottiglie molotov siano utilizzate come autentiche armi che possono uccidere e, di fatto, hanno già più volte ucciso (l'ultimo caso è quello di un automobilista colpito e ucciso a Gerusalemme la settimana scorsa). Ecco l'articolo:
LA TENSIONE Una mossa subito contestata dall'ong araba, Adalah, che ha definito «illegali» le misure, denunciate già duramente dalla dirigenza palestinese nei giorni passati. Ma i passi intrapresi dal governo non si fermano qui: Netanyahu ha detto che sarà accelerata la legislazione «per imporre multe ai parenti dei minori che tirano pietre e bombe incendiarie». Così come una legge che stabilisce «un minimo di pena» per gli autori dei lanci: i media riferiscono di 4-5 anni di carcere per i tiri dei sassi e di 10 anni per le bottiglie incendiarie.
GIUDICI CONTRARI Sulle tensioni sulla Spianata ha fatto eco da Amman il re Abdallah che ieri ha incontrato una delegazione di deputati arabi della Knesset. «Lo dirò una volta sola e per tutte - ha sottolineato, citato da Haaretz - non c'è partnership né divisione: Al-Aqsa è un luogo musulmano di culto. Cosa vuole Netanyahu con queste azioni - ha continuato secondo la stessa fonte - Provocare una rottura?». Poi ha annunciato che sulla Spianata avrà un incontro in sede di Assemblea generale dell'Onu con il presidente palestinese Abu Mazen e quello egiziano Abdel-Fattah al-Sisi. La delegazione dei parlamentari arabi della Knesset dalla Giordania proseguirà per Istanbul dove, sullo stesso dossier, dovrebbe incontrare il presidente turco Recep Tayyep Erdogan. Per inviare la propria opinione al Messaggero, telefonare 06/4721, oppure cliccare sulla e-mail sototstante redazioneweb@ilmessaggero.it |
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