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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Dalle Crociate a OR 10/09/2019
Gentilissima Signora Fait,
1. sono pienamente d’accordo con il Suo commento odierno su Hebron e ho riletto commossa un Suo articolo del 2002 relativo ad una visita di solidarietà agli ebrei della città un anno dopo l’assassinio della piccola Shalhevet Pass, che ora sarebbe una ragazza. Dalle Sue parole, tuttavia, sembra che la Tomba dei Patriarchi sia stata convertita in moschea solo dopo il massacro degli ebrei di Hebron nel 1929, mentre tutte le fonti che ho potuto consultare indicano che una moschea nell’area del complesso costruito da Erode sulla grotta di Machpela fu eretta già prima delle Crociate e che l’accesso all’intera area fu proibito ai non musulmani dal tempo dei Mamelucchi, tanto che, per almeno sei secoli, gli ebrei non poterono andare oltre il settimo scalino della gradinata esterna. La sottrazione delle Tombe dei Patriarchi alla venerazione dei loro discendenti non è stata, dunque, un episodio del XX secolo, ma si inserisce in quella stessa antica tendenza all’appropriazione dei luoghi sacri altrui che ha visto trasformare in moschee sia il Monte del Tempio che antiche basiliche cristiane, da Damasco alla Spagna a Costantinopoli (incluso il Cenacolo a Gerusalemme, in epoca ottomana).
2. Ariel Toaff, al momento della pubblicazione del libro Pasque di sangue, era docente dell’Università Bar Ilan. Non so che cosa ne sia stato in seguito della sua carriera universitaria, ma all’epoca non era ancora in pensione.
3. Con riferimento al breve articolo dell’Osservatore Romano sugli scontri alla frontiera fra Gaza ed Israele e relativi morti palestinesi, che IC ha ritenuto di paragonare addirittura alla stampa nazista, osservo che non è affatto incredibile che solo alcuni degli oltre seimila palestinesi ammassatisi lungo il confine abbiano lanciato ordigni esplosivi o incendiari contro i militari israeliani sull’altro lato del confine. In effetti, è ciò che è regolarmente avvenuto a cadenza settimanale da quasi un anno e mezzo: una massa di manifestanti che sostiene moralmente e copre materialmente gli attacchi armati e/o i tentativi di infiltrazione di singoli e gruppi; il che spiega il numero contenuto di perdite umane (credo che anche gli israeliani, nonostante lo straordinario addestramento del loro esercito, faticherebbero a respingere il simultaneo attacco con ordigni esplosivi o incendiari di migliaia di assalitori uccidendone solo due). Sorvolo sull’ormai abituale definizione di ‘velina’ attribuito agli articoli, soprattutto della stampa cattolica, ritenuti troppo favorevoli ai palestinesi (di solito, le vere ‘veline’ non indicano le proprie fonti, a differenza dell’articolo in questione), ma non posso far a meno di chiedermi che cosa induca a supporre che l’Osservatore Romano (il direttore? i giornalisti? qualche cardinale? il Papa?) si ‘feliciti’ per la morte dei due palestinesi o di chiunque altro. Con i più cordiali saluti,

Annalisa Ferramosca

Gentile Annalisa,
E' vero che al tempo delle Crociate furono preclusi agli ebrei i loro luoghi sacri per i 200 anni della loro dominazione. Sotto il dominio dei Mamelucchi Israele divenne una provincia isolata, distrussero Acco e Jaffa, Gerusalemme fu abbandonata e gli ebrei che vi abitavano erano poverissimi e impossibilitati a muoversi. Poi venne la dominazione Ottomana ma sotto il sultano Solimano il Magnifico, la comunità ebraica rifiorì fino al declino dell'impero ottomano quando la provincia venne completamente abbandonata a se stessa. Tutto vero ma erano altri tempi in cui la democrazia e la libertà di culto non si sapeva cosa fossero. Si suppone che oggi, considerato il fatto che i musulmani in Israele godono di tutte le libertà, lo stesso diritto sia anche degli ebrei che si recano nei loro luoghi sacri finiti sotto il dominio dell'ANP. Per quanto riguarda l'O.R. ha scritto davvero un brutto pezzo. Da più di un anno e mezzo ormai, ogni venerdì, migliaia di arabi forsennati vanno contro Israele e le assicuro che i meno armati sono i bambini con in mano qualche pietra e spinti in avanti nella speranza che vengano colpiti dagli israeliani. Oltre a questo non dimentichiamo i missili quotidiani contro Sderot. I soldati che difendono Israele da un'invasione da Gaza sono anch'essi ragazzi che spesso vengono feriti o uccisi dalla barbarie incontrollabile di Hamas che cerca i morti e ne gioisce se sono israeliani (anzi ebrei) ma soprattutto se sono vittime arabe perché questo porta l'opinione pubblica e i media a condannare Israele. I due ragazzi colpiti venerdì non stavano passeggiando (OR: si trovavano a poca distanza dal confine) ma stavano facendo la guerra. Una guerra stupida e inutile che li abbruttisce più di quanto facciano le loro scuole dell'odio e che rende invivibile la vita ai cittadini del sud di Israele.
Un cordiale shalom
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=29&sez=120&id=75873

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