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Avvenire Rassegna Stampa
03.12.2008 La spiritualità di Etty Hillesum
l'ebrea olandese morta ad Auschwitz nel 1943

Testata: Avvenire
Data: 03 dicembre 2008
Pagina: 33
Autore: Lorenzo Fazzini
Titolo: «Il coraggio della piccola Etty»
Da AVVENIRE del 3 dicembre 2008 (pagina 33), riportiamo l'articolo di Lorenzo Fazzini "Il coraggio della piccola Etty"

« Bisognerebbe che qualcuno resti per testimoniare un giorno che Dio è vissuto anche nella nostra epoca. E perché non sarò io questo testimone?  una speranza verso il mondo e gli uomini»
 Nelle sue pagine vi si trovano alcune delle parole più alte scritte durante e sul dramma dell’Olocausto, sulla presenza di Dio in un mondo di assurda sofferenza e sulla fede nella vita nonostante la violenta cancellazione del popolo eletto.
Il nome di Etty Hillesum, giovane ebrea d’Olanda morta ad Auschwitz nel 1943, è comparso sulla scena intellettuale europea circa 25 anni fa quando venne pubblicato per la prima volta – in olandese – il suo Diario » , quindi tradotto in decine di lingue. In Italia prima l’edizione di questo libro ( 1985), quindi le Lettere
 ( 1990) ( editi da Adelphi) hanno fatto conoscere la profondità del pensiero di questa intellettuale di neppure 30 anni, ebrea di tradizione, cresciuta come atea, capace di elaborare una personalissima visione religiosa.
  Pochi giorni orsono in Francia – quasi in contemporanea con il 65° anniversario della scomparsa della Hillesum, deceduta il 30 novembre 1943 – è uscito dalleÉditions du Seuil il poderoso tomo
Journaux et lettres ( 1941- 1943) ( 1088 pagine, euro 35), in cui vengono pubblicati interamente i suoi scritti, con numerosi inediti   Va rilevato che il Diario che oggi si conosce è solo uno dei 9 volumetti che la Hillesum scrisse giorno per giorno, a mano, su consiglio di Julius Spier, psicoanalista, prima mentore quindi amante della giovane olandese, che ne forgiò la formazione culturale con consigli letterari – Agostino, Dostoevskij, il Vangelo, Meister Eckhart, Rilke – che Etty assimilò e riespresse in una formulazione originale. E che può essere espressa, usando le parole dei suoi stessi inediti, in una « fiducia insolente » nei confronti di Dio, accompagnata da « un amore per la gente e la vita » che rende la Hillesum intrepida anche nella bufera della Shoà: si aggregò volontaria agli ebrei arrestati dai nazisti nella sua Amsterdam per poi finire nel campo di Westerbork, dove lavorò nell’ospedale locale. Vi è un doppio binario nelle pagine della Hillesum: da una parte la scoperta di un Dio verso cui « abbandonarsi » ( termine che ritorna spesso) « con una fiducia grandissima » . E insieme, anche nel buio di quegli anni sotto Hitler, la guerra, l’annientamento degli ebrei, una speranza verso il mondo e gli uomini « Bisogna abbordare la notte – scriveva – con le mani per così dire vuote, aperte, da cui si lascia cadere la propria giornata. Solo allora si può veramente riposare. E in queste mani vuote e riposate, che non vogliono trattenere niente e dove non c’è più un solo desiderio, si riceve risvegliandosi una nuova giornata » .
Insieme alla pubblicazione di questi scritti, si riapre il dibattito su quale tipologia di religiosità fosse portatrice Etty.
  A dar fuoco alle polveri è il traduttore dell’edizione francese: « Etty era abbastanza atea prima di conoscere Spier, che era affascinato dal cristianesimo e attorniato da cristiani che diventeranno gli amici di Etty.
  Benchè essa rivendichi il proprio ebraismo, io la vedo più vicina al cristianesimo che all’ebraismo » ha affermato a ' La Vie' Philippe Noble. « In Olanda i cristiani rivendicano Etty come la quintessenza del cristianesimo, e gli ebrei come la quintessenza dell’ebraismo; è una disputa oziosa, perché Etty segue un cammino assolutamente personale » aveva scritto il curatore della prima edizione dell’opera, J. G. Gaalandt. E forse è proprio giusto lasciare aperta la questione e riconoscere, come fece la scrittrice francese Sylvie Germain, nel suo « Etty Hillesum. Una coscienza ispirata » , che alla giovane diarista d’Olanda va assegnata anzitutto una duplice, preziosa caratteristica: « L’ardore in ogni cosa e un totale spirito di libertà » . 
 

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