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Avvenire Rassegna Stampa
31.03.2015 Un altro ridicolo tentativo del Vaticano di riabilitare Pio XII
Le prove storiche non esistono, ma per Avvenire è un 'rigoroso saggio storico'

Testata: Avvenire
Data: 31 marzo 2015
Pagina: 22
Autore: G. Mat.
Titolo: «'Lo vuole il Papa', Pio XII e gli ebrei di Roma»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 31/03/2015, a pag. 22, con il titolo " 'Lo vuole il Papa', Pio XII e gli ebrei di Roma", il pezzo a firma G. Mat.

Il quotidiano dei vescovi spinge per la campagna di ripulitura dell'immagine di Pio XII, voluta dal Vaticano.
Un mese fa abbiamo parlato di un film che fantasiosamente presenta Papa Pacelli come un salvatore di ebrei (non manca neppure una scena grottesca in cui vediamo il Papa con una stella gialla sul petto): http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=57394
Oggi è il turno di un "documentario", ma sarebbe il caso di definirlo una "fiction", anch'esso preposto a mostrare tutta l'umanità di Pio XII durante la Shoah a favore degli ebrei. Sappiamo da fonti storiche - ben diverse dalle fiction sfornate ad hoc dal Vaticano - che invece il Papa non aprì mai bocca per salvare gli ebrei.
Il pezzo di Avvenire è ridicolo, a partire dalla definizione di questa opera di propaganda come "rigoroso saggio storico". Quali sono le nuove fonti che permettono di parlare di una strategia vaticana volta al salvataggio degli ebrei? I diari di alcune religiose, una fonte di per sé incerta che di sicuro non autorizza nuove interpretazioni della figura di Pio XII. Sappiamo tutti di salvataggi avvenuti grazie a suore e sacerdoti, ma furono atti individuali, non esiste alcun documento che riveli una qualunque presa di posizione ufficiale del Vaticano. A meno che, tra film e doumentari, non spunti qualche 'reperto' miracolosamente... ritrovato.

Ecco il pezzo:


Eugenio Pacelli (poi Pio XII) era Nunzio apostolico in Germania durante il periodo nazista: si affrettò a firmare un Concordato con Hitler

«Le porte vengono aperte. Chi dà l'ordine?». Durante l'occupazione tedesca di Roma, tra l'ottobre del 1943 e il giugno del 1944 - quando la persecuzione contro gli ebrei diventa terribile - alcune migliaia di persone, 5mila o forse più, trovano scampo nelle duecento case religiose romane che aprono le loro porte per nasconderle. Una mobilitazione umanitaria straordinaria che coinvolge in particolare gli istituti religiosi femminili, e soprattutto di clausura.

Chi dà l'ordine? «Lo vuole il Papa». Una risposta che si evince dalle cronache, le note storiche e i diari scritti dalle religiose dell'epoca, ritrovati nel monastero dei SS. Quattro Coronati, nel monastero di Santa Susanna, nel monastero di Santa Maria dei Sette Dolori e dell'Istituto di Maria Bambina. Ora quella pagina di storia e di umanità viene proposta in tv nel documentario di Antonello Carvigiani per la regia di Andrea Tramontano, che Tv2000 manderà in onda domani alle 21.20.

Lo vuole il Papa è un unico affresco che ha il valore di un rigoroso saggio storico narrato con la potenza e la poesia del racconto cinematografico. Parlano le religiose che hanno raccolto le memorie orali delle consorelle e riletto quelle pagine, e due sopravvissuti, allora ragazzini salvati dall'"ordine" di Pio XII. Il 4 giugno 1944, con l'ingresso degli americani a Roma, le porte dei monasteri si riaprono. Ma questa volta per dare la possibilità agli ebrei di riprendersi la vita, le case, la città, mentre le truppe tedesche lasciano la Capitale. La libertà ritrovata. Grazie alla Chiesa.

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lettere@avvenire.it

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