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Avvenire Rassegna Stampa
19.11.2016 La disinformazione quotidiana del quotidiano dei vescovi
Non fa sondaggi, ma pontifica che ne avesse fatti

Testata: Avvenire
Data: 19 novembre 2016
Pagina: 8
Autore: E.A.
Titolo: «Ecco perchè piace alla destra israeliana»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 19/11/2016, a pag.8, con il titolo "Ecco perchè piace alla destra israeliana" il commento firmato E.A.

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                                         Marco Tarquinio

Non è una cronaca, ma un commento perché firmato anche se soltanto da una sigla. Ci chiediamo se il quotidiano dei vescovi ha fatto un sondaggio in Israele, visto che afferma che Trump "piace alle destra israeliana", dato che l'argomento trattato è lo spostamento dell'Ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Come fa Avvenire ritenere che piace 'solo' alla destra? O lo dimostra o si astenga dallo scriverlo, anche che lo capirebbe qualunque persona di buon senso, la ambasciate sono in tutto il mondo situate nella capitale., destra e sinistra non c'entrano nulla. 
Non facciamo finta di essere ingenui, sappiamo benissimo che il Vaticano vorrebbe sottrarre a Israele la capitale, una gestione internazionale che la vedrebbe divisa non si sa ancora fra quanti stati e non-stati, ma sicuramente con la presenza della S.S. (santa sede).

Sono ormai quotidiani gli articoli ostili a Israele su AVVENIRE, invitiamo i nostri lettori a scrivere al direttore Marco Tarquinio, cliccando sulla e-mail a fondo pagina.

Ecco perché piace alla destra israeliana «The Donald» Si infittiscono i rapporti (e le cene). L'ambasciatore Dermer: lavoreremo con tutti c'iFBUBALFMWfE Donald Trump è sempre più in predicato di diventare la star della destra israeliana, in particolare di quella nazionalista e religiosa israeliana. Non appare un caso - secondo i media - che il ministro dell'educazione Naftali Bennett, leader del partito Focolare ebraico, vicino al movimento dei coloni, sia la prossima settimana a New York per una cena della "Zionist America Organization" (Zoa). Evento al quale è prevista la presenza di Steve Bannon, appena nominato da 'frump suo consigliere e fino ad oggi presidente esecutivo di "Breitbart News", sito di notizie considerato più che conservatore. Bannon è stato accusato da una parte delle organizzazioni ebraiche Usa di antisemitismo, mentre è stato difeso a spada tratta proprio dalla leadership di Zoa. Allo stesso evento - hanno spiegato i media-ci sarà anche Sheldon Adelson, uno dei maggiori finanziatori della volata elettorale di Trump e vicinissimo al premier Benjamin Netanyahu con il suo giornale Israel HaYom. L'ambasciatore israeliano negli Usa Ron Dermer ha espresso quella che viene considerata la posizione di Israele. «Israele non ha dubbi che il presidente eletto sia un vero amico dello Stato ebraico», ha detto Dermer dopo aver incontrato Trump aggiungendo subito che anche il vice presidente Mike Pence «è un vero amico». «Lavoreremo con l'amministrazione Trump e con tutti i suoi membri, compreso Steve Bannon, per fare più forte che mai l'alleanza Usa-Israele», ha concluso. Non appena dal voto Usa era uscita a sorpresa la vittoria di Trump, lo stesso Bennett aveva tratto la conclusione più vicina alla sua linea politica, e cioè che era «finita l'era dello Stato palestinese». Nell'affermazione del tycoon Bennet vede «una formidabile occasione per Israele per annunciare l'immediata revoca del concetto di uno Stato palestinese nel cuore della nostra terra, che va direttamente contro la nostra sicurezza contro la giustezza della nostra causa». (EA.)

Per inviare a Avvenire la propria opinione, telefonare: 02/6780510, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


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