Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

Costantino, il Concilio di Nicea e l'antisemitismo 04/02/2019

Gentilissima Signora Fait, con riferimento alla Sua risposta alle lettere del signor Mario Salvatore Manca di Villahermosa e mia pubblicate ieri, 1° febbraio, devo confermare che gli atti del Concilio di Nicea non contengono alcunché di antiebraico: il Concilio condannò l’arianesimo, riaffermando la divinità di Gesù, e stabilì la data della Pasqua in modo che cadesse sempre di domenica (cioè nel giorno della Resurrezione di Gesù secondo i Vangeli) indipendentemente da quando cade Pesach, risolvendo i disaccordi insorti in proposito fra le diverse diocesi. Invettive contro gli ebrei si rinvengono, invece, in una lettera dell’imperatore Costantino (riportata da Eusebio di Cesarea) a sostegno della celebrazione della Pasqua in una data non dipendente dal calendario ebraico. Questo è per me il punto essenziale e la ragione per cui Le ho scritto: è indubbio che nel pensiero cristiano dell’epoca si trovano idee ed espressioni ostili agli ebrei che hanno, purtroppo, avuto un influsso micidiale sino al XX secolo, ma, grazie al Cielo (per me, letteralmente), non sono entrate nel ‘depositum fidei’, in ciò che si deve credere per essere cristiani e, in particolare, cattolici. Quanto a Costantino, per amor del vero, preciso che egli, secondo tutti i testi di storia del diritto romano che ho potuto consultare: - non proibì la circoncisione degli ebrei, bensì quella degli schiavi che non fossero ebrei per nascita; - emanò norme severe, talora durissime, contro gli ebrei che esercitassero qualunque violenza contro ebrei convertiti al cristianesimo; - se si accetta, per la relativa disposizione, la datazione del 329, proibì il matrimonio di ebrei con donne cristiane alle dipendenze imperiali (forse di manifatture tessili). Divieti generali di matrimonio fra ebrei e cristiani furono emanati dai suoi successori, culminando nella sua equiparazione all’adulterio da parte di Teodosio I, nel 388, con conseguente applicazione della pena capitale; - eliminò l’esenzione degli ebrei dalla nomina nelle curie cittadine, una funzione amministrativa locale che era economicamente onerosa (cosicché le esenzioni erano molto ambite). Non ho trovato traccia, invece, di divieti agli ebrei di svolgere alcun lavoro. Anche se Costantino mostrò un crescente atteggiamento di favore verso i cristiani, la legislazione contro ebrei, eretici e pagani si formò soprattutto ad opera dei suoi successori, in particolare dopo la proclamazione del cristianesimo come religione ufficiale dell’impero nel 380. Con i più cordiali saluti,

Annalisa Ferramosca

P.S.: Come scrivevo nella lettera pubblicata ieri, la rilevanza della distinzione fra gli atti di un concilio ecumenico (ossia di tutti i vescovi) come quello di Nicea del 325, da un lato, e, dall’altro, le dichiarazioni o leggi di imperatori e le opinioni teologiche anche di grandi santi risiede nel fatto che i primi contribuiscono alla definizione della fede che si deve professare per essere cattolici; le altre possono essere tranquillamente, anche se con dolore, riconosciute ingiuste o errate senza alcun conflitto di coscienza. Il che dà un ottimo fondamento per coltivare l’amicizia fra Chiesa e popolo ebraico, nonché relazioni buone e felici tra la Santa Sede ed Israele (qui, purtroppo, il conflitto arabo-israeliano complica le cose, ma confido per il futuro).

Gentile Annalisa,
Da tutti gli studi e ricerche fatti si evince che, anche se Costantino non può essere paragonato ad altri personaggi antigiudaici esistenti prima, durante e dopo la proclamazione ufficiale del cristianesimo come religione ufficiale, le sue lettere e il Concilio di Nicea posero le radici dell'odio deicida verso gli ebrei. Da quel momento ogni azione antigiudaica fu ammessa e giustificata e si sa che nei secoli successivi la Chiesa non andò per il sottile. Costantino, tra l'altro, fece ogni sforzo per cristianizzare Gerusalemme. Quanto ai rapporti tra Santa Sede e Israele non direi che siano buoni e felici, purtroppo il Vaticano fu l'ultimo tra gli stati occidentali a riconoscere Israele e lo fece dopo ben 35 anni dalla sua fondazione. Questo non ha certo aiutato. Come non aiutano certi atteggiamenti dell'attuale Papa: pregare davanti al muro di Betlemme( città da dove partivano i kamikaze), dire messa sotto un enorme Gesù bambino in kefiah. Confidiamo per il futuro, certamente, ma al momento possiamo confidare soltanto sull'amore che tanti cristiani provano per gli ebrei e per Israele.
Un cordiale shalom


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui