domenica 19 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Avvenire Rassegna Stampa
06.08.2016 Qualche consiglio al quotidiano dei vescovi
Un articolo di Lucia Capuzzi

Testata: Avvenire
Data: 06 agosto 2016
Pagina: 11
Autore: Lucia Capuzzi
Titolo: «Niente scienze e inglese per gli ultra-ortodossi Israele concede l'esenzione»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 06/08/2016, a pag.11, con il titolo "Niente scienze e inglese per gli ultra-ortodossi Israele concede l'esenzione", l'articolo di Lucia Capuzzi.

Immagine correlata

Immagine correlata
Lucia Capuzzi

Articolo corretto, ci auguriamo che il quotidiano dei vescovi affronti anche altri temi della società italiana, non ultimo quello del terrorismo palestinista, sul quale Avvenire chiude sempre entrambi gli occhi. Ne conosciamo ovviamente i motivi, ed è questo che ci spinge a riproporre la domanda, che giriamo anche ai nostri lettori.

Non solo le scienze naturali, le cui teorie, spesso, "scombussolano" e costringono a reinterpretare i testi sacri. Anche la matematica, l'inglese e la storia non entreranno nelle scuole ultra-ortodosse (a meno che non siano queste ultime a volerlo). Alla fine, il governo israeliano e il suo premier, Benjamin Netanyahu, hanno ceduto alla pressione di United Torah Judaism - voce politica degli ultra-conservatori - e hanno abrogato la legge approvata nel 2013, durante il precedente esecutivo, guidato sempre dal leader del Likud. Allora, però, nella coalizione, c'era Yak Lapid e il suo partito laico e liberale, Yesh Atid. Era stato proprio Lapid, insieme al ministro dell'istruzione, Rabbi Shai Piron, a premere per abrogare lo "status privilegiato" degli istituti Haredi (come vengono chiamati in ebraico gli ultra-ortodossi). A questi ultimi era consentito "confezionare" i propri piani di studi, senza tener conto delle linee guida ministeriali. Materie chiave come aritmetica o le lingue straniere erano escluse in quanto non confacenti alla tradizione. I curricula si concentravano solo ed esclusivamente sugli studi religiosi. La riforma del 2013 imponeva, al contrario, un minimo di undici ore alla settimana delle discipline secolari escluse. In caso contrario i fondi statali sarebbero stati drasticamente ridotti, passando dal 55 a meno del 35 per cento. La misura - la cui entrata in vigore era stata ritardata all'anno prossimo - aveva fatto infuriare gli Haredi. Anche perché l'anno dopo era arrivata anche un'altra "storica" riforma quella che esimeva gli ultra-ortodossi dal servizio militare obbligatorio. Gli Haredi sono una minoranza in Israele: rappresentano meno del 10 per cento della popolazione, circa 900mila persone. Eppure, il sostegno di United Torah Judaism è diventato importante ora per Netanyahu, dopo la defezione di Lapid. La Knesset, dunque, ha fatto marcia indietro. E ha ripristinato, dopo una lunga discussione, l'esenzione per le scuole Haredi. Queste ultime sono frequentate da 440mila studenti. Non tutte, però, sono così ferocemente ostili alla modernità e alle materie laiche. «GH ultra-ortodossi sono un universo variegato. Quanti rifiutano categoricamente gli studi non religiosi sono una minoranza della minoranza», spiega ad Avvenire Anna Foa, storica della Sapienza e nota studiosa del mondo ebraico. Certo, chi frequenta le scuole Haredi più rigide sarà escluso dalle università. «Senza i rudimenti di maternatica, scienze e inglese, quasi una seconda lingua in Israele, è impensabile. È vero, però, che gli ultra-ortodossi non hanno interesse ad entrare nel mondo professionale. Gli uomini dedicano interamente il loro tempo allo studio della Torah e del Talmud. Sono le donne a lavorare, oltre ad occuparsi della famiglia- prosegue Foa -. Alcuni gruppi Haredi, però, sono, ad esempio, molto attivi nelle comunicazioni di massa. Dunque, in qualche modo si avvicinano alla modernità...». La misura, in ogni caso, ha creato forte polemica in Israele. II presidente del prestigioso Istituto Technion di Haifa, Peretz Lavi, inun intervista alla Radio Militare, ha criticato il dietro-front. «Condanna un'intera generazione di ragazzi all'ignoranza», ha affermato. E ha aggiunto: «Ho incontrato ebrei ultra-ortodossi di 23 o 24 anni che ignoravano le regole base della matematica. E non sapevano dell'esistenza di mesi come luglio e agosto, dato che la loro vita si svolge esclusivamente sulla base del calendario lunare ebraico».

Per inviare a Avvenire la propria opinione, telefonare: 02/6780510, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@avvenire.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT