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Avvenire Rassegna Stampa
26.01.2010 Osama Bin Laden? E' solo il pessimo avvocato di una giusta causa
Lo sostiene Avvenire, il quotidiano della CEI

Testata: Avvenire
Data: 26 gennaio 2010
Pagina: 2
Autore: Luigi Gennazzi
Titolo: «Un pessimo avvocato della causa palestinese»

Riportiamo da AVVENIRE di oggi, 26/01/2010, a pag. 2, l'articolo di Luigi Geninazzi dal titolo " Un pessimo avvocato della causa palestinese ".

Geninazzi scrive : " Diciamolo a chiare lettere: è una causa giusta che ha trovato un pessimo avvocato. E l'errore più grande che potremmo fare è quello di confondere la causa palestinese con il terrorismo, esattamente quello cui vuole spingerci il leader di al-Qaeda. ".
Israele è stato fondato legalmente nel 1948. Lo stesso sarebbe potuto essere per lo Stato palestinese. A opporsi furono gli Stati arabi, convinti di poter distruggere in pochi giorni il neonato Stato israeliano. I profughi palestinesi sono stati resi tali dai Paesi arabi limitrofi, che li hanno costretti a scappare rifiutandosi però di accoglierli nei loro confini.
Non esiste nessuna causa perchè Israele si limita a difendersi dagli attacchi esterni. Chi parla sempre di causa palestinese sono i terroristi di Hamas e i vari dittatori che usano la scusa dei profughi per legittimare i loro attacchi contri Israele.
Geninazzi scrive : "
Le sue parole  ( di Osama) nascondono una sottile perfidia, mentre agita una bandiera che tante, troppe volte, si è sporcata di sangue. Parole che cadono in un vuoto assordante. Sul Medio Oriente c'è un Ossama che strepita e minaccia e un Obama che tace e non sa bene cosa fare ".
Per Geninazzi Osama ha ragione, ma sbaglia i toni. E anche Obama sbaglia, perchè sta zitto.
Israele è uno Stato sovrano e ha diritto di esistere e difendersi. Gode dell'appoggio degli Usa perchè è l'unica democrazia del Medio Oriente.
Geninazzi scrive "
I palestinesi non hanno ancora uno Stato, continuano a soffrire per l'occupazione, vedono estendersi le colonie ebraiche nei Territori e assistono impotenti alla distruzione delle loro abitazioni a Gerusalemme Est.".
Come scritto sopra, se i palestinesi non hanno il proprio Stato, possono ringraziare i Paesi arabi, Hamas e le lotte fra le diverse fazioni, che non fanno altro che remare contro i processi di pace.
Le abitazioni demolite a Gerusalemme Est erano abusive, per questo sono state abbattute. Succede così nei Paesi democratici. L'abusivismo è punito per legge.
Quelle che Geninazzi chiama colonie ebraiche, sono  città israeliane ed è normale che vi si costruiscano nuovi appartamenti.
L' AVVENIRE pubblica un articolo del genere a pochi giorni dalla visita del Papa in sinagoga. Questo serve a migliorare i rapporti con gli ebrei?
invitiamo a leggere la Cartolina da Eurabia di Ugo Volli di questa mattina, pubblicata in altra pagina della rassegna.
Ecco l'articolo:


Osama Bin Laden

La voce sempre più roca e stanca dello sceicco del terrore è tornata a farsi sentire con il solito messaggio di scontate rivendicazioni e di farne ticanti minacce. Gli esperti d'intelligencesi cbiedono se quest'ultima uscita mediatica di Benladen debba considerarsi un'implicita ammissione di debolezza o invece il preannuncio di un nuovo attacco terroristico, Rivendicando, con un mese di ritardo, la responsabilità del fallito attentato compiuto suf volo Arnsterdam-Detroit da un iovane nigeriano addestrato nello Yemen, il capo storico di al-Qaeda sembra voler riaffermare la propria leadership su una rete terroristica che ormai si configura sempre pi come una holding di tante realtà emergenti a livello locale (vedi quella yemenita) che agiscono in modo autonomo senza rispondere ad una centrale unica di comando. Ma c'è chi ritiene che li messaggio audio dell'uomo più ricercato del mondo possa contenere un segnale in codice per un prossimo devastante attacco. La discussione ha qualcosa di rituale, si ripete ogni volta che riappare il nemico numero uno dell'occidente agitando i pi terribili fantasmi. Eppure c'è qualcosa di nuovo nel suo ultimo avvertimento . Prima di tutto quel suo rivolgersi «da Ossama ad Obama», quasi un colloquio a tu per tu con il presidente degli Stati Uniti. E poi l'assenza di ogni riferimento non solo all'Iraq ma anche all'Afghanistan, il nuovo arduo fronte della guerra al terrorismo, per concentrarsi sulla Palestina. «I nostri attacchi continueranno fino a che gli Stati appoggeranno Israele minaccia Benladen , Non è giusto che gli americani vivano in pace mentre i nostri fratelli di Gaza soffrono le condizioni più inumane. Gli Stati Uniti non potranno sentirsi al,sicuro se non lo saranno anche i palesti nesi». E un richiamo per compattare le più diverse frange delia jihad globale, un leit-motiv che funziona sempre per coagulare il consenso delle masse islamiéhe. Diciamolo a chiare lettere: è una causa giusta che ha trovato un pessimo avvocato. E l'errore più grande che potremmo fare è quello di confondere la causa palestinese con il terrorismo, esattamente quello cui vuole spingerci il leader di al-Qaeda. Le sue parole nascondono una sottile perfidia, mentre agita una bandiera che tante, troppe volte, si è sporcata di sangue. Parole che cadono in un vuoto assordante. Sul Medio Oriente c'è un Ossama che strepita e minaccia e un Obama che tace e non sa bene cosa fare. Ci aveva colpito positivamente la determinazione del giovane presidente degli Stati Uniti quando, nel famoso discorso rivolto dal Cairo al mondo musulmano, aveva posto in cima alla sua agenda la questione israelo-palestinese. A distanza di sei mesi l'effetto magico di quell'intervento si è sciolto come neve al sole. Non solo Barack Obama, tutti i leader occidentali sembrano colpiti da afasia. Tace anche Tony Blair, il rappresentante del Quartetto (Onu, Ue, Usa e Russia) che continua a girare a vuoto tra Gemsalemme e i Territori. E tace naturalmente Netanyahu, il premier israeliano che ha congelato il processo di pace in attesa di tempi migliori. Se n'è tornato a mani vuote anche l'inviato speciale degli Stati Uniti, George Mitchell, che inutilmente aveva cercato di riavviare il dialogo tra un Netanyahu sempre più forte e duro e un Abu Mazen sempre più debole e screditato. I palestinesi non hanno ancora uno Stato, continuano a soffrire per l'occupazione, vedono estendersi le colonie ebraiche nei Territori e assistono impotenti alla distruzione delle loro abitazioni a Gerusalemme Est. Quella di Ossama è una squallida strumentalizzazione. Ma preoccupa di più il silenzio di Obama.

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