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Avvenire Rassegna Stampa
24.05.2018 'David Friedman terrorista': l'ignobile titolo di Avvenire
Commento di Luca Geronico

Testata: Avvenire
Data: 24 maggio 2018
Pagina: 15
Autore: Luca Geronico
Titolo: «'L'ambasciatore Usa è terrorista'»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 24/05/2018, a pag. 15, con il titolo 'L'ambasciatore Usa è terrorista', il commento di Luca Geronico.

Accusare l'ambasciatore Usa in Israele David Friedman di volere "la distruzione della moschea di Al Aqsa" è ridicolo, ma non stupisce che l'Autorità palestinese colga ogni minimo pretesto per demonizzare Israele e chi la sostiene. Avvenire peggiora le cose con un titolo che accusa di "terrorismo" Friedman e impedisce di capire a tutti coloro che non leggeranno l'intero articolo.

Ecco l'articolo:

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Luca Geronico

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La foto incriminata

 

 «Colono terrorista». Così è stato definito così David Friedman, l'ambasciatore Usa in Israele dopo la pubblicazione della sua foto mentre un rappresentante dell'istituto degli ebrei ultra-ortodossi Achiya a Bnei Brak mostra un fotomontaggio di Gerusalemme senza la moschea al-Aqsa. È Mahmud Habash, uno dei collaboratori del presidente palestinese Abu Mazen, ad alzare la voce: una dimostrazione che il fine di «quei criminali», fra cui il diplomatico Usa, «è la cancellazione dei palestinesi da Gerusalemme e la loro espulsione da essa». L'immagine della Spianata di Gerusalemme con la sovrapposizione del Tempio ebraico al posto dei Luoghi sacri all'Islam, per Habash «è un gesto provocatorio» che rappresenta «un messaggio razzista che incita alla distruzione della moschea al-Aqsa». Una prova lampante che l'ambasciatore Friedman «ha adottato chiaramente le tesi degli ebrei estremisti». Per questo il collaboratore del presidente palestinese ha fatto appello al mondo islamico affinché si mobiliti «in difesa della moschea al-Aqsa». Una provocazione, ma inconsapevole per Washington. L'ambasciatore Friedman «non era a conoscenza di quello che era mostrato nella foto che gli è stata data», ha subito precisato un comunicato dell'ambasciata Usa a Gerusalemme. Qualcuno «si è approfittato» della visita di Friedman a Bnei Brak «per creare una controversia» mentre la politica statunitense è assolutamente chiara: «Sosteniamo lo status quo del Monte del Tempio».Termine, questo, utilizzato dagli ebrei per i luoghi santi che i musulmani chiamano "Spianata delle Moschee". Una guerra di nervi che non risparmia colpi. Il governo degli Stati Uniti, infatti, sta prendendo in considerazione contromisure dopo che l'Autorità Nazionale Palestinese ha chiesto alla Corte penale internazionale di indagare sui presunti crimini israeliani nei Territori. Lo riferisce il Times of Israel, secondo cui una legge statunitense del dicembre 2015 stabilisce che l'Autorità palestinese è soggetta a sanzioni se tenta di perseguire Israele alla Corte penale dell'Aja. La norma, infatti, prevede anche la chiusura della missione diplomatica palestinese negli Stati Uniti, gestita dall'Olp. Intanto il premier francese, Edouard Philippe, ha cancellato «per motivi di agenda» il viaggio previsto in Israele per la prossima settimana dove avrebbe dovuto inaugurare la stagione culturale israelo-francese.

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