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Avvenire Rassegna Stampa
09.02.2018 Per Avvenire Benjamin Netanyahu è colpevole a prescindere, sempre e comunque
Il commento disinformante di Susan Dabbous

Testata: Avvenire
Data: 09 febbraio 2018
Pagina: 19
Autore: Susan Dabbous
Titolo: «Netanyahu-polizia sono ai ferri corti»
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 09/02/2018, a pag. 19, con il titolo "Netanyahu-polizia sono ai ferri corti", il commento di Susan Dabbous.

A destra: Benjamin Netayahu

Susan Dabbous attacca Benjamin Netayahu, "dimenticando" fino a prova contraria la presunzione di innocenza. Ma per Dabbous Netanyahu è già colpevole prima del processo, e anzi il Primo ministro israeliano vorrebbe "screditare i poliziotti che stanno indagando su di lui".

Le accuse contro Netanyahu sono pretestuose, come IC ha scritto più volte (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=67559; http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=67516). Per Dabbous però sono capi di imputazione già accertati: emerge qui con evidenza l'ostilità a priori di Avvenire nei confronti di Netanyahu e di Israele. Anche Repubblica, in una breve a pag. 16, riporta la notizia, ma senza la carica di disinformazione e doppio standard del giornale dei vescovi.

Ecco l'articolo di Susan Dabbous:

Immagine correlata
Susan Dabbous

Screditare i poliziotti che stanno indagando su di lui. Questo l'obiettivo del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che avrebbe mandato degli investigatori privati a scavare nella vita privata degli inquirenti che stanno per consegnarlo alla magistratura come colpevole di corruzione. L'accusa non proviene da un leader dell'opposizione, né da un politico palestinese, bensì dal capo della polizia israeliana, Roni Alsheich, che si è scagliato contro Netanyahu durante un'intervista televisiva mercoledì scorso. Immediata la reazione del premier «Chiunque sia onesto - ha detto in un video sulla sua pagina Facebook - dovrebbe chiedersi se queste persone, che dicono cose deliranti sul primo ministro, possano obiettivamente investigarlo e chiederne l'incriminazione». Il capo del governo è sotto indagine da quasi un anno per due vicende. La prima riguarda ingenti quantitativi di sigari e champagne che Netanyahu e sua moglie Sara avrebbero ricevuto in dono da uomini d'affari americani, tra cui il produttore di Hollywood Arnon Milchan, in cambio di benefici. La seconda vicenda riguarda un presunto accordo con l'editore del quotidiano Yediot Ahronot per ottenere una copertura mediatica a lui favorevole. L'anno scorso la polizia aveva già raccomandato alla magistratura l'incriminazione di Sara Netanyahu per abuso di fondi pubblici. La First Lady passerà alla storia per i modi sgarbati con le sue domestiche e la sua costosa passione per il gelato e lo champagne rosa. Non è la prima volta che Netanyahu, politico da trent'anni sulla scena pubblica, si trova ad avere guai con la giustizia. Non è detto che le indagini dei giudici prendano la stessa direzione di quelle della polizia, ma nel Paese c'è chi lo ha già condannato moralmente, e lo vorrebbe vedere alla sbarra, come il suo predecessore Ehud Olmert, che ha scontato 19 mesi di prigione per corruzione legata a una concessione edilizia.

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