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Avvenire Rassegna Stampa
05.07.2018 Israele, due cronache, una corretta, l'altra una super velina
del super disinformatore Camille Eid

Testata: Avvenire
Data: 05 luglio 2018
Pagina: 19
Autore: RE-Camille Eid
Titolo: «Alture del Golan Aiuti da Israele 'Una zona sicura per i profughi'-Israele. Proteste contro la demolizione della Scuola di gomme»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 05/07/2018, a pag.19 due servizi, il primo corretto, il secondo, di Camille Eid, al solito velinaro
Il quotidiano dei vescovi da qualche tempo alterna a veline anti Israele qualche pezzo equilibrato. Ci fa piacere prenderne atto, anche se a non far dimenticare l'ostilità contro lo Stato ebraico c'è sempre qualche collaboratore pronto alla bisogna. Questa volta Camille Eid, il quale critica la Corte Suprema di Israele perchè ha confermato la sentenza del tribunale di demolire un villaggio le cui costruzioni non erano state autorizzate. Un grande coro di proteste, tra cui anche l'Italia, sempre in prima fila quando si tratta di attaccare Israele, più le solite organizzazioni cattoliche sempre presenti quando l'odio chiama a raccolta.

Ecco i due servizi:

Alture del Golan - Aiuti da Israele «Una zona sicura per i profughi»

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 Per «Haaretz» il governo israeliano avrebbe rivisto la strategia regionale: Assad «utile» per sradicare la presenza di Teheran c;i:NusAilmmme I1 capo di Stato maggiore dell'esercito israeliano, Gadi Eisenkot, ha fatto visita ieri alla divisione «Bashan» di stanza sulle Alture del Golan, nel nord del Paese, dove ha tenuto una riunione sulla situazione al confine con la Siria, alla luce dei combattimenti che avvengono dall'altra parte della frontiera. L'esercito - ha fatto sapere un portavoce militare- è sempre pronto «ad ogni scenario, in modo da garantire la sicurezza nell'area» e «continuerà a fornire aiuti umanitari ai siriani sul posto». Ma, è stato ribadito, non verrà consentito l'ingresso nel territorio dello Stato ebraico agli sfollati siriani. Il sito israeliano Walla ha riportato che Israele avrebbe anche avviato colloqui con l'Onu per la creazione di una «zona sicura» nella Siria meridionale per le centinaia di migliaia di persone in fuga dai bombardamenti governativi (secondo l'Onu, sono 270mila i profughi arrivati da metà giugno al confine con Israele e la Giordania).Alla questione siriana ha dedicato un approfondimento il quotidiano israeliano Haaretz in cui viene evidenziata una rimodulazione della strategia regionale del governo Netanyahu. Secondo l'analista Zvi Bar'el, Israele potrebbe considerare "utile" la permanenza al potere del presidente siriano Bashar alAssad, nonostante la storicainimicizia, in considerazione del suo potere di leva indiretto, attraverso la Russia. Israele sin dal 2011 ha mantenuto una posizione neutrale rispetto agli avvenimenti in Siria, fornendo comunque assistenza e cure ospedaliere a formazioni ribelli che stazionavano vicine al confine. Citando fonti del ministero degli Esteri, Bar'el scrive che l'esecutivo israeliano è sempre stato diviso su Assad, e che questa indecisione prolungata avrebbe ora convinto i leader delle formazioni ribelli a ritenere che Israele sia tutto sommato favorevole alla sua permanenza al potere. Un progressivo scivolamento strategico sarebbe determinato dai rinnovati rapporti con Mosca, il più importante alleato di Assad. La Russia, scrive Bar'el, ha dato mano libera agli israeliani in Siria, permettendo loro di attaccare le posizioni iraniane e di Hezbollah in territorio siriano. E l'obiettivo israeliano di sradicare la presenza iraniana in Siria può essere raggiunto solo attraverso un accordo con Assad mediato dalla Russia. (RE.)

 

Camille Eid: "Israele. Proteste contro la demolizione della Scuola di gomme"

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Scontri e arresti nelle proteste scoppiate contro lo sgombero di Khan al-Ahmar, tra Gerusalemme e Hebron. Forze israeliane hanno circondato ieri mattina la piccola comunità beduina per procedere al trasferimento dei 180 residenti e all'abbattimento delle strutture, tra cui la famosa "Scuola di gomme". Si tratta di un edificio senza fondamenta, costruito nel 2009 con pneumatici usati grazie alla Cooperazione italiana, alla Cei, alla Ong "Vento di Terra" e a una rete di Comuni italiani. Decine di attivisti si sono uniti agli abitanti per protestare contro lo smantellamento e impedire alle ruspe di demolire le case e la scuola frequentata anche dai bambini dei villaggi vicini. Secondo un comunicato della polizia, ci sono stati 11 arresti e quattro agenti feriti, dopo che i manifestanti hanno cercato di bloccare i macchinari inviati per costruire una strada d'accesso in vista della demolizione e hanno lanciato pietre. I media palestinesi parlano invece di oltre 35 feriti tra i residenti e gli attivisti, locali e stranieri. «L'intero sito - ha riferito Giulia Schirò, di "Vento di Terra Onlus", presente sul posto - è stato dichiarato zona militare apartire da domani, con l'intento di limitarne l'accesso alle persone, in particolare stampa e delegati internazionali». La Corte Suprema israeliana aveva dato nello scorso maggio luce verde alla demolizione del villaggio che si trova nell'area C della Cisgiordania (sotto controllo civile e militare israeliano) malgrado le proteste internazionali. Israele considera le strutture «abusive e non sanabili». I palestinesi, invece, accusano Israele di volere lasciare spazio a nuove costruzioni dei coloni. Oggi i rappresentanti di Italia, Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna chiederanno a Israele il rinvio della decisione della Corte Suprema per l'abbattimento delle strutture della comunità.

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