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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Avvenire Rassegna Stampa
03.03.2022 L'appello di Zelensky in ebraico: 'Non rimanete in silenzio'
Israele invia aiuti a Kiev

Testata: Avvenire
Data: 03 marzo 2022
Pagina: 6
Autore: B.U.
Titolo: «Il post in ebraico: 'Non rimanete in silenzio'. In salvo cento orfani»
Riprendiamo oggi 03/03/2022, da AVVENIRE, a pag. 6, con il titolo "Il post in ebraico: 'Non rimanete in silenzio'. In salvo cento orfani",la cronaca a firma B.U.

A destra: Volodymyr Zelensky

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto di nuovo a Israele per chiedere sostegno e con un post in ebraico sul suo account Facebook ha interpellato gli ebrei di tutto il mondo affinché non restino in silenzio di fronte a quanto sta succedendo. Zelensky ha agganciato il suo appello al bombardamento, l'altro giorno, del mausoleo di Babi Yar, a Kiev, dove tra il 29 e i 30 settembre 1941, in 48 ore, 33.771 ebrei furono massacrati dai nazisti. «Siamo morti un'altra volta a Babi Yar — ha scritto il presidente —. II mondo promette "mai più". Ma stanno di nuovo cancellando la storia».

Key port city Kherson appears to fall to Russians, but fate unclear | The  Times of Israel
L'appello di Zelensky in ebraico


È ebreo Zelensky e sono 50mila gli ebrei in Ucraina. Israele ha un forte legame con il Paese (tra l'altro regolare meta di pellegrinaggio della comunità chassidica). Ma ha una solida connessione anche con Mosca. Con le successive ondate di Alyah (l'immigrazione di coloro che hanno diritto alla cittadinanza secondo la Legge del Ritorno), sono attualmente più di un milione gli israeliani di origini e lingua russa (la terza più parlata nel Paese dopo l'ebraico e l'arabo): una comunità influente e con una forte rappresentanza politica. Sotto il profilo geopolitico, poi, Mosca è un partner strategico nel teatro siriano. Israele, certo, può parlare alle due parti in conflitto. Ma per mantenere questo vantaggio strutturale, il governo deve muoversi con cautela. L'ha detto chiaro e tondo, ieri, il premier Naftali Bennett (che ha parlato spesso con Zelensky in questi giorni), scrollandosi di dosso ogni imbarazzo. «Fin dal primo momento — ha sottolineato durante una visita alla sede del Mossad a Tel Aviv — abbiamo mantenuto una linea misurata e responsabile. La cosa ci consente non solo di salvaguardare i nostri interessi, ma anche di essere di aiuto, come elemento credibile. E in effetti aiutiamo, in maniere a discreta». Gerusalemme ha intanto inviato 100 tonnellate di aiuti umanitari in Ucraina. E accolto 100 orfani della città di Zhytomyr, che una delegazione è andata a prendere al confine con la Romania.

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