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Avvenire Rassegna Stampa
11.07.2006 Meshal parla, il quotidiano cattolico pubblica
e contribuisce alla disinformazione che conviene ad Hamas

Testata: Avvenire
Data: 11 luglio 2006
Pagina: 18
Autore: la redazione
Titolo: «Hamas rilancia lo lo "scambio»
"Hamas rilancia lo "scambio" Morti nei raid quattro ragazzi" titola l'AVVENIRE dell'11 luglio 2006.
L'articolo è per metà occupato dalle dichiarazioni del capo di Hamas Khaled Meshal, le cui rassicurazioni sui principi di civiltà che dovrebbero impedire ad Hamas di fare del male
a Ghilad Shalit sono purtroppo rese poco credibili, considerando che Meshal é reposnsabile di stragi indiscriminate di civili israeliani ed'è un fanatico antisemita.
Ciò non viene ricordato da AVVENIRE, che presenta l'immagine falsata di un'Hamas ragionevole e disposto al dialogo di fronte a un'Israele intransigente e sanguinario.
Non vengono infatti ricordati nemmeno le aggressioni condotte contro con razzi kassam, né il fatto che i morti civili nelle operazioni israeliani non sono volute da Israele, che fa il possibile per colpire i terroristi senza coinvolgere i civili.
Ecco il testo:

Ha organizzato una conferenza stampa e, in una delle sue rare apparizioni in pubblico, Khaled Meshaal, il capo dell'Ufficio politico di Hamas, in esilio a Damasco, ha detto che Ghilad Shalit, il soldato israeliano catturato il 25 giugno dai miliziani palestinesi, sta bene e verrà rilasciato solo dopo uno scambio con i prigionieri palestinesi.
Meshaal ha precisato che il giovane caporale Shalit «è un prigioniero di guerra» e che dunque, nel suo caso, vengono applicate le convenzioni di diritto internazionale». E si è impegnato a tutelare la vita del ragazzo. «I nostri valori e la nostra morale ci impongono di mantenerlo in vita. Sapete che è stato curato per le sue ferite. Abbiamo una religione, una civiltà e dei principi». Il leader di Hamas ha tuttavia ribadito che il soldato verrà rilasciato «solo in cambio della liberazione di migliaia di prigionieri palestinesi nelle carceri di Israele».
Nel suo intervento, Meshaal ha anche negato che la cattura del soldato sia stata ordinata da lui stesso o dalla Siria («la resistenza palestinese non è condotta con un telecomando»), ma si è detto «orgoglioso dell'operazione» che ha portato alla cattura del caporale e ha accusato Israele e Stati Uniti di fornire «il peggiore, violento e brutto esempio di terrorismo».
Pronta la risposta di Israele. «Non tratto, non ho mai trattato e non tratterò con Hamas», ha detto il premier Ehud Olmert, che ha definito Meshaal «un terrorista con le mani sporche di sangue, non un interlocutore legittimo». Più tardi, però, il ministro dell'Interno dello Stato ebraico, Roni Bar On, ha detto che «se il soldato sarà liberato, potremmo di nuovo considerare un rilascio di prigionieri come stavamo facendo prima della cattura». Il riferimento è a un'ipotesi emersa durante l'incontro in Giordania, qualche settimana fa, tra Olmert e il presidente palestinese Abu Mazen (tra l'altro, partito ieri sera a sorpresa per Amman). Allora, «Olmert aveva parlato del possibile rilascio di giovani, donne e malati», ha spiegato il ministro».
Più in generale, il premier Olmert ha smentito l'intenzione di voler far cadere il governo Hamas e ha ripetuto di essere «assolutamente determinato» a proseguire il piano di ritiro dalla Cisgiordania, anche unilateralmente. Secondo il premier, l'attuale spirale di violenze non ostacolerà la nascita di uno Stato palestinese accanto a quello ebraico: «L'obiettivo è quello di separarci in modo amichevole e vivere uno accanto all'altro», ha dichiarato. «Se le organizzazioni terroristiche intendono imporre un confronto violento, sia israeliani che palestinesi ne dovranno sopportare le conseguenze. Il che, però, non può fermare l'inevitabile processo di separazione».
Non sono mancate le critiche all'Unione europea, che considera «sproporzionata» la reazione militare di Israele nella Striscia (50 morti) al rapimento del soldato. «Quando è stata l'ultima volta che l'Unione europea ha condannato i lanci di razzi e quali misure efficaci ha proposto per fermarli?», si è polemicamente chiesto il premier riferendosi ai razzi artigianali Qassam tirati dai miliziani palestinesi verso il Sud di Israele.
Quindi, l'offensiva a Gaza va avanti. Anzi, Olmert ha precisato che «non c'è un calendario prestabilito», insomma nessun limite di tempo. Così, proseguono i raid. Sette i palestinesi uccisi ieri. Quattro di questi erano ragazzi, tra i 14 e il 16 anni, che stavano giocando a pallone a Beit Hanun (a Nord di Gaza City).

Nelle vicinanze i terroristi stavano lanciando razzi kassam

 Mentre in un ospedale di Gaza è morto un bambino di 15 mesi ferito a Khan Yunis il mese scorso in un bombardamento.

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