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Yom HaZikaron 09/05/2019

Gentilissima Signora Fait, vorrei abbracciare tutto Israele mentre sta per iniziare il Giorno del Ricordo dei Caduti e delle Vittime del terrorismo (il cui numero è appena aumentato di altre quattro unità, incluso un ventunenne che ha lasciato una vedova presumibilmente giovanissima ed un figlio di appena un anno, derubati della speranza di sei o sette decenni di vita familiare e della possibilità di accrescere la famiglia) ed augurare sin d’ora la più felice delle feste per il settantunesimo anniversario dell’Indipendenza. Con i più cordiali saluti,

Annalisa Ferramosca

P.S.: Vorrei abbracciare anche i bambini di Gaza, ostaggi di un sistema terroristico che, quando non ne provoca la morte precoce, ne ruba la gioia, l’innocenza ed il futuro. Quanto vorrei che si trovasse il modo di liberarli! Peccato che Israele sia troppo piccolo per poter salvare, su larga scala, anche i figli del nemico e che sulla ‘comunità internazionale’, allo stato attuale, si possa far ben poco affidamento. Per inciso, spero che almeno le autorità competenti degli Stati Uniti sappiano intervenire in difesa di quei poveri innocenti indottrinati al jihad a Filadelfia (città intitolata all’amore fraterno e fondata nel nome della libertà religiosa).

Gentile Annalisa,
La ringrazio per le sue bellissime parole di augurio e di dolore. Dopo una giornata spiritualmente molto faticosa come quella vissuta nel ricordo dei nostri caduti di tutte le guerre e per terrorismo, ieri sera Israele, ancora bagnato di lacrime, è esploso in una festa liberatoria per i suoi 71 anni. Dal Monte Herzl a Gerusalemme capitale alla più piccola città e kibbuz i canti, i balli e i fuochi d'artificio sono andati avanti fino al mattino. Alla festa ufficiale a Gerusalemme, sul Monte dove riposano i caduti, sono stati accesi 12 bracieri in memoria delle 12 tribù di Israele, uno di questi è stato fatto ardere dalle mamme dei tre ragazzi uccisi dai terroristi mentre facevano autostop per tornare a casa dalla loro yeshivà: Eyal di 19 anni, Gil-ad e Naftali di 16. Israele è sempre sospeso tra dolore e gioia. I bambini di Gaza, come quelli di Ramallah, come tanti altri figli dell'islam (che non è mai moderato) non possono essere liberati, sono prigionieri di odio e violenza e destinati a diventare forse peggio dei loro padri. Bisognerebbe salvarli prima che il latte avvelenato delle madri distrugga le loro anime. E' triste ma questa è la realtà. La ringrazio ancora per la sua lettera e le invio il mio più cordiale shalom


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