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Avvenire Rassegna Stampa
06.08.2015 Quando anche una partita di calcio è pretesto per disinformare
Il quotidiano dei vescovi a corto di argomenti

Testata: Avvenire
Data: 06 agosto 2015
Pagina: 22
Autore: la redazione
Titolo: «Supercoppa di Palestina. Quel pallone sulla Striscia di Gaza»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 06/08/2015, a pag. 22, la breve "Supercoppa di Palestina. Quel pallone sulla Striscia di Gaza"

La disinformazione su Avvenire è all'ordine del giorno e qualsiasi pretesto di presta a questo scopo. Oggi il quotidiano dei vescovi si occupa della "Supercoppa di Palestina" di calcio. Secondo Avvenire "il governo israeliano di Tel Aviv ha sempre ostacolato il trasferimento delle squadre da una parte all’altra dei Territori Occupati". Commento infondato, perché i controlli alle frontiere sono quelli minimi indispensabili per minimizzare il rischio di attentati terroristici palestinesi. Capiamo che ad Avvenire  interessasse poco quando, durante la Seconda Intifada, ogni due giorni il terrorismo palestinese mieteva vittime con attentati sugli autobus, nei bar e nei ristoranti, ma è legittimo che Israele sia di diverso avviso.
Il tocco di classe finale da parte di Avvenire è "Tel Aviv", come di consueto sostituita a Gerusalemme come capitale di Israele. Una strategia ormai consolidata per negare ogni legame degli ebrei e di Israele con Gerusalemme che proietta nel grottesco chi la utilizza.

Ecco la breve:

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Un checkpoint: strumento necessario per minimizzare il rischio di infiltrazioni terroristiche

Oggi pomeriggio in Palestina si riscrive la storia con una partita di calcio. Allo stadio Yarmouk di Gaza va in scena la finale d’andata di Supercoppa tra l’Ittihad al-Shujaiyeh, vincitore del campionato e della Coppa della Striscia di Gaza e l’Al-Ahli di Hebron, la squadra allenata dall’italiano Stefano Cusin che, per la prima volta nella sua storia, a maggio ha portato a casa la coppa della West Bank. Nella Palestina divisa dal conflitto con Israele e dalle divisioni politiche interne (a Gaza spadroneggia Hamas, in Cisgiordania Abu Mazen) dal 2000 si giocano due diversi campionati. Il governo israeliano di Tel Aviv ha sempre ostacolato il trasferimento delle squadre da una parte all’altra dei Territori Occupati. Ma stavolta anche grazie alle pressioni esercitate dalla Fifa, anche se con 48 ore di ritardo.

Per inviare la propria opinione a Avvenire, telefonare 02/6780510, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@avvenire.it

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