giovedi` 18 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Avvenire Rassegna Stampa
26.11.2019 Netanyahu e Israele: alcuni scenari possibili
Cronaca di Fiammetta Martegani

Testata: Avvenire
Data: 26 novembre 2019
Pagina: 17
Autore: Fiammetta Martegani
Titolo: «'Netanyahu non è obbligato a dimettersi'»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 26/11/2019, a pag.17 con il titolo "'Netanyahu non è obbligato a dimettersi' " la cronaca di Fiammetta Martegani.

Immagine correlata
Fiammetta Martegani


Benjamin Netanyahu

Tel Aviv Il vaso di pandora si è aperto giovedì scorso con l'incriminazione, da parte del procuratore generale Avichai Mandelblit, del primo ministro Benjamin Netanyahu, imputato per reati di corruzione, frode e abuso d'ufficio in tre inchieste distinte. La sera stessa Gideon Sa'ar, da sempre voce fuori dal coro del Likud, ha proposto di convocare immediatamente le primarie, candidandosi come leader del partito. Dopo giorni di trattative con le varie anime del Likud, ieri Bibi ha dovuto cedere, acconsentendo alle primarie, che si dovrebbero tenere entro sei settimane. Non prima, però, dell' 11 dicembre, giorno in cui, se la maggioranza della Knesset non riuscisse a formare un governo trovando un leader a cui affidano - dopo i tentativi falliti di Netanyahu e del rivale Benny Gantz, leader del partito centrista Blu Bianco -, il Parlamento verrà sciolto, e il Paese andrà a votare per la terza volta in meno di un anno, probabilmente a febbraio. Se Bibi potrà candidarsi alla formazione di un nuovo esecutivo è cosa che dovrà essere stabilita nei prossimi giorni dal procuratore Mandelblit insieme al collegio di esperti costituzionalisti di cui fa parte. Per ora il procuratore ha confermato solo che sotto il profilo legale Netanyahu, essendo premier di un governo di transizione, «non è tenuto a dimettersi né è costretto a prendere un congedo a causa delle incriminazioni». Di certo, per lui le difficoltà aumentano. Anche all'interno del suo partito. «I tempi sono maturi per un cambio radicale», ha ribadito Sa'ar. Mentre Avigdor Lieberman, kingmaker, con il suo Israel Beitenu, di ogni futuro governo, ha sottolineato che «dare l'immunità al primo ministro offenderebbe la fiducia della gente». «Spero che alla fine di questo processo ne verrà fuori pulito come la neve - ha dichiarato il leader del partito ultranazionalista -, ma l'unico posto in cui può difendersi è un tribunale».

Per inviare a Avvenire la propria opinione, telefonare: 02/6780510, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@avvenire.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT