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Gesù in kefijah 10/12/2019
Gentilissima Signora Fait, ho appena letto il Suo articolo La favola antisemita di ‘Gesù palestinese’: sono più che d’accordo quasi su tutto e La ringrazio di aver segnalato i “Sussidi per una corretta presentazione degli ebrei e dell’ebraismo nella predicazione e nella catechesi della Chiesa Cattolica”, di cui raccomanderei la lettura da parte di ogni cristiano. Tuttavia, secondo i Vangeli, Gesù nacque a Betlemme, la città natale del re Davide, e, anche se qualche studioso propende per la nascita a Nazareth (luogo, secondo Luca, del concepimento di Gesù), non vi sono motivi, quali che siano gli argomenti addotti, per indicare la nascita a Nazareth come un fatto certo e tacere di Betlemme. Secondo il medesimo Vangelo di Luca (cap. 2), inoltre, la presentazione al Tempio avvenne “quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè” (riferimento alle norme del Levitico, cap. 12, sulla purificazione della donna che ha partorito), ossia decorsi quaranta giorni (non un mese) dalla nascita. Possono sembrare minuzie, ma i capitoli iniziali di Matteo e Luca sono attentissimi nell’inquadrare Gesù nella storia e nella vita religiosa di Israele. Il tanto incompreso Vangelo di Giovanni, dal canto suo, saluta Gesù, per bocca del discepolo Natanaele, come “il re d’Israele” (non della Palestina). E quanto stesse a cuore Israele ai primi discepoli si intuisce dall’ultima domanda rivolta a Gesù risorto che il Nuovo Testamento registri: "Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?" (Atti degli Apostoli, cap. 1). Con i più cordiali saluti,

Annalisa Ferramosca

Gentile Annalisa,
Il mio articolo su Gesù ha provocato molte reazioni, quasi tutte positive ma ho anche saputo da chi ha figli a scuola che purtroppo molti catechisti parlano di Gesù palestinese e di Betlemme "in Palestina". Sinceramente non li capisco, sui Vangeli, come lei scrive, non esiste il termine Palestina, gli Apostoli parlano sempre e solo di Israele quindi posso solo pensare che anche da parte di certi sacerdoti vi sia l'intento di degiudeizzare Gesù ritrattando addirittura i Vangeli. Se fosse vero, se oggi la Chiesa, o parte di essa, riscrivesse la storia del cristianesimo trasformando Gesù in arabo e musulmano (600 anni prima che nascesse l'islam), sarebbe molto grave. Lei mi scrive che dopo 40 giorni avviene la purificazione della donna dopo il parto ed è vero ma dopo un mese il nascituro, se primo figlio della coppia, viene portato, ancora oggi, in sinagoga per il riscatto del primogenito. Anticamente veniva fatto un sacrificio, oggi si fa un'offerta e tutto finisce lì. Mi auguro che sacerdoti come don Biancalani vengano ripresi da chi sta sopra di loro per evitare lo che lo stesso cristianesimo perda le proprie radici bimillenarie.
Un cordiale shalom

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