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Avvenire Rassegna Stampa
30.10.2021 Eitan bambino conteso
Analisi di Fiammetta Martegani

Testata: Avvenire
Data: 30 ottobre 2021
Pagina: 11
Autore: Fiammetta Martegani
Titolo: «Eitan, la contesa infinita e il bene superiore del bambino»
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 30/10/2021, a pag.11 con il titolo "Eitan, la contesa infinita e il bene superiore del bambino" l'analisi di Fiammetta Martegani.

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Fiammetta Martegani


La famiglia Biran. L'unico sopravvissuto alla tragedia della funivia è Eitan, di 6 anni

Sono giorni decisivi per il piccolo Eitan Biran. Dopo la sentenza del Tribunale della famiglia di Tel Aviv, che lunedì ha stabilito il ritorno in Italia del piccolo, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, i Peleg e i loro legali non sembrano darsi per vinti. Il nonno materno punta sul fatto che la decisione della giudice si sarebbe basata solo sulla questione del rientro di Eitan in Israele in modo illegittimo, senza discutere sul bene del bambino, argomentando che nell'ambito del diritto internazionale si tratta di un caso molto particolare, in cui a contendersi un minore non sono i genitori ma la famiglia allargata. L'obiettivo resta garantire la salvaguardia e il bene del fanciullo. Lo ha spiegato un esperto in materia, Claudio Grego, che ha fornito alla Corte israeliana una dettagliata opinione sui principali temi della legge italiana nell'ambito del procedimento instauratosi, ai sensi della Convenzione dell'Aja del 1980. «È stata una decisione raggiunta nel supremo interesse del benessere fisico e psicologico del ragazzo — ha ribadito Grego —. Ora spetta alle due famiglie trovare un giusto e duraturo accordo sul suo futuro». Secondo l'avvocato italiano, la scelta di fare ricorso alla Family Court di Tel Aviv potrebbe a questo punto essere un modo per prendere tempo, tenendo bloccato il bimbo in Israele il più possibile, fino alla data della prossima udienza, prevista il primo dicembre, presso il Tribunale dei minori di Milano. Si tratterebbe in questo caso, infatti, dell'appello richiesto a seguito del verdetto dello scorso 9 agosto, quando la famiglia materna aveva cercato di ottenere la custodia del piccolo — affidata alla zia paterna dalla Corte di Torino subito dopo la morte dei genitori — che fu invece respinta, spingendo Peleg a portare il nipote con sé in Israele con un jet privato, lo scorso 12settembre, totalmente all'oscuro della tutrice. La questione dei rapporti internazionali tra i due Paesi coinvolti, Italia e Israele, era stata cruciale fin dall'inizio della disputa. Nello specifico, il giurista Grego ha sostenuto la regolarità e definitività della nomina della zia paterna, Aya Biran, confermando l'illiceità del trasferimento del piccolo in Israele effettuato da parte del nonno paterno, Shmulik Peleg, e l'insussistenza di cause ostative o di rischio nel caso del ritorno di Eitan in Italia. Siamo adesso in presenza dell'ennesima corsa contro il tempo, con il rischio di procurare ulteriori danni nei confronti del già precario equilibrio del bimbo, su cui si era espressa chiaramente la giudice Iris Ilotovich Segal. «È di fondamentale importanza concentrarsi sulle condizioni emotive del minore e dargli il supporto, le cure e l'abbraccio di cui ha bisogno dopo l'enorme perdita subito». Concorda pienamente su questo la psicologa e psicoterapeuta Anna Gruner,, supervisore del sistema didattico di Gerusalemme, «al fine di consentire al piccolo di continuare la sua infanzia all'interno di un ambiente familiare già conosciuto, e superare nel migliore dei modi possibili il trauma della famiglia persa. Ma affinché questo possa avvenire con successo — conclude Gruner — sarà necessario da entrambe le parti uno sforzo per armonizzarsi con le decisioni prese dai tribunali, in modo da garantire la dovuta serenità del bambino».

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