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Avvenire Rassegna Stampa
12.04.2017 L'ipocrisia del Vaticano: Paolo VI contro Israele
Oggi con Andrea Galli sui cristiani in 'Terra Santa'

Testata: Avvenire
Data: 12 aprile 2017
Pagina: 17
Autore: Andrea Galli
Titolo: «Colletta pro Terra Santa perché i cristiani restino»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 12/04/2017, a pag. 17, con il titolo "Colletta pro Terra Santa perché i cristiani restino", il commento di Andrea Galli.

A destra: Paolo VI nel 1964

Paolo VI, tra i papi dopo il Concilio Vaticano II, è stato tra i più ostili a Israele. Il papa non riconobbe lo Stato, la carica di presidente nè la sua capitale, e quando nel 1964 incontrò il Presidente dello Stato di Israele Salman Shazar, lo fece inviando una lettera a: Signor Salman Shazar, Tel Aviv.

L'articolo di Andrea Galli è tipico dell'ipocrisia dei giornali cattolici verso Israele. Secondo il giornalista, infatti, i cristiani diminuiscono in "Israele e Palestina". La realtà è che i cristiani nei territori controllati dall'autorità palestinese sono sempre meno, mentre in Israele continuano a aumentare.
Possiamo chiamarla menzogna senza il timore di offendere la sensibilità di nessuno?

Ecco l'articolo:

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Andrea Galli

"Già san Paolo prese a cuore la sorte dei fedeli della Palestina e si fece zelante promotore di una colletta per coloro che, tra i fedeli di Gerusalemme, erano poveri. Il suo appello fu accolto con generosità dalle Chiese della Macedonia, dell'Acaia. Ognuno dei cristiani, nella misura delle sue disponibilità, stabilì di inviare soccorsi ai fratelli che risiedevano in Giudea». Così scriveva Paolo VI nel 1974, nell'esortazione apostolica Nobis in animo dedicata alle «accresciute necessità della Chiesa in Terra Santa». Con quell'atto e quel documento Montini stabiliva che in tutte le chiese dell'orbe cattolico si tenesse il Venerdì Santo una raccolta di offerte per sostenere i cristiani nei luoghi dove visse Gesù: la Colletta per la Terra Santa, appunto, che sostituiva quella tradizionalmente chiamata dei Luoghi Santi.

Da allora l'iniziativa non si è mai interrotta e le motivazioni per cui era nata non sono venute meno, semmai si sono rese più urgenti, visto il drammatico assottigliarsi della presenza cristiana in Israele e Palestina. In un messaggio per invitare i cattolici a non dimenticarsi anche questo Venerdì Santo della Colletta, il prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, il cardinale Leonardo Sandri, ha fatto presente che «vivere oggi la fede cristiana in Medio Oriente, lo sappiamo, non è affatto facile. Non lo è specialmente in Iraq, in Siria e in Egitto, dove le comunità cristiane hanno fatto esperienza dell'ecumenismo del sangue e dove i singoli fedeli devono lottare ogni giorno contro la tentazione di abbandonare la propria terra o addirittura la propria fede. Non lo è nemmeno negli altri Paesi della Regione, dove spesso i cristiani si trovano sottoposti a forme di oppressione e di discriminazione che minano giorno dopo giorno le loro condizioni di vita».

Per questo, sottolinea sempre il porporato, «tenere viva la speranza in questi contesti è davvero difficile ed è al tempo stesso importantissimo. La piccola presenza cristiana in Medio Oriente ha perciò bisogno di sentire il sostegno e la vicinanza di tutta la Chiesa. Un sostegno che è fatto di preghiera costante per loro. Un sostegno che è fatto anche di aiuto economico concreto». Grazie quindi alla generosità di tutti «le comunità cattoliche di Terra Santa, quella latina della diocesi patriarcale di Gerusalemme, della Custodia francescana e delle altre circoscrizioni, come quelle orientali - greco-melchita, copta, maronita, sira, caldea, armena - con le famiglie religiose e gli organismi di ogni genere, potranno a loro volta aiutare concretamente i poveri e i sofferenti di ogni etnia e di ogni fede, senza distinzione».

Sandri coglie infine l'occasione per suggerire un'altra modalità cruciale per aiutare la Terra Santa, ovvero il pellegrinaggio, «iniziativa da promuovere continuamente». In primis «attraverso il viaggio nei luoghi sacri e sulle orme di Cristo è possibile non solo una rinascita della fede e una riscoperta delle proprie origini, ma è anche un mezzo della nuova evangelizzazione». E i pellegrinaggi sono «una risorsa essenziale per le popolazioni cristiane. Secondo recenti statistiche, infatti, almeno il 30% della comunità locale - a Gerusalemme e a Betlemme - vive e opera grazie alla presenza di pellegrini».

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lettere@avvenire.it

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