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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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L'intervista di Lorenzo Cremonesi a Tom Seghev 17/09/2019
Ciao Deborah, a proposito dell’intervista che compare su La Lettura di oggi condotta da Lorenzo Cremonesi , ed avente Tom Seghev quale interlocutore, a seguito del suo recente libro su Ben Gurion. Ti pongo alcuni quesiti per conoscere il tuo parere di esperta obiettiva e israeliana “verace” sia in ordine all’intervistatore che all’intervistato. Primo: che senso ha chiedere a Tom Seghev (o a chiunque) quali siano le differenze tra Ben Gurion e Bibi??? A me pare che la domanda celi il malevolo intento di mettere in luce, di contro alla “pulizia morale” di Ben Gurion, l’ essere “attaccato al potere a costo di umiliazioni vergognose” di Bibi, definito anche quale “accusato di corruzione e irregolarita’ gravissime”: naturalmente, accuse NON SPECIFICATE da Tom Seghev : che, se si vanno a guardare, perdono gran parte di consistenza. Quali sarebbero poi le umiliazioni vergognose per rimanere al potere? Secondo : da dove emerge che Ben Gurion sarebbe stato “ben contento di espellere gli arabi nella guerra di indipendenza” come Cremonesi fa dire a Tom Seghev, che parla di “espulsione”; io sapevo esattamente il contrario. O no? Terzo: che ne dici di quello che sostiene Tom Seghev circa l’opinione di Ben Gurion in merito agli “ebrei dei parsi arabi” , materiale umano ben diverso dagli ebrei europei? Insomma...ho l’impressione che tra Cremonesi e Tom Seghev ... sia risultato un pezzo pessimo, e fuorviante per chi non e’ al corrente della storia , quella vera. Hai voglia di dirmi cosa ne pensi? Eventualmente anche di aspetti che io non ho trattato.

Donatella Masia

Cara Donatella,
Questa intervista non mi è piaciuta, l'ho trovata inutile, stupidamente provocatoria e noiosa. Chiedere quali siano le differenze tra Ben Gurion e Netanyahu , quando da allora sono passati quasi 80 di terrorismo e di guerre genocide, lo trovo quasi farsesco. Il periodo di David Ben Gurion sembra distante anni luce dall'oggi, i primi anni di Israele erano anni di innocenza, di "siamo qui finalmente riuniti dopo due millenni", anni in cui gli ebrei, che erano per la maggior parte intellettuali, commercianti, uomini di studio, si sono trasformati in contadini e soldati per difendere la patria appena conquistata. Mi pare ovvio che gli israeliani di oggi, governanti compresi, siano diversi da quelli arrivati dall'Europa sopravvissuti a pogrom e ai crematori. Parlare di nostalgia dei tempi passati è ridicolo. Gli israeliani parlano di speranza e di futuro mai di nostalgia. Si, è vero Ben Gurion è vissuto con modestia, basta visitare la sua casa di Sdè Boker, Golda Meir riceveva i suoi ministri nella cucina del suo tre stanze e servizi. Altri tempi, altra mentalità, non solo in Israele ma in tutto l'Occidente. La domanda sull'espulsione degli arabi è infida perché, fatta com'è, sembra pretendere una risposta affermativa. Ben Gurion conosceva bene la realtà araba, sapeva che sarebbe stata impossibile la convivenza, inoltre si sa che all'epoca i valori erano molto diversi da oggi che viviamo un'epoca di buonismo ipocrita. Dall'Istria furono espulsi nello stesso periodo 400.000 italiani senza che la cosa provocasse indignazione, anzi! Eppure ecco cosa scrive la Dichiarazione di Indipendenza di Israele firmata da Ben Gurion: " Lo Stato d’Israele sarà aperto per l'immigrazione ebraica e per la riunione degli esuli, incrementerà lo sviluppo del paese per il bene di tutti i suoi abitanti, sarà fondato sulla libertà, sulla giustizia e sulla pace, come predetto dai profeti d'Israele, assicurerà completa uguaglianza di diritti sociali e politici a tutti i suoi abitanti senza distinzione di religione, razza o sesso, garantirà libertà di religione, di coscienza, di lingua, di istruzione e di cultura, preserverà i luoghi santi di tutte le religioni e sarà fedele ai principi della Carta delle Nazioni Unite". E ancora :" Facciamo appello - nel mezzo dell'attacco che ci viene sferrato - ai cittadini arabi dello Stato di Israele affinché mantengano la pace e partecipino alla costruzione dello Stato sulla base della piena e uguale cittadinanza e della rappresentanza appropriata in tutte le sue istituzioni provvisorie e permanenti." Lette queste parole che io ritengo di una nobiltà di sentimenti ineguagliabile se pensiamo che sono state scritte in mezzo a una guerra che voleva il genocidio degli ebrei di Israele, l'intervista di Lorenzo Cremonesi mi sembra ben piccola cosa.
Un cordiale shalom
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=75967

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