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Avvenire Rassegna Stampa
07.10.2009 L'antigiudaismo e le sue radici religiose e politiche
Che Marco Roncalli interpreta con parecchi errori

Testata: Avvenire
Data: 07 ottobre 2009
Pagina: 25
Autore: Marco Roncalli
Titolo: «Antisemitismo: radice politiche e pure religiose»

Riportiamo dall'AVVENIRE del 06/10/2009, a pag. 25, l'editoriale di Marco Roncalli dal titolo " Antisemitismo: radice politiche e pure religiose ".

Riferendosi alla conquista romana di Gerusalemme e alla distruzione del Tempio Roncalli scrive che fu : "Una risposta cruenta, ma finalizzata non a eliminare una rivale, bensì a punire una città ribelle ". Roncalli si sbaglia. Furono deportati gli ebrei a Roma, distrutto il Tempio, cambiato il nome allo Stato, niente più Israele ma Falistin, la stessa Gerusalemme divenne Aela Capitolina ! Non era una "punizione", ma la cancellazione dell'avversario.
La frase "
Già nei primi secoli non è dal grembo della differenziazione fra ebraismo e cristianesimo che nasce quell´odio reciproco gravido di future terribili prove? " contiene un errore gigantesco. Roncalli scrive di odio reciproco, ma mentre i cattolici perseguitarono gli ebrei nel corso della storia, non avvenne mai il contrario.
A Roncalli, che ha le idee confuse in fatto di antigiudaismo e delle sue origini, consigliamo di approfondire l'argomento
. Ci sono tantissimi testi disponibili.
Ecco l'articolo di Marco Roncalli :

   
Marco Roncalli

L´ostilità nei confronti degli ebrei? Vecchia almeno tremila anni, insegnava Paolo De Benedetti. Dunque registrata ben prima dell´età cristiana: sia che abbia ragione la «Storia dell´antisemitismo» di Léon Poliakov dove se ne minimizza la diffusione (eccezion fatta per Alessandria), sia che la abbia «Giudeofobia» di Peter Schäfer con il suo rigoglioso antisemitismo precristiano emerso nell´Antico Egitto e consolidatosi nell´incontro-scontro con l´ellenismo. Già. E se invece avesse ragione Jasper Griffin che parla di rari episodi senza valore? La discussione pare destinata a riaprirsi: attenta alle cause di quell´odio antico e alle sue conseguenze fra i (primi?) cristiani. A riaccenderla Paolo Mieli, che domenica sul «Corriere» si è misurato con il saggio di Martin Goodman «Roma e Gerusalemme. Lo scontro delle civiltà antiche» in uscita da Laterza. Due pagine ad interrogarsi - con l´autore recensito - su parecchi punti. Innanzitutto i motivi dell´urto fra romani e giudei che provocò nel 70 d. C. la presa di Gerusalemme da parte di Tito, la carneficina, la distruzione del Tempio e poi di tutta la città (sulle cui rovine Adriano costruirà - inaccessibile ai giudei - Aelia Capitolina). Eppure sino a questa cesura i Romani erano stati tolleranti con gli ebrei quanto con gli altri popoli dell´Impero. Perché una repressione così brutale? Riconosciuto che la rottura fra Roma e Gerusalemme era evitabile, Goodman - sintetizza Mieli - perviene a una conclusione: «Fu la lotta per il potere a Roma che provocò la catastrofe». Lo storico inglese vi arriva scandagliando il contesto di diffusa mediocrità dei governatori romani della Giudea (che catalizzarono il malcontento nel I secolo), poi il casus belli nel 66, con i sacerdoti del Tempio che avevano sfidato le autorità romane, e quel che ne seguì... Una risposta cruenta, ma finalizzata non a eliminare una rivale, bensì a punire una città ribelle. Una strategia così esemplare, sembra, da indurre i primi cristiani non solo a prendere le distanze ma persino a condividere l´ostilità romana nei confronti degli ebrei. È un altro dei temi toccati. Ma si può sostenere che l´antigiudaismo cristiano nasce come conseguenza dell´avversione pagana? E davvero i seguaci di Gesù attaccano il giudaismo per compiacere ai romani? Escluso che al centro dell´intervento di Mieli vi siano problemi quali l´età dell´antisemitismo (quasi si trattasse di richiamare precedenti da quando l´«elezione» divenne sinonimo di «persecuzione»), il suo risalto alle ricerche di Goodman finisce per spiegare al lettore l´origine di un´ostilità tanto peculiare con ragioni politiche. Vero. Ma non è pur vero che, sebbene politicamente negli appetiti di questo o quel sovrano, gli ebrei - come comunità religiosa - scossero ben altro? O dobbiamo buttare la letteratura che ha spiegato l´insorgere dell´antigiudaismo come risposta ad esclusivismo religioso? Già nei primi secoli non è dal grembo della differenziazione fra ebraismo e cristianesimo che nasce quell´odio reciproco gravido di future terribili prove? E in gioco non erano anche i conflitti ermeneutici sul significato della prima e della nuova Alleanza? Il cardinal Etchegaray affermava tempo fa: «Senza dubbio l´antisemitismo sorse prima della cristianità ed ebbe anche radici pagane, ma occorre ammettere che venne rafforzato nell´ambiente cristiano da quegli argomenti pseudo-teologici che diminuiranno la capacità di resistere da parte di molti cristiani quando l´antisemitismo nazista si è manifestato con tutta la sua brutalità». Come dargli torto?

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